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Festività e Ricorrenze

La vera storia del Natale: tra miti, leggende, religioni e usanze

Published by
roberta papa

La vera storia del Natale affonda le radici nell’antichità e nelle tradizioni di tutto il mondo che poi sono state più o meno modificate

immagine da adobestock

Sapete il perché dell’albero di Natale? Conoscete la storia di San Nicola o Babbo Natale? E Natale si festeggia così in tutto il mondo?

Vogliamo condividere con voi tutte le storie che abbiamo trovato, tra miti, leggende, storia e religione per capire insieme il vero senso di questa festa così magica che apre i cuori delle persone e dona gioia a grandi e piccini.

Il Natale si festeggia da tempo immemore, anche se nel tempo ha cambiato sia il suo significato, passando dalla tradizione pagana a quella cristiana, sia le sue usanze. Oggi poi la globalizzazione ha fatto sì che tanti usi e costumi del mondo si unissero e si uniformassero.

Il Natale dall’antichità ai giorni nostri

Il primo Natale fu forse celebrato nella Roma antica intorno al 336 d.C. Nel terzo secolo infatti erano state fatte diverse ricerche per scoprire la vera data che segnasse la nascita di Gesù. Il 25 Dicembre era la data che cadeva esattamente nove mesi dopo quella della Annunciazione a Maria da parte dell’arcangelo Gabriele e quindi fu deciso di adottare questa data.

Ma questa particolare data si lega a tante altre tradizioni antiche, scopriamo quali.

  • Il Natale nella tradizione pagana antica. Il Natale per le culture celtiche e pagane si identifica con il solstizio di inverno, che i Celti festeggiavano erroneamente il 25 Dicembre anziché il 21 con un festival chiamato Yule. Il solstizio di inverno rappresenta il giorno più corto dell’anno, in cui le ore di buio sono più di quelle di luce. Tutte le culture e religioni eliocentriche che avevano il culto del dio Sole, Elios in greco, celebravano questa data. Tanto che il Papa Leone X si espresse in merito alla questione circa l’usanza dei cristiani di rivolgersi verso il sole e chinare il capo in segno di devozione prima di entrare in Chiesa, un’usanza che richiamava chiaramente la paganità e quindi il cattolicesimo cercò di debellare. Gli antichi Romani invece in questo periodo celebravano i Saturnali, in onore appunto del dio Saturno, considerato il dio dell’agricoltura. Questa festa voleva essere di buon augurio per la prosperità e la pace dell’anno a venire. Una festa molto importante nella loro cultura, durante la quale si banchettava e ci si scambiava doni. Veniva eletto anche un “re dei Saturnali”, che aveva il potere di comandare i cittadini e di celebrare matrimoni.
  • Nella religione ebraica si celebra la festa di Hannukah, le cui celebrazioni iniziano il 25 Dicembre e durano 8 giorni. Questa festa ricorda la consacrazione del secondo tempio di Gerusalemme nel II secolo a.C. Gli ebrei sono soliti accendere 8 candele durante questo periodo per una leggenda riguardante le candele che furono accese nel tempio. Pare infatti che nonostante i Maccabei non avessero molto olio a disposizione, le candele del tempio rimasero accese per 8 giorni.
  • Nella religione cristiana ortodossa invece il Natale si celebra il 6 Gennaio, giorno in cui i Re magi arrivarono alla grotta di Betlemme con i loro doni e Gesù si manifestò a loro e agli uomini.

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Foto da Unsplash

Il Natale non è sempre stato quindi una festa cristiana e legata alla religione, ecco perché ancora oggi unisce il sacro e il profano e viene celebrata tra alberi di Natale e presepi, con figure pagane come Babbo Natale e Befana e i Re Magi. In alcune culture ancora oggi il Natale viene chiamato Yule, l’antico nome celtico.

In passato si cercò anche di bandire questa festività. Nel Medioevo ad esempio questa era una festa di eccessi, in cui si esagerava con l’alcol e si facevano scherzi. I Puritani ad esempio, sia in Inghilterra che in Nord America bandirono il Natale proprio per i suoi richiami alla paganità.

Una rivalutazione del Natale come festa cristiana e festa di famiglia si ebbe a partire dall’incoronazione di Carlo Magno, che avvenne proprio la sera di Natale ad opera del Papa Leone III nella basilica di San Pietro, dando inizio al Sacro Romano Impero.

