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Attualità

“Vi chiedo scusa”: la commovente lettera di una docente italiana agli studenti

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Simona Bova

Francesca D’Alesio, insegnante di storia dell’arte ha indirizzato una lettera commovente ai ragazzi: ecco le commoventi parole della docente ai suoi studenti.

La situazione di emergenza sanitaria e la conseguente chiusura delle scuole ha portato problemi a tutti: ai docenti, agli studenti più grandi, agli alunni più piccoli poco abituati a passare gran parte del loro tempo davanti al computer e ai genitori impossibilitati a seguire la Dad dei figli. 

Dopo attese, scadenze, rinvii e un calendario Regione per Regione, l’incertezza è ancora un sentimento diffuso per coloro che si trovano a fare i conti con la scuola: riaprire o no?

Nelle ultime ore ha fatto scalpore la commovente lettera che una docente italiana ha rivolto agli studenti di tutto il Paese in cui gli rivolge le sue scuse. 

Ecco cosa ha scritto l’insegnante.

“Vi chiedo scusa”, la lettera di una docente agli studenti

Io vi chiedo scusa perché in quanto insegnante avrei dovuto combattere per voi con coraggio, senza subire passivamente e aspettare che piovessero dall’alto indicazioni e protocolli evasi e poco dopo ritirati e modificati; io vi chiedo scusa perché non avremmo dovuto permettere la chiusura delle scuole e questo snervante balletto di annunci di riaperture e smentite successive“, comincia così la lettera di una docente italiana ai suoi studenti.

Nel lungo testo e nelle sue affermazioni, l’insegnante di storia dell’arte si è scusata con i suoi alunni e con gli alunni italiani in generale. Il ruolo di docente è una missione ed educare le futire generazioni è spesso un arduo compito: i ragazzi non andrebbero mai lasciati soli. 

Io vi chiedo scusa perché, invece di creare una mobilitazione condivisa, coesa e trasversale per mettere davvero le scuole in sicurezza, abbiamo preferito sgridarvi se i banchi a rotelle li avete presi come un modo per avvicinarvi e non per distanziarvi.“, continua la professoressa D’Alesio.

Io vi chiedo scusa perché avremmo dovuto tenere aperta la scuola tutto il giorno perché la scuola è un luogo sicuro e protetto, è un luogo di scambio e di condivisione dove si impara a rispettare le regole e ad accettarle“: ancora oggi il dibattito sulla sicurezza delle scuole è ancora molto acceso e molte famiglie si interrogano sugli imminenti rientri.

Un altro punto importante, toccato dall’insegnante sono stati i trasporti: gli adulti avrebbero dovuto impegnarsi maggiormente per migliorarli e per renderli sicuri e praticabili. Sono state molte le notizie, giunte durante la ugace riapertura di settembre, di mezzi pubblici intasati di studenti e pendolari.

Io vi chiedo scusa perché la paura del contagio ha fatto cadere tutta la responsabilità su di voi; la vostra giovinezza, la vostra resistenza al virus che vi lascia per lo più illesi e asintomatici ma contagiosi (come tutti gli altri d’altronde), è stata vista come sufficiente per chiedervi uno sforzo smisurato e un sacrificio enorme del quale nessuno o pochissimi vi hanno ringraziato.“, ha scritto ancora la professoressa.

Io vi chiedo scusa perché vi stiamo rubando il presente ma soprattutto, io vi chiedo scusa perché vi abbiamo ipotecato il futuro.Io vi chiedo scusa perché non ho sentito nessun altro che lo abbia fatto!“, si concude così la lettera aperta agli studenti.

Questa lettera ha racchiuso tutti i punti cruciali di quanto accaduto ai giovani nell’ultimo anno, dei loro sacrifici e di quanto ancora ci sarà da sacrificare: si fa sempre troppo poco per i ragazzi e, soprattutto, per i giovani studenti.

E voi Unimamme, avevate già letto questa lettera? Che ne pensate?

 

Simona Bova

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