La società ci condiziona imponendo degli stereotipi di cui siamo schiavi senza rendercene conto. Ecco cosa emerge dal libro “Bravi Cittadini Si Diventa”.
Il libro “Bravi cittadini si diventa” edito dalla Nave dei Sogni si propone di indicare il percorso di crescita al bambino, insegnandogli il confronto con gli altri, le nozioni sulla costituzione, la giustizia e i concetti di uguaglianza e libertà. Con questo testo, il bambino viene spinto a individuare le regole alla base della società civile, attraverso valori quali la legalità, la collaborazione, la solidarietà, l’accoglienza e il rispetto reciproco. Tuttavia è nata una polemica riguardo agli esercizi presenti nel libro, in particolare uno, dal quale è possibile rendersi conto di quanto la nostra società si fondi su stereotipi oramai ben ancorati nel nostro modo di immaginare e pensare lo svolgimento dei compiti e dei ruoli in famiglia come nella società.
Nell’esercizio viene chiesto al bambino di tracciare una freccia per ogni attività da attribuire al componente della famiglia. Ebbene da questo tipo di esercizio è possibile comprendere che certi collegamenti ci vengono automatici e rivelano quanto, ognuno di noi, sia condizionato da una determinata idea di società. Divenendo consapevoli di questi stereotipi, possiamo cercare di migliorare, comprendendo che la soluzione giusta alla parola “collaborare” sia tracciare tre frecce che arrivino a tutti i componenti della famiglia.
Questo vale anche per altre voci come “Fare la spesa” o Fare le pulizie” o, ancora, “Non fare i capricci”. Ovviamente, ciascun docente dovrebbe sentirsi coinvolto e affrontare il problema degli stereotipi nell’ambito della materia insegnata.
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Non a caso, infatti, un ruolo importante può essere svolto dagli insegnanti, maschi e femmine, che, se sensibile alla parità dei ruoli nella società, possono aiutare i ragazzi a scardinare i luoghi comuni presenti nella nostra società. Al giorno d’oggi, infatti, come si può ancora pensare di collegare alla voce “Andare al lavoro” solo al padre? Da qui, infatti, è doveroso che partano due frecce.
Ecco, dunque, che dall’analisi di questo libro di testo, emerge l’idea di una società ancora ancorata al passato e un messaggio sbagliato su come si diventa dei bravi cittadini.
Non è giusto, infatti, di questi tempi, inculcare ai bambini l’idea che il papà va a lavoro mentre la mamma cucina e sbriga le faccende di casa, mentre il bimbo, invece, fa i compiti e non fa i capricci, obbedendo al papà che, in casa, comanda.
Da queste riflessioni si può cogliere l’occasione per analizzare i ruoli di ciascuno di noi così come le capacità delle persone che vivono insieme a noi. Ancora meglio, poi, sarebbe che in aula, si insegni ai bambini che non è la società a dovere stabilire il ruolo che ciascuno di noi deve avere all’interno della famiglia.
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Pur trattandosi di un libro di educazione civica, dunque, le premesse, sono sbagliate dal momento che, ciò che andrebbe insegnato ai più piccoli è rispettare gli altri, imparando a stare al mondo.
Unimamme, non trovate anche voi che in questo libro vi siano ancora troppi stereotipi?
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