L’Istat ha rilasciato gli ultimi dati sulla natalità del 2019 e ha evidenziato anche come l’età media delle mamme si è alzata.
Il decremento delle nascite è un problema che l’Italia sta portando avanti da diversi anni.
I giovani non sono più invogliati a mettere su famiglia e le motivazioni sono diverse: dalla mancanza di lavoro che non permette di crearsi una propria indipendenza economica fino al cambiamento culturale che stiamo vivendo.
La maggior parte delle donne, giustamente, ha iniziato a investire di più sulla propria formazione e sul fatto di raggiungere buoni risultati a lavoro. Cosa che, ovviamente, mal si abbina con la maternità.
Queste motivazioni sono ricadute sulla natalità in generale in Italia, cosa che ha portato a un suo decremento.
Dal 2008 ad oggi le nascite sono diminuite di 156.575 mila unità. Un dato abbastanza allarmante soprattutto se riportato a quello che si sta vivendo oggi, dove i morti a causa del Covid19 sono quasi 70 mila.
Il report divulgato dall’Istat ha evidenziato anche altri fattori, come il fatto che sono aumentati i bambini nati al di fuori del matrimonio; un dato che riflette il decremento delle nozze già a partire dal 2014. E anche un elemento non di poco conto: cioè che anche i migranti nel nostro Paese hanno diminuito nel fare figli.
In questo ultimo periodo la fecondità delle italiane è cambiata tantissimo. Come si è detto anche sopra sono sempre di più le donne che antempongono la carriera e la propria formazione alla maternità.
Un’evoluzione che si è verificata a partire dal 1995 e che è continuata ai giorni d’oggi. Le regioni d’Italia ad essere maggiormente interessate da questo fenomeno sono quelle Nord e del Centro, mentre nel Mezzogiorno è proseguito il fenomeno della denatalità a causa della posticipazione delle nascite.
A causa, quindi, di tutte le motivazioni elencate sopra: crisi economica, ricerca di indipendenza e formazione. Le donne residenti in Italia hanno accentuato il rinvio dell’esperienza riproduttiva verso età sempre più avanzate.
Rispetto al 1995, l’età media al parto aumenta di oltre due anni (era fissata intorno ai 29 anni), arrivando a toccare i 32,1 anni. Anche l’età media alla nascita del primo figlio aumenta, attestandosi ai 31,3 anni (cioè 3,3 anni in più rispetto al 1995).
Si è notato come il fenomeno interessi maggiormente le regioni del Centro Italia che sono quelle che presentano il calendario più posticipato, fissato intorno ai 32,5 anni.
Tanto che le madri nel Lazio hanno un’età media al parto pari ai 32,6 anni, superate solo da quelle della Basilicata e della Sardegna che si assestano sui 32,8 anni.
Di conseguenza ne segue che osservando i dati sulla fecondità per età del 1995, del 2010 (italiane e totale residenti) e del 2019 (italiane e totale residenti) si osserva uno spostamento della fecondità verso età sempre più mature.
Così citando il report dell’Istat che è facilmente consultabile sul sito dell’Istituto, ecco cosa vi si trova scritto: “Rispetto al 1995, i tassi di fecondità sono cresciuti nelle età superiori a 30 anni mentre continuano a diminuire tra le donne più giovani. Questo fenomeno è ancora più accentuato considerando le sole cittadine italiane per le quali, confrontando la fecondità del 2019 con quella del 2010, il recupero della posticipazione si osserva solo a partire dai 40 anni”.
E voi unimamme eravate a conoscenza di questi dati?
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