Si può guarire dal diabete? Pare che con questa rivoluzionaria tecnica nata in Olanda sia possibile. Una speranza per molte persone.
Il diabete di tipo 2 è una malattia che colpisce tantissime persone e finora è stato trattato con le iniezioni di insulina e la terapia farmacologica. Una terapia poco invasiva è stata inventata nei Paesi Bassi e pare abbia funzionato sul 75% del campione preso in esame, che non ha avuto più bisogno di terapia insulinica anche a distanza di un anno.
In cosa consiste la nuova tecnica per trattare il diabete
Il diabete colpisce una mucosa dell’intestino, situata nel duodeno, che per diete ricche di grassi e zuccheri e uno stile di vita sbagliato perde la sua funzione e provoca la resistenza insulinica.
Questa tecnica, poco invasiva perché fatta con un catetere, è chiamata “Ringiovanimento della Mucosa Duodenale” (DMR – Duodenal Mucosal Resurfacing) . In pratica, si inserisce per via endoscopica un palloncino nel tratto del duodeno logorato. Questo palloncino, gonfiato con acqua calda, brucerà la mucosa, che nel giro di qualche settimana si riformerà e migliorerà il livello di glicemia. Questo consente innanzitutto di ridurre o interrompere del tutto le iniezioni di insulina, un grandissimo traguardo per chi soffre di questa grave malattia, ma tra i benefici avuti nei 16 pazienti che si sono sottoposti finora a questa procedura sperimentale ci sono anche
- riduzione dell’IBM, passato da 29,8 a 25,5 in un anno
- riduzione del peso corporeo
- diminuzione del grasso epatico (del fegato) da 8,1& a 4,6% nell’arco di sei mesi
- significativa riduzione delle iniezioni di insulina (50%) nei pazienti che aveva continuato a seguire la terapia
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Un successo, quindi, anche se il campione di riferimento è ancora troppo piccolo. Proprio per questo, e sulla base dei risultati promettenti ottenuti dal trial, gli scienziati olandesi hanno avviato uno studio più ampio, internazionale e randomizzato, che è stato chiamato “Revita T2Di Pivotal”. Se i risultati confermeranno gli esiti positivi avuti finora, potrebbe essere un grandissimo traguardo della medicina, che migliorerà sensibilmente la vita delle persone che soffrono di questa patologia, legata a numerosi rischi collaterali e malattie correlate come
- malattie cardiache e a carico delle arterie
- perdita di sensibilità agli arti e, nei casi più gravi, amputazioni
- cecità
- insufficienza renale
Non ci resta che ben sperare su questo studio del Centro medico dell’Università di Amsterdam e aspettare la conferma di questa bella notizia.
Voi unimamme cosa ne pensate di questi progressi per questa malattia purtroppo ancora così invalidante?