Influenza: ecco come sta andando l’epidemia in Italia. Gli ultimi dati aggiornati.
La stagione influenzale 2020/2021 quest’anno è ufficialmente cominciata in autunno inoltrato, più tardi rispetto alla metà di ottobre, periodo in cui parte la sorveglianza epidemica e solitamente si verificano i primi casi.
Quest’anno, infatti, sono stati segnalati pochissimi casi di contagio da virus influenzale, per merito delle restrizioni anti-Covid e delle misure di prevenzione come l’uso di mascherine e il distanziamento. Infatti, il nuovo Coronavirus Sars-CoV-2 e l’influenza sono virus respiratori che si trasmettono allo stesso modo: con le goccioline di saliva da una persona all’altra e toccandosi il viso, dopo aver toccato oggetti infetti senza aver lavato o igienizzato le mani.
La grande differenza, tuttavia, è che il Coronavirus è molto più contagioso – si trasmette facilmente anche da persone asintomatiche, presintomatiche o paucisintomatoche – e soprattutto è molto più grave e letale. Ci si ammala in modo più serio da Covid e soprattutto si muore di più. Un concetto che bisogna ripetere ogni volta, di fronte alle continue posizioni minimizzanti.
Del resto, lo aveva già spiegato molto bene il prof. Roberto Burioni a inizio pandemia, quando descrisse le differenze dei due virus: il Coronavirus, infatti, scende più in profondità nell’apparato respiratorio e può provocare una polmonite virale, molto grave, mentre l’influenza si ferma prima, alla trachea e ai bronchi, e la polmonite che può manifestarsi è una infezione batterica secondaria, dovuta all’indebolimento del fisico. Una polmonite che si cura con gli antibiotici, mentre quella virale causata dal Coronavirus può essere solo trattata nei sintomi, con ossigeno e alcune terapia antivirali sperimentali.
Riguardo alla stagione influenzale 2020-2021, finora non vi abbiamo riportato i bollettini settimanali sui contagi, perché i casi di influenza quest’anno sono stati davvero molto pochi. Inoltre, la raccolta dei dati sui contagi è arrivata in ritardo, rallentata dall’emergenza Covid che proprio all’inizio della stagione influenzale ha dato il via a una seconda ondata, con aumento esponenziale dei casi, finché non sono state introdotte nuove misure restrittive a fine ottobre (le zone a colori: gialla, arancione e rossa).
A fine novembre, un mese fa, i casi di influenza in Italia erano ancora molto pochi. I numeri continuano a restare bassi, merito, come abbiamo detto, delle misure di prevenzione anti-Covid (mascherine, distanziamento, igiene delle mani e chiusure), ma anche da una maggiore adesione dei cittadini alla vaccinazione antinfluenzale. Infatti quest’anno, invece di buttare via interi lotti di vaccini come negli anni passati, c’è stata la fila davanti agli studi medici. Non tutti hanno potuto ricevere il vaccino contro l’influenza, a causa delle numerose richieste. Comunque in molte regioni sono stati vaccinati i soggetti a rischio: anziani e persone affette da patologie croniche.
A fine settembre, vi avevamo segnalato il primo caso di influenza registrato in Italia. Riguardava un bambino di 9 mesi, contagiato dal ceppo di tipo A del virus influenzale.
A parte questo caso isolato, tuttavia, l’influenza quest’anno è quasi scomparsa dal nostro Paese. È ancora presto per trarre delle conclusioni e occorre aspettare ancora la metà-fine di gennaio, periodo in cui di solito si verifica il picco influenzale. Nulla esclude, tuttavia, anche da noi si possa verificare una situazione simile a quella dell’Australia dove l’influenza stagionale è spartita, la scorsa estate (quando nell’emisfero australe era inverno).
Intanto, i casi di influenza in Italia sono al minimo storico. L’ultimo bollettino settimanale di Influnet, riferito alla settimana dal 21 al 27 dicembre (aggiornato al 30 dicembre), riporta che in Italia nella 52^ settimana del 2020, i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 92.000, per un totale di circa 1.265.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza.
L’incidenza delle sindromi simil-influenzali è stabile e sotto la soglia basale, con un valore pari a 1,5 casi per mille assistiti. Nella scorsa stagione in questa stessa settimana, invece, il livello di incidenza era pari a 3,9 casi per mille assistiti.
Va tuttavia precisato che a causa dell’emergenza Covid-19, le Province Autonome di Bolzano e Trento, le Regioni Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria non hanno ancora attivato la sorveglianza.
Mentre in tutte le Regioni italiane che hanno attivato la sorveglianza, il livello di incidenza delle sindromi simil-influenzali è sotto la soglia basale, tranne in Valle d’Aosta.
Nella settimana dal 21 al 27 dicembre, si legge nel bollettino, in Italia sono stati segnalati 80 campioni clinici ricevuti dai diversi laboratori della rete InfluNet (su un totale di 1.057 campioni analizzati dall’inizio della sorveglianza), nessuno è risultato positivo al virus influenzale. Invece, tra questi campioni, 11 sono risultati positivi al virus Sars-CoV-2 (157 dall’inizio della sorveglianza).
L’incidenza delle sindromi simil-influenzali, abbiamo detto, è a livello generale di 1,5 casi ogni mille assistiti. Così suddivisa per fasce di età:
Ulteriori dettagli sul Rapporto Influnet della 52^ settimana del 2020.
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