Arrivano i primi vaccini e c’è molto entusiasmo e voglia di condividere il momento tanto atteso e tutto ciò che esso comporta, lo spiega bene Anna Fracassini.
Unimamme, anche in Italia si sta procedendo alla somministrazione dei primi vaccini contro il Covid.
Con uno sforzo immane in termini di studi, ricerca, ecc… finalmente vediamo un bagliore di speranza dopo quasi un anno in balia di una malattia che ha messo a soqquadro il mondo.
Oltre alla tragedia delle migliaia di persone morte da sole in ospedale e le gravi ripercussioni a livello economico, il Covid ha toccato la vita di tutti sottraendone parti importanti, la scuola, le relazioni, i parenti, gli amici, i viaggi, e tutte le abitudini che danno un po’ di sapore alla vita e la rendono degna di essere vissuta.
Per questo in tanti guardano al vaccino come a qualcosa che ci consenta di riappropriarci della nostra vita stravolta dal virus.
Ne parla, sul profilo Facebook di Todo Pasa Anna Fracassinim con un messaggio molto intenso.
Ecco che cosa ha scritto la Francassini: “Oggi ho capito perché quelli che ricevono il vaccino lo esibiscono con un selfie. Perché nel momento in cui abbiamo sentito il liquido entrare nel nostro corpo abbiamo capito che lì dentro c’erano soprattutto i baci e gli abbracci dimenticati, le gite scolastiche, gli anziani a capotavola il giorno di Natale, le mense affollate”.
Oltre al messaggio c’è l’immagine della dottoressa mentre le viene somministrata la sua dose.
“C’erano i ragazzi con lo zaino sulle spalle, i cinema all’aperto, i teatri pieni e il concerto di Vasco che dall’alto sembravamo tanti puntini attaccati. C’era la tavolata di amici al ristorante, prendo la pizza diversa dalla tua così ce la dividiamo, il viaggio a Tokyo senza prenotare, la cena con i compagni del liceo che in fondo siamo sempre gli stessi e la libertà di poter rimanere a casa che poi, chi ci rimane più, dentro quelle quattro mura?”.
La Fracassini ricorda i viaggi, gli aerei, le stazioni gremite di gente, le feste, le cene, il rossetto, gli insegnanti che facevano lezione in presenza, come si poteva guardare la gente bene in viso e chi voleva poteva andare in palestra, i viaggi organizzati all’ultimo momento “e la libertà, quella che abbiamo sempre difeso sopra ogni cosa. “
La donna cita anche la presenza degli anziani nelle nostre case, nelle nostre tavolate, quando non dovevano temere che figli e nipoti gli portassero una malattia potenzialmente letale in casa.
Ed ecco come conclude: “C’era il senso di altruismo perché il vaccino si fa per se stessi ma soprattutto per gli altri e c’era quel senso di pace che si impossessa di te quando stai lavorando per tutti.Ecco perché chi si vaccina lo fa vedere. Perché in quel momento abbiamo vissuto un bellissimo viaggio e, soprattutto, perché ve lo auguriamo con tutto il cuore.”
Se qualcuno avesse qualche dubbio circa il vaccino, sulla sua sicurezza, ecc… può consultare le risposte esaustive della dottoressa Villa.
Unimamme, voi cosa ne pensate di queste parole? Anche voi non vedere l’ora di farvi una piccola puntura?
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