Quando si mangia non sempre lo si fa per necessità o per fame vera, spesso lo si fa per riempire dei vuoti, dovuti a stress e ansia. Si parla in questo caso di fame emotiva o “emotional eating”. Capiamo insieme cos’è, come si manifesta e come controllarla.
E’ facile che in periodi particolari, come quello che stiamo vivendo in questi mesi di pandemia, siano molte le persone che cerchino consolazione e conforto nel cibo. Gli esperti spiegano come controllare tale fame.
La fame emotiva non è legata allo stomaco ma al cervello. Al suo interno infatti si attivano alcune parti quando mangiamo cibi grassi o dolci. Si tratta del “comfort food“, ossia del cibo che consola e che, secondo gli studi, riguarda più le donne degli uomini. Quale donna non si attacca al gelato quando è un po’ giù o alle patatine?
Perché accade? Quando ci troviamo in difficoltà il nostro cervello ci dice: mangia per stare meglio. In questo modo infatti ci si sente meglio, consolati, ma si tratta di una sensazione temporanea. Subito dopo infatti ci si sente in colpa per averlo fatto e nel lungo termine questo atteggiamento porta a problemi di aumenti di peso ed anche di salute.
Le cause della fame emotiva possono:
Capire perché lo facciamo e quali sono i motivi che spingono può aiutarci a smettere.
Fondamentale è anche saper distinguere tra fame fisica e fame emotiva e la Mayo Clinique ha fornito un elenco delle differenze riportato su Healthline:
FAME FISICA
Arriva con gradualità
Ti fa desiderare diversi tipi di cibo
Quando arriva il senso di sazietà ci si ferma
Non ci si sente in colpa dopo aver mangiato
FAME EMOTIVA
Arriva all’improvviso
Ti fa desiderare solo alcuni cibi
Il senso di sazietà non arriva e si passa da un cibo spazzatura all’altro
Si prova un forte senso di colpa o di vergogna per quello che si è mangiato
E’ importante saper riconscere il tipo di fame che proviamo. Un aiuto, secondo gli esperti, potrebbe venire anche dalla tenuta di un diario quotidiano di ciò che mangiamo e delle emozioni che proviamo subito dopo.
Se diventiamo consapevoli che mangiamo per via dello stress, possiamo puntare a ridurlo e i modi possono essere diversi:
Importante è anche intervenire nel momento in cui ci assale la fame emotiva e trovare qualcosa per distrarre il cervello, come chiamare un amico, fare una breve passeggiata, ascoltare della musica, qualsiasi cosa che possa rilassarci e distrarci va bene.
Naturalmente se non si riesce da soli, potrebbe essere utile rivolgersi a uno specialista. Ricordiamo infatti che i disturbi alimentari sono in netta crescita e che un terapeuta potrebbe davvero aiutare a “smontare” gli schemi di pensiero che ci portano a rifugiarci nel cibo.
Purtroppo la fame emotiva non colpisce solo gli adulti e i bambini in crescita sono ancora più a rischio soprattutto in questi anni.
E voi unimamme, avete questo problema o conoscete qualcuno che ce l’ha? Ricordiamo che partire dalla consapevolezza è il primo passo.
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