Un papà accusato del reato di pedofilia e che ha scontato diversi anni di carcere ha potuto riavvicinarsi al figlio.
Unimamme, oggi vi parliamo di una vicenda che affonda le sue radici negli anni Novanta e che ha stravolto la vita a molte persone.
Federico Scotta è un quarantacinquenne che, negli anni Novanta, ha dovuto affrontare accuse terribili e infamanti: pedofilia e satanismo per essere stato coinvolto nel processo contro i Diavoli della Bassa Modenese che portò all’allontanamento di 16 bambini dalle loro famiglie nei paesi di Mirandola e Massa Finalese.
Federico Scotta finì in carcere per 11 anni e a lui e alla moglie Kaempet, di origini tailandesi, vennero sottratti i figli: Elisa, che all’epoca aveva 3 anni e Nik che aveva solo 6 mesi. Poi venne il turno di Stella, tolta dalle braccia della madre in sala parto.
Tutta questa storia è stata raccontata nel podcast dell’ex iena Paolo Trincia che ha fatto emergere l’infondatezza di tutta la vicenda e ha portato a una revisione del processo. I bambini testimoni infatti furono pesantemente suggestionati per essere indotti a dire dei genitori cose inimmaginabili.
Proprio il figlio di Federico Scotta, Nik, che oggi ha 24 anni ed è stato cresciuto da un’altra famiglia, era presente alla prima udienza, al fianco del padre, a cui ha deciso di riavvicinarsi.
Grazie al podcast Veleno Nik, che ora fa il meccanico, ha voluto contattare il padre, prima via WhatsApp e poi di persona. Scotta ha dichiarato a Repubblica: “i bambini portati via dalle famiglie naturali non sanno che persone siano i loro genitori biologici, sono terrorizzati al solo pensiero di rivederli. Ma Nik ha superato quelle paure. Ha capito. E anche i suoi genitori adottivi hanno fatto con lui un lavoro fantastico”.
Nik gli ha assicurato che d’ora in poi gli sarà sempre al fianco, la speranza di Scotta è che anche le due figlie possano riavvicinarsi. Su Fanpage Nik ha detto: “mi sono sentito vitima di un sistema per quanto riguarda il passato. Se avessi saputo quali erano le mie origini sarebbe stata una cosa diversa”. Il ragazzo ha aggiunto di essere stato vittima di bullismo, solo nel 2017, quando si è iniziato a parlare della riapertura del caso è stato contattato da sua sorella maggiore Elena via social, è stata lei a condividere la loro storia.
Scotta, naturalmente, è al settimo cielo “il momento più bello è stato quando ci siamo abbracciati. Sentire il suo odore, il suo calore, mi ha fatto volare nell’universo”. Ora padre e figlio vogliono recuperare il tempo perduto. Nel frattempo questo papà spera che la giustizia gli dia finalmente ragione ed è pronto a fare una nuova richiesta per la revisione del processo, visto che la prima è stata rifiutata.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa incredibile vicenda?
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