DPCM Covid: cosa accadrà in Italia dopo il 15 gennaio. I possibili scenari.
Sono gli ultimi giorni delle festività natalizie, il 7 gennaio riapriranno le scuole, anche le superiori come hanno annunciato i prefetti, e dallo stesso giorno tornerà in vigore il sistema dell’assegnazione alle regioni dei colori a seconda dei rischi di contagio, basati sull’indice Rt e sui 21 parametri stabiliti dalla Cabina di regia sul Covid.
Presto, dunque, si tornerà al sistema di chiusure e limitazioni precedente al periodo natalizio. Niente più alternanza di giorni rossi e arancioni, ma colori corrispondenti al rischio assegnati su base regionale e con l’aumento dell’indice di contagio, purtroppo, alcune regioni rischiano di rimanere in zona rossa anche dopo l’Epifania.
Inoltre, ricordiamo che l’ultimo DPCM di Conte risale al 3 dicembre scorso e avrà efficacia fino al 15 gennaio, in parte rivisto dalle norme introdotte con il Decreto Natale che, come abbiamo visto, ha introdotto i giorni rossi e arancioni su tutta Italia per il periodo festivo, con nuove limitazioni agli spostamenti e disposizioni sulle visite a parenti e amici.
Cosa succederà in Italia dal 15 gennaio? Potranno riaprire palestre, cinema e teatri? Scopriamo insieme quali potranno essere i possibili scenari.
Dopo Natale e Capodanno, questi sono gli ultimi giorni festivi di zona rossa in Italia, eccetto la parentesi arancione di lunedì 4 gennaio, poi dopo l’Epifania si esauriranno le disposizioni del Decreto Natale, riapriranno le scuole (al 50% anche quelle che erano tornate alla didattica a distanza) e si tornerà al sistema precedente al periodo natalizio di assegnazione dei colori rosso, arancione e giallo alle regioni a seconda della diffusione dei contagi da Coronavirus.
Il 15 gennaio, invece, scadranno le norme introdotte sul territorio nazionale con il DPCM del 3 dicembre, quello che ha prorogato la chiusura delle palestre, delle piscine, dei cinema e dei teatri. A distanza appena due settimane e con i contagi in aumento è altamente improbabile che cinema, teatri, palestre e piscine riaprano dopo il 15 gennaio. È molto probabile, infatti, che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte proroghi ulteriormente queste chiusure con il prossimo DPCM.
La ripresa dei contagi in questi giorni di festa lascia sempre più prevedere l’arrivo, ormai quasi certo, di una terza ondata intorno alla metà di gennaio. Con il rischio che vegano disposte ulteriori chiusure, o diverse regioni tornino in zona rossa, piuttosto che disporre delle riaperture. Un altro timore molto concreto, poi, è la diffusione della variante inglese del Coronavirus, molto più contagiosa e con casi che si sono già manifestati in Italia.
Il governo ha precisato che ogni decisione su eventuali riaperture sarà presa sulla base dei dati epidemiologici che arriveranno dopo l’Epifania, ovvero dopo il 6 gennaio.
Tra le attività per le quali era prevista l’apertura dopo il periodo natalizio ci sono gli impianti sciistici, rimasti chiusi per evitare la diffusione dei contagi proprio nell’anno in cui a Natale è nevicato molto in montagna. I gestori hanno dovuto rinunciare a una stagione che sarebbe stata ottimale se non ci fosse stata la pandemia.
Gli impianti sciistici avrebbero dovuto aprire il 7 gennaio ma l’apertura è stata posticipata al 18 gennaio 2021 da un’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza il 2 gennaio.
Il ministro ha accolto la richiesta di rinvio della riapertura degli impianti che regioni e province avevano inoltrato attraverso lettera del presidente della conferenza Stefano Bonaccini, seguendo il parere del Comitato Tecnico Scientifico.
Anche sul ritorno alle lezioni scolastiche in presenza, alle superiori (chiuse da fine ottobre), sono stati espressi dei dubbi da alcuni esperti di sanità. I prefetti, come ha comunicato il Ministero dell’Interno a fine anno, avevano garantito la ripresa dell’attività didattica in presenza a partire dal 7 gennaio con soluzioni differenziate a livello territoriale. Dopo accordi con i comparti della scuola e dei trasporti a livello provinciale, erano state introdotte delle misure per la riapertura delle scuole almeno al 50%, come previsto dall’ultima ordinanza del Ministero della Salute. Nelle varie regioni sono stati introdotti turni di ingresso e di uscita negli istituti, frequenza anche il sabato (dove è in vigore la settimana corta) e riduzione dell’ora di lezione a 45/50 minuti. Le perplessità, tuttavia, rimangono.
Ricordiamo anche che il 31 gennaio scadrà lo stato di emergenza dichiarato dal Governo un anno fa, a causa dell’epidemia di Coronavirus, che inizialmente sembrava fosse presente solo in Cina, e che è stato prorogato di volta in volta. Non si esclude che possa essere prorogato di nuovo, a causa dell’imminente terza ondata di contagi e della gestione del piano di vaccinazione anti-Covid su larga scala.
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