Stop ai genitori nel pubblicare le foto dei figli su social. La sentenza che cambia le regole.
La pubblicazione delle foto dei figli sui social per condividerle con i propri amici è una questione molto delicata. All’inizio dell’era dei social network moltissimi genitori hanno condiviso le foto dei figli piccoli, anche in momenti molto privati, travolti dall’entusiasmo e dall’imprudenza.
Pubblicare foto dei figli minorenni, infatti, non è consigliato perché rischia di esporli a diversi pericoli, oltre che violare il loro diritto alla riservatezza. A maggior ragione se il profilo social dei genitori è pubblico, ovvero visibile da chiunque. Un conto è condividere privatamente alcune foto di famiglia con pochi fidati amici, un altro è renderle pubbliche sulle piazze virtuali. In ogni caso diffonderle tramite social media è comunque un rischio.
Negli ultimi anni, poi, sono uscite varie sentenze che hanno dato torto ai genitori che avevano pubblicato le immagini dei figli minori sul web, ordinando la loro rimozione. Sentenze che sono state pronunciate soprattutto in caso di separazione o divorzio, quando i genitori non si sono trovati più d’accordo su come e con chi condividere le foto dei figli.
Gli esperti, tuttavia, sconsigliano di pubblicare sui social le foto dei figli minori, bambini o adolescenti. Il rischio maggiore è che in caso di profilo pubblico dei genitori, o di una vasta rete di amici e contatti virtuali, le foto finiscano nelle mani sbagliate e vengano utilizzate nei siti web pedopornografici, sia come fotomontaggi sia nel caso in cui si tratti di immagini di bambini piccoli al mare o mentre fanno il bagnetto a casa. Contro questi pericoli il Garante della privacy italiano aveva già lanciato l’allarme.
Raccomandazioni a non pubblicare le foto dei figli minori sui social media, o a farlo con molta cautela, limitando gli utenti che possono accedervi a una ristretta cerchia di persone fidate e soprattutto evitando le foto più intime, erano arrivate anche dai pediatri.
Il motivo è sempre lo stesso: evitare che le foto dei minori finiscano nelle mani di malintenzionati, per essere ricicliate sui siti pedopornografici o essere utilizzate per un furto di identità.
Inoltre, bambini e adolescenti hanno diritto di crescere nella riservatezza e in libertà senza essere esposti al pubblico nei momenti importanti e privati della vita o in qualunque loro gesto.
A questo riguardo, in alcuni casi, ai genitori che avevano condiviso foto private dei figli è stato intimato dal tribunale di rimuoverle altrimenti avrebbero dovuto pagare multe salate. Questo è avvenuto anche quando i figli pur essendo ancora minorenni erano già adolescenti, quindi in grado di esprimere una volontà a favore o contro la pubblicazione delle loro foto sui social. I genitori, però, non li avevano interpellati.
Ora, la conferma che i genitori non possono pubblicare sui social le foto dei figli minori, ma adolescenti, senza il loro consenso arriva da una recente sentenza pronunciata in Italia.
Un’altra sentenza importante è quella del Tribunale di Mantova che nel 2019 ha vietato ai genitori di pubblicare le foto dei figli minori su Facebook e altri social network, allo scopo di tutelarne la riservatezza. Una sentenza che è diventata un modello.
Lo scorso luglio, una sentenza pronunciata dal Tribunale di Chieti ha ordinato a una coppia di genitori divorziati di non pubblicare sui social network le foto del figlio di 17 anni senza il suo consenso esplicito.
Nella causa di divorzio i due genitori si erano contestati l’un l’altro la pubblicazione inopportuna delle foto del figlio sui propri profili social. I due coniugi si accusavano vicendevolmente di qualcosa che avevano fatto entrambi. Ciascuno riteneva che le immagini del figlio pubblicate dall’altro genitore fossero lesive per il minore e dunque veniva chiesto al giudice di ordinarne la rimozione.
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Il Tribunale di Chieti ha risolto la questione stabilendo che la decisione sulla pubblicazione delle foto sul web spetta al diretto interessato, ovvero al figlio 17enne della coppia. Pertanto, il tribunale ha ordinato a entrambi i genitori di astenersi dalla pubblicazione delle foto del figlio “in assenza di consenso esplicito dell’interessato“.
Per l’età, il ragazzo è stato ritenuto dal giudice in grado di esprimere la sua volontà sull’autorizzazione alla pubblicazione delle sue foto sui social.
Non è la prima volta, naturalmente, che i giudici danno rilevanza alla volontà dei figli minori nei casi di divorzio. Questo avviene di solito in base all’età: quando il minore raggiunge i 14 o i 16 anni è ritenuto capace di autodeterminarsi e prendere decisioni consapevoli. A questa età, infatti, un adolescente può andare a lavorare, può riconoscere figli e a certe condizioni può anche sposarsi.
Inoltre, i 14 anni sono anche l’età minima per potersi iscrivere autonomamente a un social network, senza l’autorizzazione dei genitori, come stabilisce il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (GDPR), recepito in Italia con il D.lgs. n. 101/2018. Da qui la decisione del giudice di Chieti di lasciare la scelta al figlio sulle foto che lo ritraggono e che i genitori desiderano condividere sul web.
Le leggi italiane (dal codice civile alla legge 176/1991 che ha ratificato la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo), insieme alla giurisprudenza degli ultimi anni, tutelano la riservatezza e l’immagine dei minori. I genitori, dunque, si devono comportare di conseguenza, rispettando le norme, e quando i figli sono abbastanza grandi per esprimere la loro volontà devono chiedere il loro permesso per pubblicare sui social media le foto che li ritraggono.
Ulteriori approfondimenti sulla questione sul sito web dello Studio Cataldi.
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