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Bambini e ragazzi a rischio con la DAD: l’allerta informatica

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Maria Sole Bosaia

Gli hacker ora stanno rivolgendo la loro attenzione ad asili e scuole primarie.

(Adobe Stock)

Unimamme, in questo periodo molto particolare, in cui tante realtà scolastiche ricorrono alla didattica a distanza stanno cambiano anche gli obiettivi degli hacker.

Pirati informatici contro le nostre scuole più vulnerabili

Ormai da diversi mesi i nostri bambini si sono abituati ad interagire con professori e compagni tramite la dad.

Ora però c’è un nuovo pericolo sopraggiunto a turbare i nostri piccoli: gli hacker.

La Cybersecurity and Infrastructure Secure Agency, ovvero l’agenzia governativa americana che si occupa di sicurezza informatica ha dichiarato che ora gli hacker, cioè i pirati informatici hanno volto i loro obiettivi verso asili e scuole d’istruzione primaria e secondaria.

Purtroppo i casi di questo tipo sono in aumento a causa dell’incremento del ricorso alla didattica a distanza. Gli hacker si scagliano contro di essa con diversi attacchi, differenti per tipologia: il primo è il ransomware, cioè il furto di dati e interruzione dei servizi in videochiamata.

Gli abilissimi hacker quindi entrano nei computer degli istituti scolastici attraverso virus che codificano i loro dati e poi li tengono in ostaggio finché le scuole non pagano il riscatto. Poi vi è anche la possibile intrusione nei sistemi scolastici con furto di dati sensibili riguardanti il personale e gli studenti. In questo caso la minaccia è quella di pubblicare online le informazioni riservate.

Infine c’è l’interruzione vera e propria del servizio con l’impossibilità per i ragazzi di seguire le lezioni.

(Adobe Stock)

Secondo l’ente governativo statunitense questi attacchi sono dovuti a due aspetti combinati: la pandemia che ha aumentato l’adozione e l’importanza dei vari dispositivi connessi a internet creando molteplici occasioni per attacchi di tipo informatico e sia la quantità di danni che questi attacchi possono provocare.

Inoltre bisogna sottolineare che spesso asili e scuole non hanno grandi barriere difensive a livello informatico rispetto a università, istituti di ricerca, aziende e ospedali. Infine è vero che il rapporto si riferisce agli Stati Uniti, ma queste indicazioni sono valide in tutti i Paesi interessati dal Covid – 19, tra cui anche l’Italia.

Unimamme, voi cosa ne pensate di questa allerta da parte della Cybersecurity and Infrastructure Secure Agency?

Maria Sole Bosaia

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