La gratitudine è il segreto della felicità? La scienza ha trovato la risposta: ecco svelato il collegamento tra la gratitudine, la generosità e la felicità.
Da sempre l’uomo è alla ricerca del segreto della felicità e mai come ora, in questo periodo di paura e incertezza del futuro, questo sentimento così spontaneo è necessario per il suo equilibrio mentale.
Per la prima volta, la scienza non ha più dubbi a riguardo e ha finalmente svelato il segreto della felicità: la gratitudine. Praticare la gratitudine, infatti, è un’ abitudine che fa molto bene alla nostra salute mentale e fisica. Inoltre, può addirittura modificare il nostro impatto alla vita e renderci straordinariamente altruisti.
Secondo gli studi condotti nell’arco degli ultimi vent’anni, infatti, esiste uno stretto legame tra la gratitudine e l’altruismo, caratteristiche positive che condividerebbero un percorso neurale all’interno del nostro cervello. Più pratichiamo la gratitudine e più diventiamo altruisti: è questa la vera strada verso la felicità.
Ecco i risultati delle ricerche conditte in merito e i benefici che apporta questo stile di vita.
Gratitudine, altruismo e felicità: ecco cosa dice la scienza
La neouroscienza ha finalmente trovato la strada da seguire per arrivare dritti alla felicità: la gratitudine. Diverse rierche, infatti, sono state compiute nell’arco degli ultimi vent’anni anche se i risultati sono arrivati in tempi recentissimi.
La ricercatrice più impegnata in questo senso è stata la statunitense Christina Karns, ricercatice e neuroscienziata dell’Università dell’Oregon che, fin dal 2017, ha approfondito questo tema.
Lo studio della Karns comincia con una semplice domanda: “Cosa sucede al nostro cervello quando si fa un dono? E cosa succede, invece, quando si fa un dono?“. Da questi semplici interrogativi è partito un grande studio sulla gratitudine e sui suoi benefici.
Servendosi di volontari, la neuroscienziata ha cominciato ad effetturare dei test e delle ricerche: sia uomini che donne sono stati sottoposti a uno scanner cerebrale mentre al loro veniva mostrato un computer che versava dei soldi sul loro conto in banca o che li donava interamente a un banco alimentare.
I risultati dei test, ovviamente, variavano in base al carattere del soggetto studiato tuttavia si è comunque potuti giungere a un risultato notevole: lo studio, infatti, ha dimostrato la connesione tra cerebrale tra gratitudine e altruismo che interessa una zona profonda nel lobo frontale del cervello.
Secondo gli scienziati, infatti, questa zona del cervello è: “Addetta all’elaborazione del valore di una situazione di rischio o ricompensa ed è riccamente connessa a regioni cerebrali ancora più profonde che forniscono una bella ondata di sostanze neurochimiche del piacere nelle giuste circostanze“.
I volontari che si sono sottoposti allo studio risultando i più grati e altruisti, hanno manifestato una risposta molto forte proprio in questa zona del cervello nel momento in cui il computer mostrava loro la donazione del denaro in beneficenza.
Questa prima ricerca della dottoressa Christina Karns ha dimostato che dunque l’altruismo fa bene al nostro cervello.
Andando avanti, una seconda ricerca sempre condotta dalla stessa neuroscienziata, ha ingagiato nuovi volontari e visto la conduzione di un nuovo esperimento. Questa volta, i volontari sono stati divisi in due gruppi: in uno i partecipanti dovevano solo compiere gesti per cui erano grati, nell’altro si discuteva di altri eventi accaduti nella vita senza mai parlare di gratitudine.
I membri del primo gruppo hanno confermato un aumento della gratitudine nei loro sentimenti: i loro cervelli hanno risposto in modo ancora più forte alla visione di denaro donato ad enti benefici.
Cosa hanno evidenziato entrambi gli studi? Secondo i risultati, praticare la gratitudine ha cambiato la risposta del cervello: donare ai bisognosi è più importante che ricevere in prima persona. In questo caso la ricompensa è proprio la sensazione di piacere e di appagamento: è la felicità.
E voi unimamme, eravate al corrente di questo studio? Che ne pensate?