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Italia condannata: violati i diritti di nonni e nipoti

Published by
valeria bellagamba

Italia condannata: violati i diritti di nonni e nipoti, la sentenza.

Italia condannata: violati i diritti di nonni e nipoti – Universomamma.it (Foto di Aline Dassel da Pixabay)

Sappiamo che i nonni sono delle figure molto importanti per la crescita dei nipoti per il legame speciale e unico che si crea tra nonni e bambini e per il punto di riferimento che i primi rappresentano per i secondi. I nonni instaurano un legame di affetto profondo con i nipoti, fondato sulla tenerezza e sulla complicità, ma sono anche degli educatori importanti, grazie all’esperienza e alla saggezza maturate negli anni.

Il rapporto tra nonni e nipoti è tutelato dalla legge. Tanto che in caso di necessità i nonni possono essere chiamati a contribuire al mantenimento dei nipoti.

I nonni hanno il diritto di vedere e frequentare i nipoti, assisterli e aiutarli se necessario. Così come i nipoti hanno il diritto di frequentare i nonni e passare del tempo con loro, crescere con queste figure di riferimento.

Questi diritti, purtroppo, non sono sempre rispettati e non ci si mettono solo quei genitori ostili ma alle volte anche le istituzioni. Come nel caso di una nonna a cui è stato impedito di vedere la nipotina e per il quale l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Ecco cosa è successo.

Italia condannata dalla Corte Europea: violati i diritti dei nonni e nipoti

Una nonna a cui è stato impedito di avere contatti con la nipotina ha fatto ricorso contro lo Stato italiano alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo che le ha dato ragione e ha condannato l’Italia.

Il caso risale al 2018, quando Emilia Terna presentò ricorso alla Corte di Strasburgo dopo aver tentato per anni di avere contatti con la nipote che era stata affidata ai servizi sociali. Alla donna era stato concesso di frequentare la bambina ma di fatto le è stato impedito.

Nel suo ricorso la nonna aveva sostenuto di essere stata discriminata nel suo diritto di frequentare la nipote in quanto il marito è di etnia rom.

I giudici di Strasburgo hanno accolto il ricorso della donna e hanno condannato l’Italia, ma non per la discriminazione dovuta al suo stato familiare. I giudici hanno detto di non aver trovato prove che confermino la discriminazione etnica. Piuttosto hanno affermato che la donna è stata discriminata nel suo diritto di nonna a vedere la nipote. Secondo i giudici, infatti, le autorità italiane non hanno fatto quanto dovuto per assicurare la continuazione del rapporto tra nonna e nipote, come riporta l’Ansa.

Questo è accaduto nonostante il Tribunale dei minori avesse stabilito il diritto della nonna di incontrare la nipote. Inoltre, diversi esperti avevano dichiarato che il rapporto con la nonna era positivo per a bambina.

Le autorità dunque hanno impedito il diritto della nonna di frequentare la nipote, in violazione di una decisione del Tribunale dei minori, e hanno violato il diritto della nipote di vedere la nonna.

Perché l’Italia è stata condannata dalla Corte di Strasburgo

Nella sentenza di condanna dello Stato italiano, i giudici della Corte di Strasburgo hanno affermato che in Italia esiste un “problema sistemico” per questi casi. Sono dunque numerosi i casi in cui ai nonni italiani non viene permesso di frequentare i nipoti, nonostante ne abbiano il diritto e che il rapporto sia riconosciuto importante anche dagli psicologi. Il caso della signora Terna non è quindi isolato.

Per la violazione del diritto di vedere la nipote, lo Stato italiano dovrà risarcire la signora Emilia Terna con 4mila euro per danni morali e dovrà versare 10mila euro per la copertura delle spese legali. Una somma che difficilmente può compensare per una nonna la mancanza ingiusta del rapporto con la nipotina.

Nel caso di genitori separati o divorziati le leggi e la giurisprudenza sono molto chiare sul diritto dei nonni di continuare a frequentare i nipoti.

(Adobe Stock)

Che ne pensate unimamme di questa sentenza? La ritenete giusta?

valeria bellagamba

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