Covid, riapertura delle scuole: la data per Azzolina e Conte è il 14 dicembre ma è scontro.
La discussione calda del momento, oltre al Natale e a quello che ci sarà consentito fare durante le feste, è la riapertura delle scuole.
In tutta Italia, gli istituti superiori sono chiusi, con le lezioni a distanza, mentre nelle regioni rosse le lezioni sono a distanza anche per gli alunni di seconda e terza media. Ci sono poi i provvedimenti locali, con alcune regioni e comuni che hanno chiuso tutte le scuole, anche quelle elementari e d’infanzia, come la Campania.
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In più parti d’Italia, le famiglie stanno protestando per la riapertura degli istituti scolastici, per ripristinare le lezioni in presenza. Non sono solo i genitori, ma anche tanti ragazzi delle scuole superiori, che hanno dato vita a proteste clamorose, come sit-in davanti alla scuole, con tanto di sedie e banchi per seguire le lezioni a distanza, chiedendo a gran voce di tornare in classe.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina è sempre stata per mantenere aperte le scuole, anche durante le chiusure dell’ultimo mese, introdotte per contenere la seconda ondata di caso di Coronavirus. Ora la discussione verte sulla riapertura degli istituti scolastici prima delle vacanze di Natale. Azzolina è ferma su questo punto e anche il presidente del Consiglio Conte è d’accordo ma all’interno del governo, a partire dal ministro della Salute Roberto Speranza, altre posizioni raccomandano di riaprire direttamente dopo le feste, a gennaio. Le motivazioni sono che non avrebbe molto senso aprire le scuole per una settimana prima di Natale e che il mantenimento della loro chiusura manterrebbe ancora basso il numero dei contagi.
In un primo momento, era stata pensata come data per la riapertura delle scuole, grazie all’appiattimento della curva dei casi di Covid, il 9 dicembre, il giorno seguente a quello della festa dell’Immacolata. Ora l’ipotesi più probabile è quella del 14 dicembre, a soli 10 giorni dall’inizio delle feste. Una riapertura quasi simbolica ma alla quale la ministra Azzolina non vorrebbe comunque rinunciare, per permettere ai ragazzi di fare almeno una settimana di lezioni in presenza.
Lucia Azzolina condivide le proteste “no DAD” degli studenti delle superiori, che ha incontrato davanti alle scuole chiuse., in particolare davanti al Liceo Gioberti di Torino, dove è partito il primo sit-in lanciato dalla studentessa Anita con alcune compagne.
“I ragazzi che protestano a Torino hanno ragione, e hanno il diritto di andare a scuola. Il problema delle classi aperte è culturale, bisogna stabilire se in questo Paese l’istruzione è o non è la priorità”, ha affermato Azzolina parlando al Convegno nazionale dell’Associazione nazionale presidi.
Anche il Presidente del Consiglio Conte è favorevole alla riapertura delle scuole prima di Natale. Il premier vorrebbe riaprirle gradualmente a partire dal 14 dicembre, perché sarebbe comunque un “segnale per i ragazzi“.
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Oggi la questione sarà affrontata in un incontro tra alcuni presidenti di regione e membri del Governo, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni. In vista della possibile riapertura delle scuole, Italia Viva ha chiesto che venga affrontata la “questione dei trasporti”. È questo, infatti, uno dei problemi principali, prima ancora del rischio di contagio in classe. Gli studenti ammassati sui mezzi pubblici sono a serio rischio di infezione. Un problema che non è stato adeguatamente affrontato prima dell’inizio dell’anno scolastico.
A livello regionale, i pareri sono discordi. Se il direttore dell’Ufficio scolastico del Lazio, Rocco Pinneri, è disposto alla riaprire le scuole subito, già il 4 dicembre, con l’arrivo del nuovo DPCM, altri, invece, hanno espresso le loro perplessità. Contrari alla riapertura delle scuole sono soprattutto i presidenti di regione: Zaia (Veneto), Toti (Liguria), Cirio (Piemonte), Zingaretti (Lazio), Emiliano (Puglia) e il più intransigente De Luca (Campania). Il presidente della Liguria ha definito la riapertura delle scuole per pochi giorni prima di Natale “un’idea stravagante” e in alcune zone “imprudente”. “Lavoriamo tutti, invece, per riaprire le scuole il 7 gennaio e non chiuderle più”, ha aggiunto Toti, come riporta Repubblica.
Anche il presidente del Friuli Venezia Giulia, Fedriga, è favorevole a una riapertura delle scuole dopo le vacanze di Natale, per guadagnare più tempo sulla diffusione del virus. “Il rischio è che con una corsa alla riapertura delle scuole improvvisa, dopo poco tempo dovremmo richiuderla e per più mesi – ha spiegato -. Meglio usare un mese in più di cautela per aprirla veramente”
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