La giornata mondiale dell’abbraccio, istituita nel 1986 negli Usa, cade oggi 21 Gennaio e quest’anno ha un valore ancora più grande.
Un gesto che più di tutti è stato il simbolo di tutti i sacrifici e le privazioni che abbiamo dovuto affrontare. L’abbraccio è il simbolo anche delle cose importanti che la pandemia ha tolto dalle nostre vite, delle quali abbiamo rivalutato l’importanza.
E’ diventato il simbolo della vicinanza, dell’affetto e della contrapposizione al tanto temuto “distanziamento sociale” dello scorso anno, col quale purtroppo dobbiamo ancora oggi convivere.
La giornata mondiale dell’abbraccio di oggi ha quindi un sapore nuovo e per la prima volta da quando è stata istituita non potrà essere celebrata nella sua vera natura.
L’abbraccio può essere dato da una madre, da un amico, dal proprio partner, da un fratello o una sorella. Insomma, l’abbraccio è sicuramente il gesto di affetto più universale di tutti e non conosce limiti di applicazione.
Gli psicoterapeuti lo consigliano per tanti motivi: abbracciarsi può dare conforto, rassicurazione, amore, può aiutare a superare crisi coniugali o far sentire meglio una persona che sta soffrendo.
E’ un gesto che esprime vicinanza ed empatia e l’essere umano ne ha bisogno. Ecco perché “torneremo ad abbracciarci più forte domani” è ormai il mantra che tutti ci ripetiamo per far fronte alle difficoltà di questo periodo.
Non è un caso che il National Hugging Day sia stata istituito a Gennaio. Il reverendo statunitense Kevin Zaborney, pensò a questa giornata come una iniziativa che potesse “scaldare i cuori” nel freddo inverno, in un periodo considerato il più triste dell’anno, quando le giornate sono corte e il freddo e il maltempo influiscono anche sull’umore. Non è un caso, infatti, che il Blue Monday, il giorno più triste dell’anno, si celebri ogni anno la terza settimana di Gennaio, proprio in concomitanza con il National Hugging Day.
Nel 2020, anno che verrà sicuramente ricordato come quello della pandemia che ci ha travolto, è stata inventata “la stanza degli abbracci“. Negli ospedali e nelle residenze per anziani, un muro di plastica con lo spazio per inserire le braccia è stato ciò che è riuscito a colmare la distanza fisica tra gli ammalati e i loro cari.
Gli effetti positivi dell’abbraccio sono stati studiati anche a livello scientifico: oltre a favorire la comunicazione non verbale e ad avvicinare le persone, pare che stimoli anche la produzione dell’ossitocina, l’ormone del benessere. Un abbraccio sarebbe in grado di ridurre stress, ansia e paura, come dimostrato dalla Hug Therapy ideata in Olanda e ormai diffusa in tutto il mondo.
Secondo gli scienziati olandesi, abbracciare un peluche o un’altra persona può rivelarsi di grande aiuto a qualsiasi età, può aiutare ad affrontare le difficoltà emotive e dare forza in momenti di depressione, sconforto o paura.
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La riscoperta del significato e del valore di questo gesto, di sicuro avrà il suo seguito quando non sarà più vietato. E moltissime persone che hanno sperimentato la solitudine e l’assenza del contatto fisico per tanto tempo ne saranno a maggior ragione bisognose.
Speriamo di poter celebrare al più presto questo gesto nella sua interezza e nel frattempo, nel rispetto delle regole, possiamo fare tesoro di alcuni consigli che ci vengono dagli psicoterapeuti e magari dare ad un oggetto un abbraccio simbolico.
Per esempio, abbracciando un maglione o una sciarpa di qualcuno che non vediamo da tempo, un peluche mentre siamo al telefono con una persona distante. Oppure possiamo cercare di dare con lo sguardo e le parole quello che avremmo voluto esprimere con un abbraccio. Addirittura, qualcuno suggerisce di stringersi in un “auto abbraccio” quando ci si vede, mantenendo la distanza ma cercando comunque di sentire addosso il calore e l’affetto.
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Ma si può davvero sostituire un abbraccio? No, soprattutto dopo tutti questi mesi di privazione. Ma speriamo davvero di dovercene privare ancora per poco e di poter uscire a breve per strada e abbracciarci senza trasgredire alcuna regola. Forse quel giorno verrà celebrata un’altra giornata dell’abbraccio, stavolta più spontanea e sentita. Resta solo da decidere quale sarà la prima persona da riabbracciare quando finalmente si potrà fare.
Voi unimamme chi vorreste abbracciare in questo momento?
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