Famiglia con figlio disabile non trova casa in affitto. L’appello di un papà.
Chi ha più bisogno di aiuto si vede rifiutare anche l’essenziale. Un papà dell’Astigiano ha lanciato un appello perché non riesce a trovare casa in affitto per la sua famiglia.
La motivazione all’origine di questo problema è sconcertante. Di seguito vi raccontiamo la storia di questa famiglia.
Gianluca Rametta vive a Incisa Scapaccino, in provincia di Asti, ha una moglie e due figli di 9 e 10 anni. Il più piccolo ha una disabilità, un problema neurologico che non gli consente di camminare. Un problema dovuto al fatto che è nato prematuro e ha avuto problemi fin dalla nascita, come spiega il padre. Il bambino richiede continua assistenza e per questo motivo la madre non può lavorare ma sta a casa con lui.
Solo il papà lavora, di mestiere fa il cuoco ed è impegnato soprattutto in montagna, come cuoco stagionale durante la stagione invernale e quella estiva. Rametta ha spiegato che lavorava a Courmayeur, nota località sciistica della Valle d’Aosta. La pandemia, purtroppo, ha ridotto nettamente le sue occasioni di lavoro e in questo momento il papà non può spostarsi per andare così lontano.
La casa dove la famiglia ha abitato finora è stata messa in vendita dal proprietario. Il papà così si è trovato a dover cercare casa senza avere un lavoro e né contratto che fornisse una garanzia economica alle agenzie immobiliari. Alcune agenzie, poi, richiedono che siano entrambi i coniugi a lavorare.
Il problema, però, non è solo di natura economica. Un ulteriore motivo per cui Gianluca Rametta non trova casa è per via del figlio con disabilità. Data la precaria situazione economica della famiglia, il papà non è considerato un buon pagatore, se un domani non riuscisse più a pagare l’affitto di casa, il proprietario non potrà dare lo sfratto alla famiglia a causa della presenza del figlio disabile in casa. Per legge, infatti, non si possono mettere per strada le famiglie disabili.
Purtroppo non è l’unico caso che si è verificato in Italia. Sono vicende drammatiche perché proprio quelle famiglie che hanno più difficoltà vengono lasciate sole. La domanda per chiedere la sistemazione in una casa popolare, poi, come sappiamo va molto per le lunghe.
“Sono quattro anni che chiedo una casa popolare, anche se ho sempre aspettato a fare domanda sperando di trovare il modo di cavarmela da solo”, ha spiegato Gianluca Rametta a Repubblica edizione di Torino che ha raccontato la sua storia. “Purtroppo non ci sono riuscito e ora non sono in graduatoria. Mi servirebbe una soluzione solo per il tempo necessario a risollevarmi, poi lascerei la casa a chi ne ha più bisogno. Ora però devo trovare un tetto per la mia famiglia”. La famiglia, infatti, rischia di rimanere in mezzo a una strada a gennaio.
Quasi un anno fa vi avevamo raccontato un’altra storia simile, quella di una mamma di un bambino autistico che rischiava di essere sfrattata dalla sua casa di Roma perché non riusciva a pagare l’affitto.
Che ne pensate di questa vicenda, unimamme?
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