Uno scienziato dell’University of Rochester fa chiarezza su come poter essere più felici nel 2021.
Unimamme, è normale, approssimandosi la fine dell’anno, fare progetti per quello venturo.
Questi riguardano la salute, il lavoro e tanti altri ambiti della vita quotidiana per migliorare la nostra attuale situazione.
Ora però arriva una nuova ricerca della University of Rochester ci può dare qualche spunto in più per concretizzare in maniera proficua i nostri obiettivi per l’anno nuovo.
Lo scienziato, esperto internazionale di ricerca motivazionale e professore emerito di psicologia alla Universityof Rochester, ha spiegato che qualunque suo collega avrebbe sentimenti ambivalenti sui cosiddetti, “buoni propositi” per l’anno a venire.
“L’evidenza mostra che la maggior parte delle persone non hanno successo con essi“. Ryan, che è anche uno psicologo clinico, riflette però che ogni occasione che ci consente di pensare alla nostra vita è comunque una buona cosa.
Per questo non deve essere necessariamente Capodanno. “Ogni volta che ciò accade, se è davvero un cambiamento, può essere un bene per le persone”.
Il professor Ryan ha anche un suggerimento, ovvero ciò che risulta più soddisfacente potrebbe essere ciò che è più necessario mentre ci troviamo in questo particolare periodo storico segnato dall’emergenza Covid – 19, e sono gli obiettivi che prevedono di aiutare gli altri.
Sempre questo psicologo ci consiglia di riflettere su come si possa aiutare il prossimo fissando obiettivi che puntano a questo. Ad essi si aggiungerà anche il nostro benessere.
Il professor Ryan, insieme al professore emerito Edward Deci, è cofondatore della teoria di auto determinazione.
Secondo queste teoria tutti gli esseri umani hanno la tendenza a comportarsi in modo efficace e salutare.
Gli atti volontari di aiuto verso le altre persone soddisfano tutti e 3 i bisogni psicologici fondamentali identificati nella teoria di auto determinazione, ovvero autonomia, competenza e parentela.
Autonomia può voler dire impegnarsi in attività per le quali si sente una vera volontà e si trova valore personale.
Competenza significa sentirsi efficaci e avere senso di realizzazione. Relazionarsi invece vuol dire lavorare e sentirsi a contatto con gli altri.
In conclusione il professor Ryan ci invita a “pensare a come si può contribuire al mondo. Tutti e tre i bisogni fondamentali sarebbero soddisfatti. La ricerca mostra che questo non è solo un bene per il mondo, ma anche per te“.
Insomma la felicità è oggetto di studi, tanto da essere diventata materia universitaria.
Unimamme, voi cosa ne pensate? Anche voi, ogni anno, fate dei buoni propositi per il successivo?
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