Riapertura scuole il 7 gennaio? La data è a rischio. Vi spieghiamo il perché.
Non abbiamo fatto in tempo ad annunciare la riapertura di tutte le scuole il 7 gennaio prossimo, grazie ai piani messi a punto dai prefetti, che già si sollevano dubbi sull’opportunità di tornare in classe giovedì prossimo, tra appena cinque giorni, quando saranno finite le vacanze di Natale.
Secondo alcuni esperti, non è consigliabile riaprire le scuole il 7 gennaio a causa della ripresa dei contagi di Coronavirus negli ultimi giorni, con il rapporto tra positivi e tamponi che oggi è balzato al 17,61% dal 14,10% di ieri, 1° gennaio, e dal 9,58% del 30 dicembre. Da una media intorno al 10% nei giorni di Natale la nuova risalita dei contagi potrebbe essere il preludio della temuta terza ondata, che ormai sembra certo che si verificherà.
Per questo motivo si chiede di rimandare il rientro in classe dei ragazzi delle superiori, che dalla fine di ottobre seguono le lezioni con la didattica a distanza. Un’altra problematica che è stata sottolineata è quella della difficile attuazione pratica dei piani dei perfetti, che pure erano stati annunciati come cosa fatta. Ecco cosa bisogna sapere sulla situazione e sulle possibilità che le scuole non riaprano dopo le feste.
Tra gli esperti, il primo ad esprimere dubbi sulla riapertura delle scuole il 7 gennaio è stato Walter Ricciardi, ex presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e consigliere del ministro della Salute. Seciondi Ricciardi “il lockdown natalizio andrebbe prolungato almeno fino a metà gennaio e non ci sono le condizioni per riaprire le scuole tra una settimana“.
Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale di Milano, ha espresso allo stesso modo delle preoccupazioni sulla circolazione del virus e sul traffico che aumenta alla riapertura delle scuole. Secondo il virologo, tuttavia, “ha senso il tentativo di riaprirle parzialmente per valutare nel tempo gli effetti ed eventualmente ricalibrarsi“. Come ha dichiarato al quotidiano La Stampa.
Invece, dubbi sulla riapertura delle scuole tra pochi giorni sono stati espressi anche dal presidente del Veneto Luca Zaia. “Ho molte perplessità – ha detto -, ormai è assodato che le curve dei contagi siano collegate ovunque alla ripresa della scuola. I ragazzi hanno il diritto a una scuola in presenza. Se si contagiano, la letteratura dice che sono in molti casi asintomatici e con cariche virali alte. Un’aula scolastica rischia di essere il terreno di coltura per il virus che poi si propaga sui bus e fuori dall’istituto“.
Soprattutto, è l’Ordine dei Medici ad aver manifestato forti perplessità sulla riapertura delle scuole. Il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, ha dichiarato che i ragazzi possono essere mandati a scuola solo se tutta Italia diventa zona rossa. “Se davvero tutti stanno a casa, riducendo così la pressione sui trasporti, e se i ragazzi non possono aggregarsi fuori, i sistemi di tutela messi a punto all’interno delle scuole possono funzionare. Diversamente abbiamo visto che il sistema non ha funzionato, e che aprire le scuole comporta un aumento della diffusione del virus“, ha concluso Anelli.
Il matematico del Cnr Giovanni Sebastiani, citato da Adnkronos, ha dichiarato di essere “molto preoccupato dall’evoluzione dell’epidemia rispetto ad una riapertura delle scuole il 7 gennaio con didattica in presenza. Diversi studi scientifici – ha spiegato – mostrano che gli studenti delle superiori contribuiscono in modo significativo alla diffusione del virus”. Secondo il matematico è più ragionevole “ripartire con le scuole superiori nella seconda metà di gennaio, una volta verificati gli effetti delle misure del periodo di vacanze natalizie-inizio anno-Befana”.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, invece, “l‘impatto della chiusura e della riapertura delle scuole sulle dinamiche epidemiche rimane ancora poco chiaro“. Pertanto, la decisione di riaprire le scuole il 7 gennaio è politica, perché, sostengono gli esperti, “le scuole non sembrano provocare un aumento di contagi significativo al loro interno ma possono, a seconda del contesto esterno e della situazione epidemiologica, contribuire a rallentare o accelerare la diffusione del virus”.
Insomma, la questione scuole aperte a rischio contagio oppure no rimane aperta. Più che le scuole in sé, come ha rilevato anche l’Ordine dei Medici, il problema contagio è dovuto ai fattori esterni ma vicini alla scuola: trasporti, attività extrascolastiche dei ragazzi, famiglia.
Che ne pensate unimamme di questa decisione? Siete a favore o contro la riapertura delle scuole il 7 gennaio?
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