Successivamente il Natale assunse le caratteristiche cristiane che conosciamo oggi, anche se il mix di storia e cultura che si porta dietro gli ha lasciato dei tratti laici che amiamo comunque celebrare e ricordare. Sapete quali sono le usanze di Natale e perché le adottiamo? Scopriamolo insieme

Le usanze di Natale in Italia e nel mondo

Da sempre i simboli di questa festa sono l’abete, il vischio, l’agrifoglio e il presepe. Se quest’ultimo è facilmente riconducibile alla cristianità perché è la rappresentazione della nascita di Gesù nella grotta di Betlemme, gli altri non hanno tutti la stessa origine.

  • L’abete, oltre ad essere un sempreverde e quindi ad essere uno dei pochi alberi che si possono addobbare anche nelle zone più fredde, è anch’esso un simbolo di cristianità perché la sua forma ricorda la trinità
  • Il primo presepe, o Natività, fu fatto nell’antica Roma nel X secolo, anche se la sua popolarità in Italia si deve a San Francesco di Assisi, che lo riscoprì e rivalutò
  • I canti di Natale, i più amati dai bambini, derivano forse da una antica tradizione pagana. Nell’Est Europa infatti durante il festival di Koliada, c’era l’usanza per i bambini di girare di casa in casa cantando canzoni e ricevendo in cambio denaro o dolcetti. Molte canzoni di Natale sono ovviamente legate alla cristianità e il primo canto di Natale si deve forse a Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che nel IV secolo creò il “Veni Redemptor Gentium”
  • l’Agrifoglio è una pianta che anticamente veniva usata come protezione contro i pagani e le streghe, ma si dice che sia anche la pianta della corona di spine fatta a Gesù durante la crocifissione
  • Baciare sotto il vischio è una usanza celtica pagana legata al festival di Yule
  • Scambiarsi i doni. Se ai bambini ci pensa Babbo Natale, i grandi non rinunciano a questo rito. Durante i Saturnali romani c’era questa usanza dello scambio dei doni, come anche in alcuni festival pagani di cui vi abbiamo parlato, ma di sicuro la storia di San Nicola è quella che ha dato davvero seguito a questa tradizione. Anche lo shopping natalizio ha tradizioni diverse in ogni paese. Anche se oggi con le vendite online lo shopping è ormai a portata di click, molte persone continuano a preferire il classico giro per i negozi con le vetrine illuminate per respirare l’aria natalizia. Ad esempio, in Inghilterra si inizia a pensare ai regali di Natale già a Settembre, in Spagna invece la maggioranza delle persone lo fanno a ridosso del Natale, addirittura una piccola pewrcentuale preferisce fare i regali dopo il 25 Dicembre, complice forse anche la tradizione di scambiarsi i doni il giorno della Befana, che in Spagna si chiama la festa de Los Reyes Magos.
  • Lasciare latte e biscotti per Babbo Natale. Una tradizione dei paesi nordici e anglosassoni che però abbiamo ormai adottato anche nella nostra cultura. Se in Inghilterra è Father Christmas, in Germania è Christkind, in Francia è Père Noel, in Lapponia è Joulupukki, negli Usa è Santa Klaus. Insomma, questa figura di questo omone dalla lunga barba bianca che gira per il mondo regalando doni ai bambini è forse davvero l’usanza natalizia che ci accomuna tutti e che racchiude in sé la magia del Natale. I bambini di tutto il mondo gli lasciano latte e biscotti per farlo ristorare dalle sue fatiche la notte di Natale, a volte lasciano anche una carota per la sua renna Rudolf. Ma conosciamo davvero la sua storia? Anche questa storia vive di miti, leggende e storia che si incrociano fino ad arrivare ai giorni nostri.
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La storia di San Nicola e Babbo Natale tra storia e leggenda

Nel nostro paese è da poco tempo che Babbo Natale porta doni ai bambini. Prima che venisse importata questa tradizione, infatti, ci pensavano il Bambino Gesù o la Befana a fare i regali. Dal secondo dopoguerra invece si è fatta spazio anche da noi la tradizione di Babbo Natale, me qual è la sua origine?

Di sicuro la sua figura di omone dalla lunga barba bianca è universalmente riconosciuta, grazie anche alle rappresentazioni iconiche come quella della pubblicità della Coca Cola degli anni ’50, ma anche al poeta statunitense Clement C. Moore che nel 1882 scrisse una poesia nella quale si descriveva la figura di Babbo Natale come la conosciamo oggi.

