Diversi studi e ricerche hanno dimostrato che i neonati sognano grazie ad una memoria che si forma già all’interno dell’utero della mamma. Ma cosa sognano quando ridono e, soprattutto, hanno gli incubi?
Il fenomeno del sogno nei bambini è sicuramente un argomento affascinante che suscita sempre grande interesse e di cui vi avevamo già parlato. A tal proposito, capita spesso di scorgere un sorriso sul viso del neonato e di chiedersi, a cosa sta sognando? Il discorso è diverso nel caso dell’incubo dal momento che riguarda le paure elaborate durante il giorno dai più piccoli.
Capita spesso che i neonati sorridano mentre dormono e quando accade, viene da chiedersi se stiano sognando qualcosa che li ha portati a questo. Ebbene secondo una ricerca pubblicata dalla rivista “Nature and Science of Sleep, intitolata “Sleep physiology and sleep disorders in childhood“, quando i neonati ridono durante il sonno, si tratta di movimenti muscolari di natura involontaria. Questo significa che, quasi sempre, non c’è una diretta relazione tra lo stato mentale del neonato e il sogno.
In alcune patologie, peraltro, come l’epilessia, a partire dai 10 mesi in su, i movimenti involontari dei muscoli della faccia tendono a manifestarsi durante il sonno, causando talvolta anche crisi notturne. In questo caso è bene vegliare i neonati mentre dormono per cogliere segnali di pericolo.
Per ciò che concerne, invece, gli incubi notturni, questi sono strettamente connessi alle paure nei bambini che si manifestano in un contesto che non riescono a distinguere rispetto al sogno.
A tal proposito, i neuropsichiatri hanno spiegato il perché i neonati piangono nel sonno. In particolare, sono concordi nel dire che la fase di terrore e panico notturno nei bambini comincia più in là, intorno ai 18 mesi. Senza che ci si riesca a spiegare il motivo, questi episodi lo fanno risvegliare anche più volte durante la notte e aumentano intorno ai 4 anni, fino ai 10.
In questo caso, il ruolo dei genitori è molto importante perché devono aiutare i loro piccoli a dormire bene, cercando di accompagnarli al sonno cercando di renderlo il più sereno possibile. Ovviamente, vanno prima esclusi problemi respiratori oppure di natura gastroesofagea.
Così come accade per il sogno, anche per l’incubo, nonostante il progresso fatto dalle neuroscienze e la sviluppata capacità di fare delle analisi precise sul cervello dei neonati mentre dormono, senza la presenza del linguaggio è molto difficile capire cosa sognano e se, questi sogni, si traducono di conseguenza in incubi.
L’unica forma di comunicazione per i bambini così piccoli è, infatti, il pianto sia a livello cosciente sia durante il sonno.
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Ad ogni modo, se il pianto diventa insistente è bene rivolgersi al pediatra per poter valutare se sia la conseguenza di un problema fisico o psicologico. Se, al contrario, gli episodi di pianto disperato sono sporadici può essere soltanto un modo per i bambini di farsi capire e per attirare l’attenzione degli adulti.
Unimamme cosa ne pensate di questo studio? Interessante non trovate?
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