Capita che prima del parto si senta parlare di episiotomia. Ma di cosa si tratta? E soprattutto c’è un modo per evitarla?
Dopo nove lunghi mesi di attesa quando il travaglio si avvicina, la maggior parte delle donne comincia a provare qualche preoccupazione su come sarà il parto.
Proprio per questo motivo, come si è scritto in un articolo precedente, per evitare di farsi trovare impreparate è importante frequentare un corso preparto che consente di apprendere tutte le informazioni necessarie relative al travaglio.
Infatti questo non solo fornisce dettagliatamente i particolari necessari per affrontare il momento, ma dà la possibilità di conoscere anche altre mamme che hanno già vissuto questa esperienza e che possono fornire dei preziosi consigli.
Ovviamente poi è fondamentale avere un buon ginecologo che sappia consigliare ciò che sia meglio per la mamma e il suo bimbo.
Infatti come è noto non sempre è possibile dare alla luce il proprio bebè in modo naturale e si è costrette a dover ricorrere al parto cesareo.
Nel caso in cui però tutto procede per il meglio e il travaglio sarà naturalmente spesso a questo è associata la parola episiotomia.
Ma cosa significa e che cosa si intende con questa pratica?
Parto: che cos’è l’episiotomia e come si può evitare?
Questa pratica negli ultimi anni è stata molto discussa, tanto che sono sempre di meno i medici che vi ricorrono.
L’episiotomia è a tutti gli effetti un’operazione chirurgica e consiste nell’incisione chirurgica del perineo e della parte posteriore della vagina per allargare l’orefizio vaginale, cioè il canale del parto.
L’incisione può essere effettuata lungo la linea mediana, ovvero dall’estremità inferiore della vulva verso l’ano, oppure con un certo angolo rispetto ad essa. Viene praticata in anestesia locale e suturata bene stretta dopo il parto.
Lo scopo della pratica consiste nell’allargare l’ingresso vulvare, evitando in questo modo lacerazioni vagino-perineali e preservando l’integrità funzionale delle strutture muscolari del pavimento pelvico e dello sfintere anale.
Questa viene utilizzata quando:
- c’è un indizio di insofferenza fetale, quando il bambino è nel canale del parto;
- il parto avviene troppo rapidamente, non dando il tempo alla vagina di dilatarsi in modo naturale;
- la testa del bambino è troppo grande per passare dall’apertura;
- le spalle del bambino sono bloccate;
- si è nella situazione di parto podalico ed è quindi necessario il ricorso del forcipe
Tuttavia come si è scritto anche sopra, la pratica è molto controversa e nelle ricerche effettuate negli ultimi anni è emerso che non dia effettivi benefici né alla mamma né al bambino.
Tanto che l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ha divulgato il fatto che possa aumentare il rischio di danni perineali e anche l’aumento di complicazioni, alcune di queste anche fatali.
Come si può evitare l’episiotomia durante il parto?
Per evitare che il medico ricorra a questa pratica, che ricordiamo deve essere necessariamente concordata con la partoriente, si può ricorrere ad alcune accortezze come:
- praticare costantemente il massaggio perineale a partire all’incirca dalla 36esima settimana di gravidanza;
- evitare la posizione sdraiata durante il parto;
- spingere solo durante la contrazione;
- seguire i consiglidell’ostetrica
Come alleviare il fastidio dell’episiotomia dopo il parto?
Nel caso in cui per una serie di ragioni, il medico ha ritenuto necessario ricorrere all’episiotomia, il post parto è un pò più complicato e doloroso.
Perciò è importante seguire alcuni semplici passaggi per tenere pulita la zona e cercare di provare meno dolore possibile:
- applicare un impacco di ghiaccio sui genitali per 20 minuti;
- tenere la sutura ben pulita;
- utilizzare biancheria di qualità e traspirante
E voi unimamme eravate a conoscenza di cosa fosse l’episiotomia?