I bambini e le loro idee sull’amore e sula violenza nel corto girato in Campania e trasmesso per la giornata contro la violenza sulle donne
I bambini troppo spesso vengono relegati a spettatori inermi di ciò che succede nel mondo degli adulti. Un corto girato da una associazione che si occupa di tutela dei diritti dei più deboli ha voluto mostrare a tutti come i bambini abbiano già ben definito il concettio di amore e di violenza e come quindi il loro vissuto può incidere sul loro pensiero e il loro sviluppo
I bambini, l’amore e la violenza in tutte le loro forme
La cooperativa sociale Onlus Eco di Sofia Flauto che opera in Campania e fuori regione a tutela dei più fragili e deboli ha girato un cortometraggio con alcuni bambini chiedendo loro appunto di parlare dell’amore e della violenza.
Nel cortometraggio vengono intervistati bambini di varie estrazioni sociali e di varie zone della Campania, da Napoli a Castellammare all’Icam di Avellino (Istituto a Custodia Attenuata per Madri) e gli viene chiesto appunto cosa sia per loro l’amore e cosa sia la violenza.
Pur essendo concetti astratti che spesso non vengono ritenuti interpretabili dai bambini, i piccoli protagonisti dimostrano, attraverso le loro risposte semplici e dirette e con esempi spesso tratti dalla loro quotidianità, come il concetto di amore e di violenza faccia parte non solo del loro pensiero ma anche del loro vissuto.
Alcune risposte devono davvero far riflettere “Quando mia nonna ha avuto l’artrite non poteva più chinarsi e dipingere le unghie dei piedi. Quindi mio nonno lo fa per lei“, dice Rebecca. “La violenza è picchiare i bambini e il suo colore è nero“, dice un altro dei piccoli intervistati. Uno dei piccoli della casa circondariale di Avellino invece ha detto in merito alla violenza che “è quando si picchiano le donne. Perché esistono persone cattive”.
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Troppo spesso purtroppo i bambini vengono a contatto con questa realtà tra le mura di casa, il posto dove dovrebbero sentirsi più protetti e al sicuro. La violenza può essere, ed è purtroppo in tantissimi casi, diretta, oppure una “violenza assistita intra-familiare“, ovvero quando assistono a scene di violenza di un membro della loro famiglia ai danni di un altro, spesso è il padre a fare violenza sulla madre.
I fatti di cronaca ci portano quotidianamente a scontarci con questa durissima realtà, dove famiglie intere vengono distrutte dall’odio e dall’intolleranza, dalla violenza inaudita di cui quasi sempre i bambini sono testimoni o addirittura anch’essi vittime.
Tutto questo porta danni psicologici a lungo termine e può segnare la vita e il futuro di queste piccole vittime innocenti. Le madri troppo spesso si ritrovano incatenate in legami affettivi malati e violenti e non riescono a reagire anche per non far ricadere le violenze sui propri figli, pensando erroneamente che se sopportano la violenza su di loro, i figli ne verranno risparmiati. Ma un’indole violenta non distingue affetti o legami e nel migliore dei casi i bambini verranno colpiti solo a livello psicologico da questa tragedia che si consuma in casa.
I bambini diventano vittime dei loro stessi genitori, impotenti spettatori di violenze ai danni della mamma e al tempo stesso vittime di un disagio psicologico che li segnerà a vita, e avrà ripercussioni sulla loro vita sociale, sul loro rendimento scolastico, sulle loro relazioni affettive e in generale sul loro futuro.
La Cassazione si è espressa già da qualche anno con una sentenza in merito che inserisce i minori tra i soggetti passivi dei reati di maltrattamenti in famiglia, proprio perché assistere alle violenze ai danni della madre può avere queste ripercussioni sulla loro vita.
Questo cortometraggio può aprire le menti e risvegliare le coscienze. Non possiamo più chiudere gli occhi davanti a queste realtà e anche se non ci toccano direttamente sono comunque una piaga sociale e un problema di sanità mondiale, come ha specificato l’OMS.
La scuola ma anche le associazioni e le onlus come questa svolgono un ruolo cruciale nella vita di questi bambini. Far capire che quello che succede a casa non è una loro colpa, dargli il coraggio di parlarne, ma anche dar modo ai bambini che non vivono queste situazioni di empatizzare con i loro coetanei e non farli sentire soli può creare davvero una catena di solidarietà e di amore che sconfigga la violenza e i danni che questa porta.
Vi lasciamo con il video del corto per farvi ascoltare le parole di questi bimbi.
Voi unimamme cosa ne pensate di questo argomento così delicato e purtroppo così attuale?
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