Il Ministero della Salute condivide nuove informazioni circa i sintomi del Covid e i nuovi criteri di diagnosi. Ecco cosa cambia.
Unimamme, si è iniziati a provvedere alla somministrazione del vaccino anti Covid, ma si tratta di una corsa contro il tempo perché il virus, complici anche le ultime festività, continua a correre e propagarsi.
Test rapidi e sintomi per diagnosticare il Covid-19: la nuova circolare
Il Ministero della salute ha quindi provveduto a diffondere una circolare di Aggiornamento della definizione di caso di Covid-19 e strategia di testing.
Sappiamo infatti che ci sono diversi modi per verificare la propria positività al Covid-19.
Ora il Ministero della Salute ha riconosciuto la parziale validità dei test antigenici rapidi “se dotati di sensibilità e specificità sovrapponibile“, come quelli di ultima generazione.
Nella circolare si legge: “anche se effettuati da laboratori, farmacie, strutture e professionisti privati accreditati dalle Regioni, devono inoltre essere inseriti nel sistema informativo regionale di riferimento“.
La Circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni, Rezza, specifica che i test antigenici, soprattutto quelli che usano l’immunoflorescenza a lettura microfluidica, cioè quelli di prima e seconda generazione possono avere una sensibilità sub-ottimale.
Nel documento inoltre vi sono i criteri clinici di definizione di un Caso Covid-19. In precedenza vi avevamo parlato di sintomi sulla pelle.
Vediamo cosa dice la nuova circolare che indica la presenza di almeno uno dei seguenti sintomi:
- tosse
- febbre
- mancanza di respiro
- mancanza di respiro (dispnea)
- esordio acuto di anormia (perdita di senso dell’olfatto)
- ageusia o diseusia (perdita del senso del gusto)
Tra gli altri sintomi meno specifici ci sono:
- cefalea
- brividi
- mialgia
- astenia
- vomito e/o diarrea
Per quanto riguarda i criteri radiologici e quelli epidemiologici è necessario che:
- ci sia stato un contatto stretto con un caso confermato di Covid-19 nei 14 giorni l’insorgenza dei sintomi, se il caso non presenta sintomi si può definire contatto una persona che ha avuto contatti con il caso indice in un arco di tempo che va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha condotto alla conferma e fino a 15 giorni dopo o fino alla diagnosi e all’isolamento del caso
- essere residente/ operatore nei 14 giorni precedenzi l’inizio dei sintomi in contesti sanitari (ospedalieri e territoriali) e socioassistenziali e sociosanitari in RSA, lungodegenze, comunità chiuse o semichiuse in cui ci sia stata trasmissione di Covid-19
Tornando ai test antigenici, ecco quali sono invece i vari criteri che una persona deve soddisfare:
- rilevamento di acido nucleico in un campione Sars CoV-2 in un campione clinico
- un rilevamento dell’antigene Sars Cov-2 in un campione clinico
Con la circolare quindi si “sdoganano” i test antigenici rapidi di ultima generazione, rendendoli un’alternativa a quello molecolare.
Se però non fossero disponibili né quelli antigenici rapidi di ultima generazione, né quelli molecolari si raccomanda di sottoporsi a test antigenici che abbiano requisiti minimi di performance, sensibilità maggiore all’80% e specificità superiore o uguale al 97%.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questi cambiamenti?