A quanto pare le varie fazioni politiche non sono ancora d’accordo su quando far riaprire la scuola, una data destinata ad essere posticipata. La nuova data per le scuole superiori.
Scuola che Odissea! Ed è proprio giusto definirla come uno dei poemi omerici, perché sì, da quando è iniziata la pandemia, le carte in tavola sulla scuola sono cambiate un miliardo di volte e ancora adesso non sembra che si sa trovata una soluzione.
Prima dell’inizio delle vacenze il Governo aveva annunciato a gran voce che finite le festività natalizie, tutti i ragazzi, compresi quelli delle superiori, sarebbero potuti tornare in classe.
Purtroppo però non sembra essere proprio così.
I contagi continuano ad aumentare e il fantasma di una terza ondata è sempre più realistico, nonostante l’arrivo del vaccino.
Come si è detto più volte, l’Italia non si può permettere di sprofondare in un ulteriore lockdown, visti gli effetti nefasti del primo.
Ma quando riaprirà la scuola?
Pare che il Consiglio dei ministri abbia trovato un accordo nel cuore della notte. Le due fazioni, composte dal Pd da una parte che voleva posticipare la riapertura dopo il 15 e il M5s e Iv dall’altra che volevano confermare la riapertura il 7, hanno trovato un accordo.
Sembra infatti che la ripresa dell’attività didattica slitti all’11 gennaio secondo il solito modello del 50% degli studenti nelle aule.
Inoltre pare proprio che sia stato il premier Giuseppe Conte a spingere affinché le due parti trovassero un punto sulla questione, superando l’empasse.
Il testo del nuovo decreto Covid, quindi, approvato in nottata “interviene sull’organizzazione dell’attività didattica nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, con la previsione della ripresa dell’attività in presenza, per il 50 per cento degli studenti, a partire dal prossimo 11 gennaio“.
Durante il Cdm si è discusso vivacemente sul tema. Il capo di delegazione del Pd, Dario Franceschini, appoggiato dall’area più rigorista del governo, era deciso a posticipare la riapertura delle scuole e dei licei, spostando il ritorno nei banchi “non prima del 15 gennaio“.
Fortemente contraria la ministra della scuola Lucia Azzolina, appoggiata con vigore dal M5s, pronta a ripartire proprio il 7 gennaio. Infatti per la ministra: “i contagi non sono imputabili alla scuola, non è quella la fonte dei focolai – si legge su Adnkronos – i nostri ragazzi hanno pagato sin troppo, basta chiedere loro sacrifici”. Come confermato anche dall’ultimo rapporto ISS sui contagi.
Nel frattempo però il dibattito ancora prosegue dal momento che il dl non è stato approvato definitivamente.
Dall’altra parte la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha fatto sapere di aver approntato un modello organizzativo sui trasporti scollegato dalla dimensione sanitaria perché è impossibile sapere come il virus si diffonde su pullman e bus.
Parole che però non sono piaciute al M5s e in particolar modo al capo di delegazione Alfonso Bonafede.
E voi unimamme cosa ne pensate di questo dibattito sulla scuola?
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