L’ultima novità sul tampone rapido antigenico “per tutti”: è arrivata la conferma del Ministero della Salute. Cosa bisogna sapere
I test rapidi antigenici sono quelli che permettono in poco tempo di rilevare il Coronavirus, evidenziando la presenza di proteine virali e antigeni. Servono per capire se siamo entrati in contatto con il virus e danno una risposta in 10-15 minuti.
Sebbene siano meno precisi dei tamponi molecolari naso faringei, che invece evidenziano la presenza di RNA, il materiale genetico del Coronavirus, i test antigenici sono molto utili per tracciare rapidamente gli infetti e i loro possibili contatti, ed interrompere così la catena di trasmissione del virus.
I test rapidi, lo ricordiamo, erano già stati ritenuti efficaci come i tamponi molecolari secondo uno studio dell’Istituto Lazzaro Spallanzani.
Nelle ultime settimane è però sorta una controversia in merito ai test antigenici, perché alcune Regioni italiane, avevano iniziato a conteggiarli, insieme ai tamponi molecolari, nel numero quotidiano dei positivi al virus. Ecco cosa è cambiato.
Lo scorso novembre, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Lazio avevano iniziato a includere nel conteggio quotidiano dei positivi al Coronavirus anche i risultati dei test antigenici, insieme a quelli dei tamponi molecolari PCR.
Un metodo contestato dal Ministero della Salute perché aveva dato luogo a un’asimmetria nei calcoli dei test delle regioni, che aveva sollevato confusione e dubbi.
Il Ministero della Salute aveva pertanto ordinato alle Regioni di conteggiare solo tamponi molecolari. La Valle d’Aosta si era adeguata già il 3 dicembre, mentre il Piemonte ha impiegato più tempo, circa 20 giorni. Invece, Lazio e Veneto hanno ignorato le indicazioni del Ministero e hanno continuato a sommare i dati di test antigenici e tamponi molecolari.
La giunta regionale del Piemonte, poi, era stata travolta da una polemica politica, dopo che erano stati cancellati alla Regione oltre 200mila test antigenici effettuati a novembre, perché ritenuti non validi ai fini dei calcoli di uno dei 21 parametri che stabiliscono i criteri di assegnazione alle Regioni delle aree di rischio differenziate in base ai colori (zona rossa, arancione, gialle).
Ora, però, cambia tutto: il Ministero della Salute calcolerà anche i test antigenici e non solo i tamponi molecolari. L’annuncio è stato dato dall’assessore piemontese alla Sanità Luigi Icardi, alla conclusione della riunione straordinaria della Commissione Salute di cui è coordinatore nazionale, convocata proprio per dirimere la questione, come riporta La Stampa. Il Piemonte, dunque, è riuscito a imporre il proprio sistema di calcolo.
A breve dovrebbe uscire la circolare del Ministero della Salute che equipara i test rapidi antigenici ai tamponi molecolari. In questo modo i test rapidi entreranno nel conteggio quotidiano della Protezione Civile sui tamponi effettuati e i positivi trovati.
Un’altra novità importante è che in caso di test antigenico positivo non sarà più necessario fare il tampone molecolare di conferma, come è adesso. In questo modo si riduce l’attesa per il cittadino trovato positivo all’antigenico e anche per coloro che aspettano un tampone molecolare.
Infine, la circolare potrebbe prevedere che per dichiarare conclusa l’infezione, al termine del periodo di isolamento per positività al virus, sarà sufficiente il test antigenico e non più o non solo il tampone molecolare.
Vi ricordiamo anche tutti i casi in cui è necessario fare un tampone.
Che ne pensate unimamme di questa decisione?
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