Una ragazzina è stata duramente punita dalla scuola perché protestava contro la dad.
Unimamme. il prolungamento della dad sta causando non pochi problemi ai ragazzi che però dovrebbero ricominciare ad andare a scuola dal prossimo 7 gennaio.
Tanti ragazzi hanno protestato, in queste ultime settimane, per il loro diritto a ricevere un’istruzione che non fosse filtrata da uno schermo.
Purtroppo, di recente, una ragazzina ha pagato un prezzo molto alto per la sua opposizione.
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Siamo parlando di Eva, una ragazzina di 13 anni che frequenta il terzo anno della scuola Media Nievo di Torino. Lunedì scorso l’alunna ha deciso di lasciare le pareti di casa per protestare contro la dad davanti ai cancelli della scuola.
Eva L.F., insieme a una compagna, lunedì scorso ha deciso di seguire le lezioni in strada, su un banco di fortuna, seguendo l’esempio della coetanea Anita che aveva avviato la protesta School for future.
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La regione in cui abita, infatti, il Piemonte, pur essendo diventato zona arancione, ha deciso di non riaprire le scuole per gli alunni delle scuole media, come consentirebbe il passaggio alla nuova fascia.
Martedì 2 dicembre Eva ha ricevuto un ultimatum da parte degli insegnanti. Secondo loro infatti seguire le lezioni in strada violava la privacy dei suoi compagni di classe. “Lunedì ho saltato le ore perché i docenti mi hanno respinta, dicendo che non fossi nel luogo adatto. Dicono che sia per tutelare la privacy di miei compagni, che in piazza io esponga tutti.” ha riferito la studentessa.
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Eva ha spiegato che in realtà in piazza non c’è niente di più di ciò che c’è a casa sua e che non crea assembramenti, inoltre lei ha problemi non indifferenti nell’ambiente domestico, perché ha infatti 4 fratelli con cui deve condividere la connessione e lo spazio. A volte lei e i suoi fratelli hanno dovuto saltare le lezioni proprio a causa dei problemi di linea. Inoltre, ripete Eva, manifestare è un suo diritto.
La scuola però ha voluto mantenere una linea dura e ha deciso di sospendere la giovane, nonostante lei avesse posto persino un velo dietro di sè per nascondere la strada. “Non ci sto, mi manca vivere la scuola nel mondo reale” ha concluso la ragazzina che ha comunque deciso di non demordere.
Da parte sua l’Istituto frequentato dalla ragazzina si difende così: ” Pur essendo d’accordo con la protesta, ci siamo dati un regolamento e un patto di corresponsabilità per non snaturare ulteriormente un ambiente aula informatico, che già snatura l’insegnamento in presenza“.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa vicenda di cui si parla su La Stampa? Sicuramente sottolinea uno dei problemi che riguardano la dad, la connessione e gli spazi domestici. Vi lasciamo con la protesta dei genitori lavoratori contro la dad.
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