Care mamme non abbiate paura di allattare i vostri figli a richiesta, quando saranno loro a comunicarvelo, perchè il latte non finisce, la velocità di produzione del latte dipende da quanto latte esce dal seno, più il bambino ciuccia il latte e più latte verrà prodotto dal seno della sua mamma. Quindi saltando una poppata non si accumulerà più latte per quella successiva: meno si allatta e meno si produce latte. Vediamo insieme quanto allattare i vostri neonati al seno, quante poppate al giorno fargli fare nei primi giorni di vita e quante nei primi mesi.
La nostra conoscenza del seno si è trasformata nel corso degli ultimi 20 anni, gran parte del lavoro pionieristico è stato fatto in Australia da scienziati come il professor Peter Hartmann e i professori Donna Geddes, Steven Daly con le rispettive squadre.
Ciò che di fondamentale è emerso dalla ricerca è stata l’esistenza di una molteplicità di varianti riguardo la struttura e il funzionamento della produzione di latte del seno delle donne. Ad esempio pensavamo che la maggior parte delle donne possedesse un numero molto simile di condotti del latte, ma la ricerca ad ultrasuoni ha rivelato una vasta gamma di varianti.
Quindi ogni seno produce abbastanza latte per il proprio bambino ma ogni seno e ogni bambino sono diversi. Meglio quindi non porsi degli obiettivi prefissati ma imparare ad ascoltare il nostro corpo ed i bisogni di nostro figlio.
Durante la gravidanza la donna produce la prolattina e l’ossitocina che verranno poi influenzate dalle poppate del neonato e che influenzeranno a loro volta la produzione del latte materno. Possiamo individuare due primi stadi di lattogenesi come abbiamo scritto nell’articolo “Allattamento al seno: le 3 fasi della produzione del latte”:
La prolattina:
L’ ossitocina:
L’ossitocina è lo stesso ormone che provoca le contrazioni durante il parto, questo ormone contrae le cellule intorno agli alveoli favorendo la fuoriuscita del latte. Altri effetti dell’ossitocina sono:
Altrimenti la suzione può causare dolore al capezzolo non permettendo un buon drenaggio del latte come abbiamo già detto nell’articolo “allattamento dolore al seno”
“In questo modo si può innescare un circolo vizioso che riduce la produzione del latte materno” scrive la pediatra Marina Macchiaiolo, dirigente medico di 1° livello presso UOC Malattie rare dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù.
Offri il seno al tuo bambino ogni volta che sembra avere fame. Piangere è un segnale avanzato, quindi cerca di accorgerti dei segnali precedenti:
All’inizio non è facile capirlo ma presto riconoscerai se piange per fame o per altro. Un bambino può chiedere di attaccarsi al seno anche solo per paura oppure per bisogno di coccole e non sempre perché ha fame o sete.
Meglio comunque non attaccare il bambino continuamente al seno perchè oltre a stancarvi può avere conseguenze negative: il seno non si svuota mai quindi arriva il messaggio che il bambino ha bisogno di meno latte. L’ideale è che il bambino svuoti bene un primo seno prima di attaccarsi all’altro. E’ importante alternare i due seni quindi alla poppata successiva meglio offrire al bimbo prima l’altro seno.
I bambini sanno autoregolarsi e quando sono sazi si staccano dal seno. Appena finita la poppata sono rilassati e appagati, spesso infatti si addormentano.
Lo stomaco del neonato è piccolo ma si sviluppa rapidamente:
In questo modo la richiesta di latte aumenta così come la produzione di latte della mamma e il bambino recupera velocemente il peso che aveva alla nascita.
Di norma, i bambini che vengono allattati al seno hanno bisogno più spesso di bere dei bambini allattati artificialmente, dato che il latte materno viene digerito più facilmente e rapidamente.
“Alcuni bambini si nutrono rapidamente e si saziano in 15 minuti, mentre altri rimangono attaccati per un’ora“, ricorda Cathy Garbin, consulente per l’allattamento molto apprezzata, ogni bambino è diverso.
Le poppate notturne sono importanti, ancora per un po’, per rilassare il seno e come stimolo alla produzione di latte. Nonostante ciò può diventare molto stancante allattare il bambino due volte per notte. Tuttavia, molti bambini di tre mesi riescono a dormire ininterrottamente da mezzanotte fino a circa le 6 di mattina.
Ogni bambino ha un suo ritmo individuale. La cosa meravigliosa è che la produzione materna si adatta in automatico a questo ritmo. Tra la terza e la quarta settimana il ritmo di allattamento può mutare e vostro figlio può sembrare che non sia mai sazio. Si tratta di normalissimi scatti di crescita. Per far fronte ad una maggior richiesta di latte basta attaccare il bambino più spesso in modo da aumentare la produzione. Esiste una risposta automatica del seno alla richiesta del bambino quindi non bisogna preoccuparsi che possa mangiare troppo.
Nel primo mese tutto è più complesso perchè il bambino deve avviare la produzione di latte tramite la suzione e si attaccherà per questo molto spesso. Non vi preoccupate è normale che il bambino all’inizio abbia sempre fame e si attacchi spesso.
Arriverà il momento in cui si creerà una routine e avrete trovato un vostro ritmo di allattamento personale.
Nel caso si tratti di neonati sempre stanchi e assonnati meglio non attendere la richiesta da parte loro, ma svegliamolo e cerchiamo di fargli fare almeno 6 poppate al giorno, meglio se piccole e frequenti in questi casi. Nel caso di bambini prematuri o di scarso peso alla nascita meglio monitorare il peso del bambino per capire se prende latte a sufficienza.
