La Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni di Firenze ha disposto la perquisizione su 12 minorenni indagati, portando alla luce un gruppo su WhatsApp in cui si commettevano diversi reati.
Sono scattate le perquisizioni nei confronti di un gruppo di 12 ragazzi minorenni, tra i 14 e i 17 anni, residenti in varie regioni d’Italia. Il gruppo aveva creato una chat su Whatsapp in cui ci si scambiavano foto e filmati di natura pedopornografica, con torture e violenze sessuali. Non solo, tra i ragazzi venivano scambiati messaggi di istigazione all’odio razziale e inneggianti al nazismo e al terrorismo islamico.
Le perquisizioni sono partite in diverse città tra cui Piemonte, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Basilicata, con il sequestro di tantissimo materiale informatico, a partire dagli smartphone dei minorenni.
Le “chat dell’orrore” erano due, una soprannominata “Utistici” e l’altro “The Shoah Party” e sono state scoperte solo dopo la segnalazione di una madre di Siena nel 2019, preoccupata dopo la scoperta di immagini disgustose nello smartphone del figlio.
Ad ogni modo, questi gruppi creati su Whatsapp coinvolgevano ragazzi dai 14 ai 17 anni e qualche maggiorenne e, secondo quanto rivelato dagli investigatori, si tratta di ragazzi: “originari da diverse regioni d’Italia, che hanno attuato un sistematico interscambio, in condivisione di immagini e filmati, inerenti la pedopornografia, con bambini anche in tenerissima età, costretti a subire e compiere atti di natura sessuale disumani”.
Il procuratore Sangermano ha fatto sapere di aver trovato negli smartphone dei minorenni indagati: “anche numerosi immagini inerenti l’odio razziale: hanno inneggiato a dittature sanguinarie e stragiste, condiviso immagini di Adolf Hitler e simboli del nazi-fascisti, nel quadro più generale di esaltazione della forza e della violenza come ‘misura di tutte le cose“.
Pedopornografia: maxi inchiesta scopre chat dell’orrore
Gli interessi dei ragazzi erano mascherati da una vita apparentemente di normali adolescenti, a tal proposito, Sangermano ha spiegato: “questa volta nella chat ci sono anche ragazze, le quali spesso con richieste esplicite, non meno ai compagni maschi, interagiscono a pieno titolo sugli argomenti trattati, avendo consapevolezza del disvalore sociale e criminale delle loro azioni“.
Pedopornografia e crimini online, la situazione in Italia: numeri preoccupanti
Alla luce dell’analisi del materiale pubblicato nella chat del gruppo “Utistico”, dunque, il magistrato ha fatto sapere che sono state disposte le perquisizioni e gli interrogatori dei minorenni, specificando che il predetto materiale: “è proveniente dagli ambienti del web sommerso, conosciuto come Dark e Deep web, ossia quella parte di internet dove solo gli utenti più esperti riescono ad accedere. Infatti, lì si trova veramente di tutto, soprattutto illegale e spesso ben oltre i confini della sanità mentale”.
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