Uno studio su come cambiano i rischi di contagio al chiuso, in vista delle prossime feste.
Unimamme, presso il nostro governo ferve il dibattito sulle modalità con cui si svolgeranno le prossime feste che, per ovvie ragioni dovute al contagio dovranno essere sobrie e con meno persone possibili.
Si discute anche se consentire o meno gli spostamenti o e se indicare una data precisa oltre la quale si dovranno trascorrere le feste in casa propria.
Ora arriva un altro studio che porta ulteriori evidenze scientifiche su come si diffonde il contagio negli ambienti chiusi.
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Già studi precedenti hanno osservato come si diffonde il virus, per esempio nella sala d’attesa di un laboratorio. Ora il sito del settimanale tedesco Die Zeit ha voluto condurre un’altra analisi, sempre in un ambiente chiuso tenendo conto di diversi parametri:
Gli scienziati hanno realizzato diversi modelli con criteri simili, prendendo le mosse da un precedente lavoro del quotidiano El Pais, lo Zeit ha preso in considerazione come modello predittivo base quello dell’Istituto Max Planck di chimica, a Magonza, realizzando un adattamento.
Ci sono quindi due costanti per ogni scenario:
Tra le variabili, invece ci sono:
Questi aspetti sono molto importanti per valuare i rischi, per esempio il rischio è minore se si tratta di una stanza di grandi dimensioni, con una buona aereazione, si fa distanziamento fisico, si indossano le mascherine e il tempo di permanenza è breve. Molto dipende anche dal tipo di interazione sociale che si pratica, se per esempio una persona è contagiata diffonde nell’aria una bassa concentrazione di virus, ma questa aumenta se starnutisce e non ha la mascherina, se grida o canta.
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Il pranzo di Natale
Se cinque persone si trovano e una persona ha il Covid:
Nel caso in cui ci fossero 9 persone di cui una col Covid:
Col distanziamento in una stanza da 20 metri non ci possono stare più di 9 persone, ma più realisticamente nel caso delle Feste potrebbero anche esserci più persone.
Se però queste 9 persone:
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Anche il volume della voce è un fattore determinante, più infatti si alza la voce, come accade a un ritrovo affollato con tanti parenti e amici e maggiore è la diffusione di aerosol con il virus.
Fare un coro natalizio
Il coro, come immaginerete, non va affatto bene. Il canto infatti, ormai è assodato è una delle attività che porta alla maggiore emissione di aerosol. A Berlino in marzo, durante la prova di un coro ci sono stati 50 contagi. Molto dipende non solo dalla ventilazione, ma anche dalle dimensioni della stanza, considerando il numero di persone in essa contenuta.
Ristorante
Anche qui conta il numero di persone presenti:
Se queste persone si trovano in un ambiente chiuso, dove non c’è ventilazione (perché fuori fa freddo) e non si utilizzano le mascherine il rischio è alto.
La soluzione è sempre quella di frequentare poche persone, meglio se sempre le stesse, usare le mascherine durante gli incontri, aerare gli ambienti e mantenere le distanze oppure trovarsi all’aperto per farsi gli auguri.
Unimamme, cosa ne pensate di questo studio? Noi vi lasciamo con le indicazioni del Ministro Speranza sul prossimo Natale.
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