Psico-pandemia da lockdown: l’aumento dei disturbi cognitivi e psicologici. Cos’è e chi è più colpito. L’analisi in uno studio scientifico italiano.
Sappiamo che la pandemia di Covid-19, con le preoccupazioni per la malattia e l’isolamento causato da lockdown e varie restrizioni agli spostamenti, ha avuto effetti destabilizzanti sulla psiche. Disturbi del sonno, ansia e depressione hanno segnato in particolare i mesi più critici dell’emergenza sanitaria.
Uno stress senza precedenti si è abbattuto sulla nostra vita quotidiana e le nostre abitudini, segnandole profondamente. Non poteva essere diversamente, vista l’eccezionalità della situazione e delle misure per contenere i contagi. Il benessere psicologico e la salute mentale sono stati messi a dura prova.
Ora, uno studio scientifico italiano ha studiato gli effetti del lockdown sul funzionamento cognitivo e sulle abilità mentali nella vita quotidiana. Ecco di cosa si tratta e cosa hanno scoperto i ricercatori.
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Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Irccs Santa Lucia di Roma, ha analizzato gli effetti sulla psiche del lockdown e delle misure restrittive imposte dalla pandemia. I ricercatori hanno voluto verificare quale fosse stato l’impatto di queste misure sul funzionamento cognitivo e sulla salute mentale della popolazione in Italia.
Lo studio, dal titolo ‘Cognitive and mental health changes and their vulnerability factors related to Covid-19 lockdown in Italy‘, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Plosone.
I disturbi psichici causati dall’emergenza sanitaria e dai provvedimenti di contenimento del contagio si sono manifestati in tutto il mondo, dando luogo a un fenomeno che è stato chiamato “psico-pandemia“.
I ricercatori italiani hanno studiato l’impatto di questo fenomeno nella vita quotidiana in Italia. Hanno provato a capire come lo stress, l’ansia, la depressione, i disturbi del sonno e l’alterazione delle abitudini abbiano influenzato le abilità mentali degli italiani durante il lockdown. Hanno anche studiato i potenziali fattori di rischio per individuare i soggetti più vulnerabili.
Lo studio è stato condotto con un sondaggio online che ha coinvolto 1215 persone, durante il primo lockdown di primavera, nel periodo compreso tra il 29 aprile e il 17 maggio 2020. Dalle risposte al questionario, i ricercatori hanno scoperto che il funzionamento cognitivo percepito e la salute mentale degli intervistati erano peggiorati in modo significativo durante il lockdown.
Durante il periodo di provvedimenti più restrittivi della scorsa primavera, i disturbi cognitivi sono stati percepiti dagli individui nelle attività di routine della vita quotidiana che richiedevano attenzione, orientamento temporale e funzioni esecutive, senza cambiamenti nelle abilità linguistiche.
Contrariamente, invece, e quasi per un effetto paradossale, i soggetti coinvolti nello studio hanno osservato un miglioramento della memoria, con meno dimenticanze rispetto al periodo precedente al lockdown. Un effetto, questo, dovuto probabilmente alla “riduzione degli impegni ed una quotidianità meno frenetica“, come ha spiegato ad Adnkronos la professoressa Giorgia Cona, coordinatrice della ricerca, del Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e del PaduaNeuroscience Center .
Allo stesso tempo, però, gli studiosi hanno riscontrato:
Con il lockdown, la depressione da lieve a grave è salita al 32%, mentre la prevalenza di ansia è arrivata al 36%.
I fattori di rischio hanno permesso di individuare i gruppi più vulnerabili ai disturbi della psico-pandemia:
Si tratta dei gruppi di popolazione che hanno maggiormente risentito del peggioramento delle abilità cognitive e della salute mentale.
I ricercatori hanno anche evidenziato che tra i soggetti che hanno riportato i sintomi più gravi di depressione e ansia ci sono coloro che cercavano frequentemente nei mass media informazioni sul Covid-19 (quindi erano più esposti all’infodemia) e coloro che abitavano in comunità con alti tassi di contagio. Questi ultimi soggetti, inoltre, avevano riferito di aver sofferto di ipocondria.
Gli autori dello studio hanno sottolineato che se dovessero essere inasprire nuovamente le restrizioni anti-contagio, i governi nelle loro decisioni dovranno considerare con attenzione questi gruppi più vulnerabili. Dovranno sviluppare nello stesso tempo delle risposte efficaci e a lungo termine alle problematiche di salute cognitiva e mentale associate a questa pandemia. Dovranno anche implementare interventi psicologici mirati, con linee guida specifiche, in particolare riguardo all’esposizione alle notizie dei mass-media sul Covid-19.
Insieme alle restrizioni negli spostamenti e all’isolamento del lockdown, dunque, anche l’infodemia è riconosciuta come un importante problema psicologico.
Che ne pensate unimamme? Avete mai avuto disturbi del genere? Conoscete qualcuno che li abbia avuti?
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