Per migliorare la condizione della donna nella società serve una collaborazione tra tutte le parti. E’ nato un movimento italiano.
La pandemia ha avuto anche l’effetto di risvegliare le coscienze e di portare alla luce delle tematiche mai realmente affrontate dalla politica e dalla società. Si sta cercando, in particolare, di ripensare al ruolo delle donne e delle mamme lavoratrici in questa società. Alcune iniziative come questa che vogliamo presentarvi mirano proprio a sensibilizzare tutta la società su alcuni temi importantissimi come il divario salariale, le condizioni socio-familiari e l’occupazione femminile. Sono ormai mesi che viene chiesto alla politica di agire in modo mirato su leggi e finanziamenti che possano agevolare il mondo femminile e far ripartire la collettività con uno sguardo al futuro.
Il movimento che mette al centro le donne
Il movimento “Il Giusto Mezzo” sta raccogliendo firme tra la popolazione da presentare al Governo con una serie di proposte per assegnare i fondi europei ad iniziative a sostegno delle donne, lavoratrici e non, che avrebbero un impatto economico positivo e si tradurrebbero, nel lungo termine, in investimenti che produrrebbero un aumento del PIL e spingerebbero in avanti la ripresa del paese.
L’incertezza per il futuro e per la stabilità economica sono ciò che preoccupa maggiormente politica e mercati. Sul piatto della bilancia le preoccupazioni per la crisi sanitaria e per quella economica viaggiano ormai quasi di pari passo. Ma è anche vero che gli accordi europei consentiranno, al nostro e a tutti gli altri paesi, di ricevere delle consistenti somme di denaro che dovranno essere investite.
La pandemia ha portato alla luce alcune questioni “scottanti”, che per anni erano rimaste sopite: dal gender pay gap, ovvero la disparità salariale che esiste nel nostro paese, alla carenza di strutture per la prima infanzia, gli anziani e le persone disabili. Le donne, soprattutto le mamme lavoratrici, hanno dovuto fare enormi sacrifici quest’anno e sono state in assoluto la parte più colpita dagli effetti della pandemia.
Le attiviste de Il Giusto Mezzo, di cui una portavoce è l’economista Azzurra Rinaldi, sostengono che con l’occupazione femminile al 60% il PIL del nostro paese potrebbe crescere del 7%. Ma perché questo avvenga, c’è bisogno forse di una rivoluzione culturale e ideologica che vada di pari passo con quella politica ed economica.
Le donne sono state viste, per decenni, come la parte debole della società. Molti degli aiuti economici destinati alle famiglie prevedono che la donna possa rimanere a casa per dedicarsi alla cura della famiglia e dei figli. Questo, purtroppo, seppure importante, non basta: c’è bisogno di un ripensamento del ruolo femminile nella società.
Si pensi solo che, in termini di dati, soltanto il 18% delle donne riveste ruoli dirigenziali e che al Sud Italia solo una su cinque è occupata, con un numero allarmante di donne che durante la pandemia hanno dovuto abbandonare il lavoro.
Questo si traduce, in concreto, nella paura per il futuro, che sta portando molte donne ad abbandonare il lavoro, e nella paura di fare figli, che sta accentuando il problema del calo della natalità. A dimostrazione del fatto che non serve che le donne stiano a casa a badare ai figli, ma serve che in ogni famiglia mamma e papà siano occupati e che sentano entrambi di avere le spalle coperte per pensare di mettere su famiglia.
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Il programma del movimento Il Giusto Mezzo
Per far sì che le donne siano indipendenti, la politica deve promuovere ed incentivare l’occupazione femminile, e allo stesso tempo permettere agli uomini di dedicarsi alla famiglia, per far sì che nasca quella idea di equità culturale, economica e sociale che ancora oggi manca.
La critica mossa alla politica da questo movimento, è di aver pensato finora soltanto a sussidi e bonus per colmare le lacune, senza intraprendere invece azioni mirate e lungimiranti. Ecco, nello specifico, le richieste che verranno presentate al Governo e presidente Conte:
- Interventi strutturali sulla scuola e sulla cura della persona: dall’offerta di nidi e strutture per la prima infanzia dove ce n’è più necessità, alle strutture per l’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità. Questo sarebbe un input importante per incentivare il lavoro delle donne, soprattutto in quelle aree dove è quasi assente.
- Rafforzamento del welfare attraverso il superamento della discriminazione di genere su salari, contratti e potere decisionale. Questo dovrà avvenire su più fronti: la formazione, e la possibilità di fare impresa da sole, anche attraverso le startup femminili, già previste nella legge di bilancio. Questo consentirebbe alle donne di ricollocarsi nel mondo del lavoro, soprattutto quando le aziende avranno la possibilità di licenziare di nuovo e molte donne potrebbero perdere il lavoro.
- In termini economici, il movimento chiede che la metà delle risorse del Recovery Fund sia destinato alle donne, per far sì che l’intero settore riparta e venga ripensato, nell’ottica di un futuro migliore e al passo con il resto dell’Europa.
Se volete leggere tutto il programma, vi lasciamo il link del sito del movimento, dove troverete tutti gli approfondimenti.
Voi unimamme cosa ne pensate di queste tematiche e delle richieste di questo movimento?