Molte mamme durante la gravidanza e anche dopo il parto cercano di raccogliere informazioni sui metodi corretti per nutrire il proprio bambino.
Ma, aldilà delle proprie scelte e convinzioni, siamo sicuri che le informazioni che ricevono le mamme riguardo all’allattamento al seno siano corrette? Quanto le aiutano a superare realmente le proprie difficoltà?
A questi interrogativi ha dato delle spiegazioni molto eloquenti una consulente inglese specializzata in allattamento al seno,Emma Picket, che mette in guardia le neo-mamme, desiderose di allattare al seno i propri piccoli, dai pericoli provenienti da una cattiva informazione e soprattutto da un oggetto veramente dannoso per la loro serenità: l’orologio.
“Ho parlato con una neo-mamma la scorsa settimana che era perfettamente felice della sua routine di allattamento, ma si chiedeva se avesse dovuto iniziare ad allungare gli intervalli del suo bambino perche ‘questo è quello che si fa’. Quando le ho spiegato che non era necessario, ha detto che era più che felice di andare avanti come era abituata”.
Ma da dove vengono queste idee? Come è possibile che si diffonda una cattiva informazione?
Esse non provengono da chi ha un minimo di formazione sull’allattamento al seno, né da corsi prenatali con professionisti dell’allattamento, né da libri scritti da quelli addestrati per sostenere l’allattamento al seno.
Secondo Emma ecco le fonti:
“Vengono da libri popolari di cura del bambino, da parenti e colleghi. Sembrano provenire da un equivoco fondamentale della scienza del senoedella produzione di latte materno. Spesso le idee vengono dalla metà del 20 ° secolo, basate soprattutto sulle norme dell’alimentazione con la formula e della pseudo-scienza. E questo è tutto incredibilmente pericoloso”.
Devi imparare a fidarti del tuo corpo e del tuo cucciolo, ti farà capire lui se ha mangiato abbastanza: impara ad osservare i segnali. Ecco cosa sapere:
Se il vostro bambino si nutre molto spesso e per spesso intendiamo ad ogni ora, ogni mezz’ora o quasi senza interruzione potreste anche pensare che ci sia qualcosa che non va. Niente paura però perché si tratta, appunto, di un caso di poppate a grappolo, un fenomeno completamente normale.
Come ribadisce anche la dottoressa Jennifer Lincoln, esperta di allattamento, quando i bimbi affrontano uno scatto di crescita necessitano di più latte e per segnalarlo alle mamme ricorrono alle “poppate grappolo”. In poco tempo la produzione di latte delle mamma aumenta e i bebè ottengono quanto desiderato.
Le poppate a grappolo durano poco. “Di solito gli scatti di crescita durano uno o due giorni” ci ricorda Margie Kay, una consulente per l’allattamento presso il Mercy Hospital. Di solito arrivano tra le 2 e le 9 settimane dalla nascita e soprattutto nelle ore serali, tra le 18 e le 22 mentre il resto della giornata appaiono sereni.
Se non ti viene consigliato dal tuo medico evita le aggiunte di latte in polvere.
Ogni bambino è diverso dall’altro non esiste un approccio corretto. La scelta di quanto ancora allattare al seno il neonato dipende da vari fattori:
L’organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda la prosecuzione dell’allattamento esclusivo al seno fino ai sei mesi circa di età. L’ OMS non indica però un’età precisa dato che i fattori che determinano il momento migliore per svezzare il bambino sono soggettivi al bambino stesso, si raccomanda però di continuare con l’allattamento materno combinato all’alimentazione con cibi solidi per un periodo di tempo di 12-24 mesi.
L’American Academy of Pediatrics conferma il consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di allattare esclusivamente al seno per i primi sei mesi, a cui segue l’allattamento al seno come alimentazione complementare al cibo solido, per un anno o per un periodo più lungo.
Il lavoro della mamma può condizionare la durata dell’allattamento, come abbiamo abbiamo raccontato nell’articolo “Svezzamento: come capire quando il bambino è pronto“, proprio per questo è molto importante che la neomamma sia supportata dalla sua famiglia, e dal suo medico. Anche se il bambino inizia ad alimentarsi con cibo solido può infatti continuare ad essere allattato al seno. In queste situazioni può essere d’aiuto il tiralatte per consentire alla mamma di combinare l’allattamento al seno diretto a quello con il biberon.
Per un neonato non esiste un alimento migliore del latte della sua mamma, perché ha tutte le sostanze essenziali che gli servono per crescere e la sua composizione gli garantisce protezione per la sua salute presente e futura.
Il latte materno durante il corso della poppata cambia sia la composizione che la consistenza per adeguarsi al meglio alla crescita del neonato.
Inoltre, nel tempo modifica la sua formula che è anche sempre unica e inimitabile. I benefici per il neonato e la sua mamma come abbiamo già spiegato nell’articolo “Allattamento al seno: i benefici per mamma e neonato“ sono moltissimi.
Benefici per il neonato:
Inoltre è stata scoperta una sostanza contenuta nel latte materno, che si chiama Glicerolo monolaurato (GML), che è antimicrobica in modo selettivo, La scoperta è stata fatta dai ricercatori americani del National Jewish Health di Denver, in Colorado e dell’Università dell’Iowa, e pubblicata da Scientific Reports. Al contrario dei normali antibiotici, il Glicerolo monolaurato non uccide i batteri buoni, anzi, aiuta la loro crescita. Non è un caso che nell’intestino dei bambini allattati al seno ci siano più lattobacilli, batteri della famiglia dell’Enterococco, e bifidobatteri.
Benefici per la mamma:
Care unimamme rilassatevi e godetevi questo momento. Abbiate fiducia totale nelle vostre competenze ed in quelle di vostro figlio.
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