Covid e bambini: i pediatri spiegano come è la malattia. Cosa bisogna sapere.
Gli studi condotti in questi mesi sul Covid-19, la malattia provocata dal nuovo Coronavirus Sars-CoV-2, sostengono che i bambini quando vengono contagiati tendono a sviluppare infezioni meno gravi, con sintomi lievi o nessun sintomo. Una circostanza confermata dalla realtà osservata tutti i giorni e dalle statistiche sui contagi da Coronavirus.
I bambini si infettano meno e quando contraggono il Covid tendono ad essere asintomatici o pauci sintomatici.
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La scienza ha provato a dare diverse spiegazioni. Secondo uno studio condotto dalle Università romane La Sapienza e Tor Vergata il merito potrebbe essere della lattoferrina, una glicoproteina con proprietà antimicrobiche, antisettiche, antiossidanti e che trasporta il ferro, componente dell’immunità innata che nei bambini sarebbe più efficace contro il Covid.
Un’altra spiegazione, invece, sta nel sistema immunitario, che nei bambini sarebbe più efficiente, dai 4 ai 15 anni di età.
Ora, spiegazioni a parte, la conferma che i bambini e ragazzi si ammalano meno gravemente di Covid viene dai pediatri italiani, che in questi giorni sono riuniti nel Congresso straordinario digitale sul tema “La pediatria italiana e la pandemia da Sars-CoV-2“. Ecco cosa bisogna sapere.
Covid e bambini: i pediatri spiegano come è la malattia
Già nei giorni scorsi, i pediatri della Società Italiana di Pediatria (SIP) avevano fatto il conto dei bambini e ragazzi contagiati dal nuovo Coromavirus in Italia dall’inizio della pandemia. Avevano segnalato un il 12% di tutti i contagiati in Italia tra i bambini e ragazzi da 0 a 19 anni. Il numero totale di casi tra bambini e ragazzi era di 126.622 casi.
Ora questo numero è stato aggiornato a 149.219 casi complessivi, di cui:
- 43.841 nella fascia di età 0-9 anni (il 3,6% di tutti i casi),
- 105.378 nella fascia 10-19 anni (8,6%).
Il quadro dell’infezione da nuovo Coronavirus in età pediatrica è stato delineato da Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria.
Villani ha spiegato che tra i bambini più piccoli, da 0 a 1 anno di età, i contagi sono:
- asintomatici in più di 6 su 10 (64,3% dei casi).
- paucisintomatici o con sintomi lievi in più di 3 su 10 (il 32%),
- con sintomi severi solo nel 3,4% dei casi.
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Riguardo, invece alla fascia di età dai 2 a i 19 anni, i contagi tra bambini e ragazzi sono asintomatici in più di 7 casi su 10, mentre gli altri sono paucisintomatici o lievemente sintomatici. Così distribuiti:
- nella fascia di età dai 2 ai 6 anni: 8,6% paucisintomatici e 15,2% lievemente sintomatici,
- nella fascia di età dai 7 ai 19 anni: 10% paucisintomatici e 19,4% lievemente sintomatici
Nei bambini e ragazzi da 2 a 19 anni i sintomi gravi sono molto rari, tra lo 0,3% e lo 0,4% dei casi.
Per quanto riguarda i decessi, dall’inizio dell’epidemia in Italia sono stati registrati dall’Istituto Superiore di Sanità 8 decessi in pazienti da 0 a 19 anni.
Il presidente di SIP Alberto Villani ha dichiarato: “È confermato che la fascia pediatrica corre meno rischi diretti rispetto alla pandemia, anche se ci sono una serie di rischi collaterali importati che non si manifestano oggi e su cui dobbiamo vigilare”.
Questi rischi collaterali sono, come abbiamo già indicato, quelli di natura psicologica, dovuti all’assenza da scuola, allo stare molto tempo in casa, fare scarsa attività sociale con i coetanei e scarso esercizio fisico (le palestre sono chiuse e le lezioni sospese), un problema quest’ultimo sia di carattere sociale che fisico. Poi abbiamo sottolineato anche il rinvio o il ritardo nelle vaccinazioni dell’età pediatrica.
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Che ne pensate unimamme di questo studio?
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