Ultime interessanti scoperte sul Covid e la relazione con melatonina e sonno. Gli studi scientifici da conoscere.
Mentre siamo in trepida attesa dell’arrivo del vaccino anti-Covid anche in Italia, dopo l’approvazione di quello di Pfizer Biontech da parte dell’agenzia europea EMA e di quella italiana AIFA, arrivano notizie promettenti sugli strumenti per combattere il contagio da Coronavirus e i sintomi della malattia.
Un valido aiuto potrebbe arrivare da una sostanza comunissima, di cui già disponiamo tutti e di facile reperibilità, oltre che estremamente economica. Non esistono ancora dati definitivi, ma dai primi studi scientifici ci sarebbe più di una speranza, ecco di cosa si tratta.
Le ricerche di uno studioso americano di origine cinese potrebbero rivoluzionare il trattamento dell’infezione da nuovo Coronavirus Sars-CoV-2. Abituato a studiare altri tipi di coronavirus, in Cina e in Arabia Saudita, Feixiong Cheng è giunto alla conclusione che una sostanza molto comune e lo stato che induce può aiutarci a combattere la pandemia e i suoi effetti più devastanti.
Questa sostanza è la melatonina e insieme al sonno, che induce, potrebbe ridurre i contagi e soprattutto i sintomi più gravi. Lo studioso è giunto a questa conclusione, analizzando il virus con l’intelligenza artificiale. Studi che Cheng aveva iniziato subito, quando non era ancora stata dichiarata la pandemia dall’OMS e il virus aveva contagiato poche decine di migliaia di persone e causato morti ancora contenute. Eravamo ancora all’inizio del 2020 e si pensava che il Coronavirus avesse colpito quasi solo la Cina. Nessuno immaginava di arrivare dove saremmo arrivati, con oltre 78milioni di persone contagiate nel mondo e più di un 1.725mila morti. Secondo i dati della Johns Hopkins University al 23 dicembre.
Con lungimiranza, invece, Feixiong Cheng già lo scorso gennaio aveva studiato la struttura del virus per cercare inizi nascosti sul suo meccanismo di funzionamento, prevedere come entra nelle cellule umane e che cosa potrebbe fermarlo. Nella sua analisi, il ricercatore si si era avvalso dell’uso dell’intelligenza artificiale ed è giunto alla conclusione che la melatonina è in grado di bloccare potenzialmente il Coronavirus.
Come sappiamo, la melatonina è conosciuta anche come l’ormone del sonno, perché ci induce a questo stato, quando si fa buio, regolando i nostri ritmi circadiani. Quando scende la notte, infatti, le ghiandole pineali del nostro cervello secernono melatonina che fluiscono nel sangue, dandoci quello stato di rilassatezza che ci fa venire sonno.
La melatonina come sostanza per fermare il Coronavirus non era certo la prima cosa a cui pensare per contenere la pandemia. Altri studiosi, tuttavia, hanno cominciato a evidenziare la sua funzione protettiva del sistema immunitario. Infatti, oltre agli effetti sul sonno, la melatonina svolge un ruolo importante nella calibrazione del sistema immunitario, ovvero impedisce che le risposte di auto protezione dell’organismo vadano in tilt, fungendo da moderatore.
Un ruolo fondamentale quindi, perché, come abbiamo visto in questi mesi di pandemia, uno dei problemi principali dell’infezione da Coronavirus è stato il precipitare rapidamente di molti casi di Covid-19 da una condizione lieve o tranquilla a una di pericolo di vita. Una situazione che si viene a creare per una reazione esagerata del sistema immunitario (la tempesta di citochine).
Feixiong Cheng ha condotto ulteriori studi e la melatonina continuava a emergere per il suo ruolo nell’infezione e nel decorso della malattia. Dalle nuove analisi è risultato che le persone che assumevano melatonina avevano probabilità molto ridotte di sviluppare la malattia Covid-19 e ancora meno di morirci. Altri studi di altri ricercatori hanno confermato queste conclusioni.
Uno studio della Columbia University ha scoperto che i pazienti intubati avevano percentuali migliori di sopravvivenza se avevano ricevuto melatonina.
Lo stesso presidente Usa Donald Trump quando si è ammalato di Covid ed è stato trasferito all’ospedale militare Walter Reed National Military Medical Center ha ricevuto diverse terapia sperimentali, tra cui la somministrazione di melatonina.
Al momento sono in corso 8 studi clinici in tutto il mondo per verificare se esiste una correlazione tra melatonina e contenimento del Coronavirus. La ricerca scientifica sta dedicando molta attenzione a questo tipo di trattamento.
Perché se la melatonina fosse davvero utile alle persone contro il Covid-19 sarebbe la medicina più economica e più facilmente accessibile. A differenza di farmaci più costosi, come gli anticorpi monoclonali e il remdesivir, la melatonina è molto meno costosa e largamente disponibile. Già possiamo acquistarla in farmacia ma che al supermercato come integratore per favorire il sonno. Le persone potrebbero assumerla subito, senza bisogno di studi clinici, appunto perché è già ampiamente utilizzata e sicura. Sarebbe un validissimo aiuto contro il Covid-19 prima che con il vaccino possa essere immunizzata una parte sufficiente di popolazione.
Nonostante questi primi risultati incoraggianti, tuttavia, Feixiong Cheng è molto cauto. Al momento lo studioso non ne raccomanda l’utilizzo come medicina anti-Covid, perché come tutte le sostanze in grado di rallentare il sistema nervoso centrale non va assunta con leggerezza. Inoltre, sottolinea, la correlazione tra assunzione di melatonina e riduzione del Covid-19 e dei suoi effetti è ancora tutta da dimostrare appieno. Perché i risultati positivi finora osservati potrebbero dipendere da una correlazione spuria o essere semplicemente il segnale qualcos’altro che sta effettivamente migliorando le condizioni delle persone.
Secondo Feixiong Cheng, gli effetti positivi sui pazienti Covid-19 potrebbero dipendere non tanto dalla melatonina ma dalla funzione che controlla, ovvero il sonno. Se è così, non ci sarebbe nemmeno bisogno di assumere melatonina ma semplicemente dormire di più. Al limite assumerla solo come integratore per agevolare il sonno.
Tra gli effetti del Covid, anche a lungo termine, ci sono i problemi del sonno. Moltissimi pazienti Covid, infatti, hanno lamentato di soffrire di insonnia, anche dopo che erano guariti. In un primo momento i medici pensavano che i disturbi del sonno dipendessero da stati di ansia creati dalla malattia. Quando, però, la diffusione di questi problemi è emersa su scala mondiale, hanno capito che c’era dell’altro.
Non erano o non erano soltanto i pazienti ad essere nervosi o spaventati a causa del Covid-19, ma era la malattia a interferire con il sistema nervoso centrale e alterare i delicati equilibri del sonno, anche con effetti a lungo termine. Pertanto, è importante capire anche come il Covid influisce sul sonno e a sua volta come il sonno influisce sulla malattia.
Valutare meglio i legami tra l’immunità e il sistema nervoso potrebbe essere centrale per comprendere il Covid-19 e per prevenirlo. È la conclusione degli studiosi.
Le ricerche su Covid-19 e melatonina e l’importanza del sonno sono state trattate in un approfondimento pubblicato da The Atlantic.
Che ne pensate unimamme di questi studi?
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