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Isee 2020: quando scade, documenti e a cosa serve

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valeria bellagamba

Isee: quando scade e quando innovarlo. Date da tenere d’occhio per il modello in scadenza quest’anno e quello nuovo per il 2021. I documenti da presentare.

Isee: quando scade e quando innovarlo – Universomamma.it (Adobe Stock)

Sta per scadere, entro la fine dell’anno, l’Isee 2020 per ricevere bonus e agevolazioni, mentre nel 2021 si dovrà rinnovare quello per il prossimo anno, per mantenere le agevolazioni in corso oppure ottenerne di nuove.

Isee è l’acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente e misura la situazione economica delle famiglie, riguardo al reddito e al patrimonio. Si tratta di un documento necessario per ottenere prestazioni socio-economiche agevolate, come bonus, sussidi e il reddito di cittadinanza. È necessario anche per fare richiesta del reddito di emergenza, riconosciuto alle famiglie in difficoltà economiche a causa della pandemia di Covid-19

Solo presentando il modello Isee e solo se l’ammontare complessivo della situazione economica di una famiglia è inferiore a una certa soglia, quella famiglia avrà diritto alla erogazione gratuita o scontata di un bene o servizio pubblico.

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Nel 2020 il modello Isee è stato riformato, con l’introduzione di nuovi criteri di valutazione del reddito e patrimonio familiare. Il modello per quest’anno è in scadenza, mentre per il prossimo anno andrà rinnovato quello del 2021. Ecco tutto quello che bisogna sapere.

Isee: quando scade e quando innovare il modello per ottenere bonus e agevolazioni

Per ottenere prestazioni sociali agevolate, bonus, sussidi, sconti fiscali e sulle bollette, assegni per il sostegno economico e integrazioni di reddito, la famiglia deve presentare il modello Isee, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. L’indicatore misura le condizioni economiche delle famiglie, in base al reddito, al patrimonio (casa, titoli di stato…) e al numero di componenti.

A seconda della situazione economica, alla famiglia viene assegnata una determinata fascia di reddito entro la quale può chiedere determinati benefici. Più bassa è la fascia di reddito, maggiori saranno i bonus e le agevolazioni a cui avrà diritto.

Per ottenere agevolazioni economiche e sussidi, l’Isee deve essere in corso di validità. Infatti, il documento, una volta ottenuto, con l’assegnazione della fascia di appartenenza, va rinnovato ogni anno. Per quest’anno, l’Isee 2020 scade al 31 dicembre 2020.

Questo significa che per continuare a ricevere bonus e agevolazioni anche nel prossimo anno o ottenerne di nuovi, sarà necessario rinnovare l’Isee nel 2021. Si dovrà ripetere l’iter per ottenere il nuovo modello, presentando una nuova Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu). La Dsu è il modello di autocertificazione con cui il richiedente invia tutti i dati necessari per poter ricevere la valutazione della sua situazione economica.

Se la dichiarazione Isee non fosse aggiornata, non si potranno ottenere i bonus, le agevolazioni e i sussidi di cui la famiglia ha bisogno.

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Per il 2021, il nuovo Isee potrà essere rinnovato a partire dal mese di gennaio.

La presentazione della nuova Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) è facilitata dal fatto che esiste una versione precompilata sul sito Inps, nell’area riservata, con i dati della famiglia richiedente già inseriti. Altri dati, comunque, andranno aggiunti e può essere necessario correggere quelli già inseriti.

La Dsu può essere compilata in autonomia dal richiedente oppure ci si può far aiutare dai Patronati e dai Caf. L’utente accede alla propria area riservata del sito Inps, dove sono presenti i dati già inseriti in precedenza o quelli calcolati in automatico in base alla situazione reddituale e patrimoniale della famiglia, può apportare tutte le correzioni necessarie e inserire i dati mancanti. Per accedere all’area riservata del sito Inps, il richiedete avrà un Pin dispositivo, se era già da tempo registrato sul sito Inps. Oppure potrà accedere con le nuove credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), con la Carta nazionale dei Servizi (CNS) o la carta di identità elettronica.

Per richiedere il nuovo modello Isee aggiornato, il richiedente dovrà presentare i suoi documenti e quelli del suo nucleo familiare: documento di identità del dichiarante, codice fiscale di tutti i componenti della famiglia, eventuale contratto di affitto dell’abitazione, le dichiarazioni dei redditi di ognuno, le certificazioni di eventuali redditi dall’estero, le certificazioni di compensi, indennità, trattamenti previdenziali e assistenziali, eventuali borse di studio, assegni di mantenimento ed eventuali ulteriori compensi.

Per quanto riguarda il patrimonio immobiliare e mobiliare, nella richiesta per il nuovo Isee andrà presentata tutta la documentazione attestante il valore dell’eventuale casa di proprietà (certificati catastali, gli atti notarili di compravendita, eventuali dichiarazioni di successione), i documenti bancari e postali su titoli o libretti di deposito, titoli di stato, obbligazioni, azioni, BOT, CCT, buoni fruttiferi e di investimento, eventualmente posseduti.

Riguardo ai beni del patrimonio mobiliare, vanno comunicati il saldo e la giacenza media, anche dei conti correnti e delle carte di credito e di debito, che devono essere riferiti al 31 dicembre 2019. Infatti, nella determinazione della situazione economica della famiglia, sia riguardo al reddito che al patrimonio, il riferimento è ai due anni precedenti la data di presentazione della Dichiarazione sostitutiva unica.

Le informazioni sul patrimonio, immobiliare e mobiliare, devono includere anche eventuali beni posseduti all’estero. Inoltre, tutti i dati relativi al reddito e al patrimonio devono essere indicati per ciascun componente del nucleo familiare.

Nella Dsu vanno comunicati anche i dati sui veicoli posseduti da ogni membro della famiglia: numero di targa e registrazione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico).

Infine, se nella famiglia è presente una persona con disabilità, va presentata la relativa certificazione, insieme alla documentazione delle spese sostenute per strutture residenziali o per l’assistenza personale. In questo caso, le spese devono essere riferite all’anno precedente la data di presentazione della Dsu e non ai due anni, come per la comunicazione dei redditi e del patrimonio.

Con la manovra arriva il fondo per la famiglia (Foto repertorio iStock)

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valeria bellagamba

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