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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: tema ancora troppo attuale

Published by
roberta papa

La giornata contro la violenza sulle donne si celebra il 25 Novembre e fino al 10 Dicembre come ogni anno verrano promosse iniziative e attività.

immagine da adobestock

Il tema è purtroppo sempre attuale: la violenza contro le donne. Ma questo tema si lega a tante altre tematiche da affrontare nelle nostre società: dalla violenza domestica alla discriminazione di genere, dal matricidio alle spose bambine. Le donne oggi vanno tutelate perché non è più ammissibile chiudere gli occhi di fronte ai soprusi e alle violenze

Giornata mondiale contro la violenza delle donne, ci sono dati allarmanti

foto da google @tuttoh24

La giornata viene celebrata il 25 Novembre e dal 1993 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha emanato la Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne, dove viene specificato che per violenza contro le donne si intende “qualsiasi atto di violenza di genere che ha come risultato o è probabile che provochi, fisiche, sessuali o danno psicologico o sofferenza alle donne, comprese minacce di tali atti, coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che in quella privata“.

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La violenza sulle donne è, nella maggior parte dei casi, una violenza domestica compiuta ad opera di mariti, compagni, padri, fratelli che si arrogano il diritto di disporre della vita della donna che abita con loro perché la ritengono una loro proprietà.

Questo purtroppo è un problema che attraversa paesi e culture nel mondo: anche i paesi più sviluppati e ricchi purtroppo raccontano quotidianamente episodi di cronaca che hanno come vittime le donne.

La pandemia e la convivenza forzata hanno amplificato il problema e quest’anno sono stati dati segnali di allarme da parte delle associazioni impegnate contro la violenza sulle donne. Il covid19 infatti ha mostrato più chiaramente quanto le discriminazioni di genere e la violenza siano un problema umanitario mondiale e a cui porre rimedio al più presto.

Troppi sono gli episodi di violenza domestica, troppe sono le donne che hanno dovuto rinunciare al lavoro in questo particolare momento storico per stare a casa con i figli, troppe sono le donne che lavorano in condizioni di scarsa sicurezza e che si sono contagiate.

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In Italia il numero verde 1522 che aiuta le donne vittime di violenza, secondo i dati Istat, ha ricevuto tra Marzo e Aprile il 73% di chiamate in più rispetto allo scorso anno. Se si sommano le chiamate alle richieste via chat ricevute tra Marzo e Giugno 2020 si ha un incremento del 119,6% rispetto allo stesso arco temporale del 2019. Questo perché la convivenza forzata purtroppo ha esasperato realtà già molto difficili e la reclusione forzata non ha dato scampo a moltissime donne che in famiglia sono vittime di abusi e violenze anziché sentirsi al sicuro e amate. Alcuni dati sono davvero allarmanti: il 93,4% delle violenze si consumano tra le mura domestiche e le chiamate notturne, che ammontano al 17,5% del totale, sono aumentate durante il periodo di lockdown.

Ma forse il dato che più colpisce e fa male quest’anno è questo: negli 87 giorni di lockdown dal 9 Marzo al 3 Giugno sono triplicati gli omicidi di donne tra le mura domestiche. Si sono registrati infatti 58 omicidi avvenuti in famiglia e di questi 44 erano donne (il 75,9%), ogni due giorni dunque una donna è stata uccisa in famiglia durante il solo periodo di lockdown.

In generale, come segnala l’Onu, in tutto il mondo sono raddoppiate se non triplicate le richieste di aiuto delle donne vittime di violenza in ogni campo e le associazioni, i rifugi, i numeri di emergenza sono ormai saturi, bisogna fare di più per cercare di arginare il problema e dare sostegno a qualsiasi donna si trovi in difficoltà o in pericolo. Quella che viene definita la “pandemia ombra” di quella da Covid19 deve avere più risalto perché il problema sia trattato a livello istituzionale non solo come aiuti e soccorsi ma soprattutto come prevenzione e come leggi atte a tutelare le vittime.

In Italia dall’Agosto 2019 è in vigore una legge che prevede il cosiddetto “codice rosso“, che prevede che per alcuni reati come stalking, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia vengano adottati più celermente provvedimenti a tutela delle vittime.

Ma purtroppo la violenza sulle donne ha tante sfaccettature e si manifesta in tanti ambiti. A livello globale ci sono moltissime giovani donne soprattutto nei paesi più poveri che quotidianamente vivono ogni sorta di abuso: dalla violenza sessuale al dramma delle spose bambine, cedute al migliore acquirente come se fossero merce di scambio, ma anche bambine e ragazze che non possono andare a scuola perché il loro destino nella loro cultura è imposto e non lascia possibilità di scelta.

C’è poi un altro tipo di violenza che spesso viene celata ma che accomuna purtroppo le donne di tutto il mondo: la violenza ostetrica. Questa violenza non viene dai familiari ma appunto dall’ambiente medico ginecologico e spesso per timore o per vergogna non viene dichiarata. Per violenza ostetrica si intende qualsiasi forma di maltrattamento o trattamento inumano e degradante provocato durante le pratiche ginecologiche e il parto in assenza di indicazioni cliniche. Dal parto in una posizione obbligata all’episiotomia praticata senza consenso, la violenza ostetrica lascia nella donna un ricordo in molti casi traumatico e dei danni fisici che possono essere anche permanenti.

Quest’anno il tema della campagna di sensibilizzazione per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne è “Orange the World: Fund, Respond, Prevent, Collect” e come negli anni precedenti durerà dal 25 Novembre al 10 Dicembre, giorno in cui si celebra la giornata dei diritti umani, collegando quindi questi due temi così importanti con un filo virtuale.

Edifici e monumenti di tutto il mondo si coloreranno di arancione come simbolo di un mondo libero dalla violenza e tantissime iniziative verranno promosse dalle associazioni che si occupano della violenza sulle donne, ma la maggior parte dovranno svolgersi online a causa delle restrizioni dovute alla pandemia.

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Che sia dunque questo l’anno della presa di coscienza, l’anno della svolta che veda i governi di tutto il mondo impegnati a combattere questa emergenza umanitaria che è direttamente collegata a quella sanitaria e al periodo storico che stiamo vivendo.

immagine da adobestock

Voi unimamme cosa ne pensate? Come celebrerete questa giornata?

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roberta papa

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