Grandi progressi per quanto riguarda la cura della sordità grazie a uno studio condotto dagli scienziati di Tel Aviv.
Unimamme, la sordità è la disabilità sensoriale più diffusa.
Stando all’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, in tutto il mondo ci sono mezzo miliardo di persone che soffrono di ipoacusia, un problema dell’udito che si verifica quando non si sentono bene i suoni.
Si tratta di una cifra in aumento e che potrebbe addirittura raddoppiare nei prossimi decenni.
Ora uno studio dell’Università di Tel Aviv potrebbe cambiare un po’ le cose e aiutare le persone con questa disabilità. A questo proposito vi ricordiamo l’importanza del test della sordità neonatale.
Secondo i dati dell’Oms un bimbo su 200 viene alla luce con problemi di udito e uno su 1000 nasce proprio sordo.
Nella metà di questi ultimi casi la sordità è determinata da una mutazione genetica e infatti sono stati riscontrati 100 geni diversi legati alla sordità ereditaria.
Così alcuni ricercatori dell’Università di Tel Aviv hanno deciso di condurre uno studio sviluppato sui topi.
Questo studio è stato poi pubblicato su Embo Molecular Medicine.
Gli scienziati si sono concentrati sulla mutazione del gene Syne4, i piccoli che ereditano il gene difettoso da entrambi i genitori nascono con un udito normale, ma sono propensi a perderlo con gradualità durante la vita.
La professoressa Karen Avraham, che ha partecipato allo studio, ha commentato: “Questo accade perché la mutazione provoca la dislocalizzazione dei nuclei cellulari nelle cellule ciliate all’interno della coclea dell’orecchio interno, che fungono da recettori delle onde sonore e sono quindi essenziale per l’udito. Questo difetto porta alla degenerazione e all’eventuale morte delle cellule ciliate”.
Sempre la professoressa ha spiegato che loro hanno implementato una tecnologia di una terapia genica molto innovativa.
Hanno creato un virus sintetico innocuo e lo hanno utilizzato per fornire materiale genetico, una versione normale del gene che è difettosa sia nel modello murino dei topi sia nelle famiglie umane coinvolte.
Shahar Taiber, un altro dei ricercatori coinvolti, ha aggiunto che loro hanno iniettato il virus nell’orecchio interno dei topi, per farlo entrare nelle cellule ciliate e liberare il carico genetico.
In questo modo hanno riparato il difetto e permesso di maturare e crescere normalmente.
Speriamo che questa terapia abbia successo anche con le persone, nel frattempo vi ricordiamo l’operazione su una bambina di 4 anni che ha recuperato l’udito.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questi risultati?
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