Clamorosa svolta sulla vicenda Pornhub: il portale è stato denunciato da 40 ragazze per i video di violenza non cancellati
Ancora guai per Pornhub, dopo l’inchiesta shock del New York Times, sui video di stupri e pedopornografia pubblicati sul portale, la situazione sta letteralmente precipitando.
Il portale ha visto l’abbandono di importanti partner commerciali come Visa e Mastercard, che hanno deciso di vietare i pagamenti dei servizi premium sul sito con le loro carte di credito, a seguito dell’inchiesta del New York Times e di indagini disposte dalle stesse società.
Quindi, Pornhub ha deciso di rimuovere i video postati da account non verificati, ovvero utenti privati che li avevano caricati sul portale senza moderazione né controllo. Proprio tra questi video ce n’erano molti di abusi, violenze, stupri, revenge porn e pedopornografia, oltre a quelli di persone non consenzienti o le cui immagini intime erano state prese di nascosto (con spycam nei bagni pubblici o camerini di negozi di abbigliamento).
Su questi video ha indagato Nicholas Kristof, il giornalista premio Pulitzer, autore dell’inchiesta del New York Times.
I tentativi di Pornhub degli ultimi giorni di correre ai ripari per eliminare video illegali dal proprio portale, finora mai controllati o soltanto superficialmente, potrebbero tuttavia non bastare. Ora, infatti, stanno partendo le denunce delle vittime.
Mentre Pornhub corre nel disperato tentativo di cancellare dal proprio portale quanti più video possibili che potrebbero essere illegali, in quanto caricati senza il consenso delle persone riprese o contenti scene di stupri, revenge porn o pedopornografia, arrivano le denunce.
Circa 40 donne vittime della truffa e delle violenze sessuali da parte del sito web “Girls Do Porn”, chiuso dalla magistratura americana, hanno denunciato Pornhub per aver continuato a pubblicare i video tratti da quel sito anche quando era già stato chiuso.
Circa un anno fa il Tribunale di San Diego, in California, ordinò la chiusura di “Girls Do Porn” e condannò i suoi proprietari, Michael Pratt e Matthew Wolfe, per i reati di traffico sessuale e frode. Le ragazze protagoniste dei video porno pubblicati sul sito web, tutte maggiorenni dai 18 ai 25 anni, erano state costrette a girarli dietro inganni e violenze. Le giovani, infatti, si erano presentate a una selezione per modelle e non di attrici porno. Così come pubblicizzava in un primo momento il sito.
Poi però sono state convinte a girare un video hard dicendo loro che non sarebbe stato pubblicato su Internet, ma stampato su dvd per mercati fuori dagli Stati Uniti. Molte di loro sono state costrette a partecipare dietro minacce o ricatti. Il video, in realtà, è finito subito su internet, per intero o in clip, distribuito proprio negli Stati Uniti, e, naturalmente, è stato pubblicato anche su Ponrhub, nella sezione di “Girls Do Porn”, incluso tra gli account accreditati del portale.
I giudici di San Diego hanno accertato che i responsabili di “Girls Do Porn” hanno obbligato le donne che si erano presentate al casting per modelle a firmare documenti senza leggere e le hanno anche minacciate di azioni legali. Alcune ragazze sono state di fatto sequestrate, obbligandole a non lasciare i luoghi delle riprese finché i video non fossero stati completati. Altre ancora sono state costrette a compiere atti sessuali contro la loro volontà, dietro minacce, anche di non potersene andare. Come riporta Il Fatto Quotidiano.
I titolari del sito, dunque, hanno compiuto vere e proprie aggressioni e violenze sessuali, insieme alla truffa del finto casting di modelle. Tra le vittime, 22 ragazze hanno sporto denuncia e i giudici californiani hanno dato loro ragione, condannando i proprietari di “Girls Do Porn” e fissando un risarcimento di 13 milioni di dollari per le vittime.
Nell’ottobre del 2019, il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiuso il sito “Girls Do Porn”, che fino a quel momento era rimasto tra gli account accreditati nelle liste di Pornhub. Nonostante il processo già in corso. Pornhub non avrebbe fatto nulla per rimuovere i video illegali sulle ragazze vittime di truffa e violenze. Solo dopo la chiusura da parte delle autorità il sito sarebbe stato cancellato anche da Pornhub. Tuttavia, tra le vittime, c’ì chi sostiene che i video incriminati erano ancora visibili su Pornhub fino al 12 dicembre 2019.
Prima ancora della cancellazione del sito “Girls Do Porn”, molte delle giovani vittime avevano cercato di entrare in contatto con Pornhub, tra il 2009 e il 2016, per far rimuovere dal portale i video che li riguardavano, ma da Pornhub non hanno mai avuto alcuna risposta.
Le mancate risposte, i ritardi e le lentezze del portale nel rimuovere i video di violenze, sui quali nel frattempo ha avuto traffico web e guadagnato soldi, hanno portato 40 giovani vittime a denunciare Pornhub. Ognuna chiede un milione di dollari di risarcimento al portale di proprietà della società canadese MindGeek.
Ulteriori guai per il portale nel frattempo ha continuato a cancellare video non verificati, ora scesi a 2,9 milioni dai 13,5 milioni che erano ancora accessibili fino a una settimana fa.
Per i servizi a pagamento, invece, dopo l’addio di Mastercard e Visa, l’unico strumento che possono usare gli utenti sono i BitCoin.
Che ne pensate unimamme di questa vicenda?
Le donne di casa Klum si prestano come testimonial per Intimissimi: da nonna Erna a…
Come scegliere i nomi per gemelli: una guida pratica per i genitori che stanno per…
Che Pia Fico Balotelli abbia preso dal padre Mario, attualmente attaccante del Genoa? La sua…
Introduzione al mondo delle notizie per i bambini: come fare a mostrare loro il mondo,…
In base al tipo di lavoro che fate (o allo stato della gravidanza) potreste dovere…
Seggiolino in auto obbligatorio per i bambini: ecco cosa dice il Codice della Strada (e…