In realtà è un mix di riferimenti pagani dei paesi nordici e di storia e leggenda legati a San Nicola, un santo venerato davvero in tutto il mondo.

San Nicola visse tra il III e i IV secolo nell’antica Turchia. Rimasto orfano di entrambi i genitori ma con un ricco patrimonio a dipsosizione, Nicola decise di devolvere i suoi beni ai poveri e divenne vescovo di Myra, l’attuale città di Demre.

Fu perseguitato dall’imperatore romano Diocleziano, imprigionato ed esiliato nel 305, poi liberato nel 313 da Costantino. Le notizie sulla sua vita, tuttavia, sono scarse e frammentarie, una circostanza che ha contribuito a crearne il mito e a farne un santo popolarissimo nel Medioevo.

Secondo l’agiografia Nicola avrebbe mostrato segni di santità fin da piccolo: da neonato poppava una sola volta al giorno il mercoledì e il venerdì, per rispettare l’astinenza imposta dalla Chiesa.

San Nicola morì a Myra nel 343, il 6 dicembre, giorno in cui viene celebrato.

Il culto di San Nicola è legato alla sua benevolenza soprattutto verso i bambini, ma anche alla figura di protettore dei marinai e delle flotte che combattevano che nel tempo gli fu affidata prima dai bizantini, poi in Occidente dai romani ma anche in Germania e in Russia.

Un fatto della sua vita poi lo lega alla tradizione di portare i doni. Si narra infatti che il Santo salvò tre fanciulle povere, che il padre voleva far prostituire per denaro, lanciando alle loro finestre tre sacchi d’oro che loro usarono per sposarsi con la dote salvandosi dall’atroce destino. Questo gli è valso la sua popolarità nei paesi del Nord e Centro Europa. Ancora oggi San Nicola porta doni ai bambini il 6 Dicembre, giorno della sua morte, in Germania, Paesi Bassi, Austria e anche in Alto Adige. La figura di Santa Klaus, Sinterklaas, Sinterclaus sembrerebbe la stessa.

Il suo legame con i bambini invece viene da una storia medievale dell’orrore. Tre ragazzi chiesero ospitalità in una locanda e l’oste e sua moglie dopo averli accolti, li uccisero e li misero in salamoia perché avevano terminato la carne in dispensa. Si narra che San Nicola arrivò alla locanda, si fece portare dall’oste nella dispensa e salvò i tre ragazzi dalla salamoia. Questa leggenda medievale veniva celebrata il 28 Dicembre con la Festa degli Innocenti, che soppiantò la festa pagana dei Saturnali.

In Italia le spoglie del santo sono custodite nella basilica di Bari a lui dedicata. Nell’anno 1087 infatti, dopo che la città di Myra fu conquistata dai musulmani, i baresi partirono in una spedizione per recuperare le spoglie del santo e riportarle a Bari. Si narra che i buoi che trainavano il carro si fermarono nel punto esatto in cui poi fu edificata la basilica. San Nicola è diventato il patrono di Bari e viene celebrato il 6 Dicembre, giorni della sua morte. Anche la città di Venezia ha un legame particolare con questo Santo. I veneziani infatti si recarono a Myra una decina di anni dopo i baresi e recuperarono altre reliquie, che sono state analizzate poi negli anni ’90 del secolo scorso insieme a quelle di Bari e sembrerebbero appartenere effettivamente alla stessa persona.

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Ecco quindi come la storia di questo Santo tanto amato si è legata alla cultura popolare e alle leggende anche pagane per creare il mito più amato dai bambini di tutto il mondo. Vi lasciamo anche questo video che parla della vita di San Nicola.

Voi unimamme conoscevate il vero significato e tutta la storia del Natale? Sapevate a quanti miti, leggende e tradizioni popolari è legato questo giorno così speciale?

Ovviamente per i Cattolici questa festa ha un profondo significato religioso, ma le sue radici antiche e leggendarie hanno contribuito a renderla una festa per tutti, un momento magico in cui ognuno di noi può trovare un significato anche personale per festeggiare e per condividere in famiglia o altrove buoni propositi e sani valori. In fondo, se si dice che a Natale siamo tutti più buoni, ci sarà un motivo, giusto?

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