Come agire quando tuo figlio piccolo vuole sempre e solo mamma. I consigli defli esperti.
I bambini piccoli, di due o tre anni, tendono ad attaccarsi di più a un genitore, che solitamente è quasi sempre la mamma. Il loro attaccamento è così forte che spesso non permettono al papà di fare nulla. Questo lo fa la mamma! Voglio la mamma! Richieste che non si possono assolutamente mettere in discussione, altrimenti scoppia il finimondo.
La loro intransigenza è tale che il papà non può nemmeno aiutare la mamma nelle attività quotidiane di cura degli figli piccoli: cambiare un pannolino, fare il bagno al bambino, lavargli i denti o rimboccargli le coperte. La mamma è l’unica richiesta, con un grave carico di tutte le attività sulle sue spalle, nonostante la buona volontà del papà.
Cosa fare in questi casi? Cedere alle richieste dei figli o provare a cambiare la situazione? Alcuni esperti psicologi australiani hanno proposto una soluzione. Ecco come comportarsi.
Prima vi ricordiamo il trucco per non arrabbiarsi con i figli.
“Lo fa la mamma!”. Quanti papà si sono sentiti rivolgere queste parole dai figli piccoli mentre cercavano di aiutarli o cambiare loro il pannolino o fargli il bagnetto? I bambini di 2 o 3 anni tendono ad attaccarsi a un solo genitore e quel genitore è quasi sempre la mamma. I papà hanno poco da fare se i bambini li rifiutano oppure pretendono che a cambiarli, vestirli, fargli fare il bagnetto o per qualunque altra cosa da fare sia la mamma a farlo.
Alle volte questa esclusione è frustrante per i papà che vorrebbero occuparsi dei loro bambini, mostrando tutto il loro amore, e aiutare anche le mamme, alleggerendole nelle incombenze quotidiane. Di fronte alla risolutezza di quelli che un papà ha soprannominato “piccoli mostri“, tuttavia, c’è poco da fare. Se vogliono la mamma, vogliono la mamma.
I bambini vanno assecondati nelle loro richieste, perché quando sono piccoli non hanno ancora la capacità di sviluppare una relazione complessa con più persone. Hanno bisogno di attaccamento e lo imparano con una sola persona, che è la mamma di solito.
Questo non significa che i papà dovranno stare sempre lontano e non occuparsi dei loro bambini. Esistono dei metodi e delle strategie per abituarli a stare di più con i padri e a concedere spazio anche a loro.
L’attaccamento a uno solo dei genitori è un comportamento naturale. Dietro c’è un meccanismo evolutivo di adattamento che spinge in modo istintivo i bambini ad attaccarsi alla persona che più si prende cura di loro e da cui dipende la loro stessa vita. Poiché le madri si occupano di più dei figli, è naturale che i bambini formino un legame speciale con loro.
Quando i bambini diventano troppo selettivi, tuttavia, per l’altro genitore la situazione si complica, perché finisce per essere escluso da tutto. Per molti padri questa esclusione può essere causa di grande sofferenza, solitudine e gelosia.
Ci sono storie di papà che hanno raccontato di avere avuto una grandissima pazienza con il primo figlio, quando reclamava sempre la madre, e invece di aver agito in modo completamente diverso con il secondo figlio, imponendo la propria volontà nonostante le richieste del bambino.
Naturalmente, spiegano gli psicologi, non bisogna forzare ma nemmeno cedere sempre alle richieste o, peggio, ai capricci dei bambini. Con le dovute maniere e mostrando sensibilità, si possono conquistare anche i bambini e superare i loro rifiuti iniziali, cercando di far capire loro che possono esserci momenti in cui la mamma non c’è o è impegnata. Crescendo, poi, impareranno ad avere più relazioni in contemporanea con persone diverse.
Nel frattempo, fin quando un figlio è ancora piccolo il suo rifiuto, per quanto possa essere spiegato razionalmente, può essere doloroso per il papà.
Maggie Dent, autrice ed esperta di genitorialità, suggerisce come comportarsi per ridurre i rifiuti del bambino. Un primo suggerimento è quello di abituare lentamente il bambino a stare alternativamente prima con un genitore e poi con un altro. In modo da abituarlo a stare più tempo con il papà e fargli capire che non c’è solo la mamma.
Quando si tenta di cambiare le abitudini del bambino o si cerca di farlo stare di più con il papà, è importante creare un contesto divertente o rilassante, in modo che il bambino non soffra il distacco dalla madre, anche se momentaneo. I papà potranno improvvisare uno spettacolo divertente, cantare, ballare o fare qualunque altra cosa diverta i bambini o li tenga in uno stato di tranquillità, superando lo stress causato dall’assenza della madre.
In questo modo, i bambini a malapena si accorgeranno della mancanza della mamma e passeranno subito alla nuova situazione, assorbiti dalla novità.
A questo punto, Maggie Dent consiglia di organizzare periodicamente degli incontri con il papà. In questi appuntamenti, si raccomanda di fare attività in cui i padri sono bravissimi mentre le madri scarseggiano. Un altro modo per conquistare la fiducia dei figli e rafforzare il legame con loro.
Ad esempio, il papà potrebbe costruire la pista dei trenini dei figli, in questo modo potrà riuscire a ricevere la loro attenzione e catturare anche la loro fiducia. Se la mamma è colei che cambia i pannolini, fa il bagnetto e mette a letto i bambini, il papà è colui che costruisce i giochi e insegna i bambini a usarli.
È importante, a sua volta, che la mamma collabori mostrandosi scarsa o incapace nel fare qualcosa e permettere così al papà di intervenire per risolvere il problema e diventare importante agli occhi dei figli. In questo modo si formano delle nuove abitudini in famiglia. I bambini imparano che c’è il momento della mamma e quello del papà. Entrambe figure indispensabili alla loro crescita. Questo serve ai bambini anche per imparare le regole e la disciplina, evitando di trovare una scorciatoia nel genitore preferito.
Per evitare di causare ai bambini troppo stress nel cambiamento e alleviare il loro disagio quando il loro genitore preferito non è presente o si assenta, usate la dolcezza, consiglia l’esperta. Un sorriso, una carezza ai capelli. Un modo per metterli a loro agio e fargli sentire che comunque mamma c’è.
Il genitore escluso e rifiutato, invece, il papà non deve prendersela troppo. Come abbiamo spiegato sopra, il rifiuto da parte di un figlio piccolo è naturale e non dipende dal papà ma dalla scelta e dal desiderio di autonomia del bambino che sta imparando a costruire una relazione solida. Soprattutto, il papà non deve mostrare il proprio disappunto o la propria frustrazione davanti ai figli, che colgono subito la tensione. Meglio fare finta di niente e nel caso andare in un’altra stanza per calmarsi.
L’articolo completo su ABC Australia.
Che ne pensate unimamme, avete mai avuto questo tipo di problemi con i vostri figli piccoli?
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