Scomparsa una malattia grave nei neonati ‘grazie’ al Coronavirus. Cosa bisogna sapere.
Il virus respiratorio Sars-CoV-2 ha condizionato pesantemente le nostre vite con numerosi casi di infezione, purtroppo anche gravi e letali, e forti limitazioni alla quotidianità, con il blocco agli spostamenti e la chiusura di numerose attività.
Nonostante gli aspetti negativi e drammatici della pandemia, ormai in corso da un anno, esistono per fortuna anche delle conseguenze positive: la “scomparsa” di alcune malattie. Le misure di prevenzione che abbiamo introdotto nelle nostre vite per limitare i contagi del nuovo Coronavirus, dal distanziamento fisico all’uso della mascherina, dall’igiene delle mani alle ridotte attività sociali, hanno contribuito a una drastica riduzione anche di altre malattie infettive. A cominciare dalle malattie causate da altri virus respiratori o altamente contagiose.
Lo abbiamo visto con l’influenza, prima scomparsa dall’Australia e ora quasi inesistente in Italia, con casi di infezione estremamente ridotti e per lo più riconducibili a sindromi simil-influenzali. Lo stesso è accaduto anche per il morbillo, una malattia infettiva estremamente contagiosa che nei bambini, soprattutto i più piccoli, può essere molto pericolosa. Molto di più del Covid-19. Nei primi dieci mesi del 2020, in Italia si sono avuti solo 101 casi di morbillo, niente a che vedere con le migliaia degli scorsi anni.
Ora, le misure di prevenzione anti-Covid hanno bloccato un’altra malattia respiratoria che nei bambini più piccoli richiede il ricovero in ospedale e che ogni hanno fa registrare numerosi casi: la bronchiolite, causata dal virus respiratorio sinciziale. La bronchiolite, tra l’altro, può essere una complicanza dell’influenza nei bambini. Il fatto che i casi di influenza quest’anno si siano fortemente ridotti avrà ulteriormente contribuito a ridurre i casi di bronchiolite.
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La bronchiolite è un’infezione virale acuta che colpisce il sistema respiratorio dei bambini sotto i 2 anni di età, con una più alta diffusione (prevalenza) nei primi 6 mesi di vita. Responsabile della malattia è nel 75% dei casi il virus respiratorio sinciziale (VRS), ma anche altri virus tuttavia possono esserne la causa:
L’infezione è secondaria a una trasmissione che avviene primariamente per contatto diretto con le secrezioni infette. La fase di contagio dura normalmente da 6 a 10 giorni. Sono colpiti i bronchi e i bronchioli (tratto respiratorio inferiore), da qui il nome di bronchiolite. L’infezione genera un processo infiammatorio, con aumento della produzione di muco e ostruzione delle vie aeree con possibile comparsa di difficoltà respiratoria.
I fattori che aumentano il rischio di maggiore gravità della malattia sono:
La bronchiolite si manifesta con febbricola e rinite (infiammazione nasale); successivamente possono comparire tosse insistente, che si aggrava gradualmente, e difficoltà respiratoria, che può essere più o meno marcata, caratterizzata da un aumento della frequenza respiratoria e da rientramenti intercostali.
Solitamente, la bronchiolite guarisce spontaneamente e senza conseguenze in circa 12 giorni. Tuttavia, in alcuni casi può essere necessario il ricovero in ospedale, soprattutto quando colpisce i bambini sotto i sei mesi di vita.
Il maggior numero di casi di bronchiolite si verifica solitamente tra novembre e marzo, in coincidenza con la stagione influenzale.Vi ricordiamo i consigli degli esperti del Bambino Gesù per ridurre il rischio di bronchiolite.
Quest’anno, grazie alle misure anti-Covid, dunque indirettamente a causa del Coronavirus, la bronchiolite si è fortemente ridotta in Italia se non è addirittura scomparsa. Con grande beneficio dei bambini e sollievo per tante famiglie. A comunicarlo sono gli esperti dell’Ospedale Bambino Gesù e della Società Italiana di Pediatria (SIP).
“A partire da ottobre, e con un picco tra gennaio e febbraio, eravamo abituati a vedere le corsie degli ospedali pieni di bambini con insufficienza respiratoria o con problemi comunque correlati a un quadro di bronchiolite. Quest’anno, invece, all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù nessun tampone fatto da ottobre ad oggi è risultato positivo al virus respiratorio sinciziale“. Lo ha comunicato Elena Bozzola, pediatra e Segretario Nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP).
Il “merito” di questa situazione è proprio del Coronavirus, come abbiamo detto, o meglio delle misure adottate per contenere i contagi.
“Il distanziamento sociale, la corretta igiene delle mani, l’utilizzo delle mascherine, le limitazioni ai viaggi e agli spostamenti, i divieti di assembramento – ha spiegato Bozzola – sono tutte misure che insieme hanno contribuito a un rallentamento delle infezioni virali con beneficio, ovviamente, dei più piccolini nonostante sotto ai 6 anni non vi sia l’obbligo di portare la mascherina“.
La bronchiolite è “molto più grave rispetto agli episodi di bronchite proprio perché generalmente colpisce i più piccolini“, ha spiegato la pediatra. “Il bambino manifesta un quadro clinico con difficoltà respiratorie e per questo può smettere di mangiare, motivo per cui, visto che soprattutto i piccolini tendono a disidratarsi, c’è bisogno subito di un’attenta valutazione da parte del pediatra ed eventualmente anche di cure ospedaliere“.
Il consiglio di Elena Bozzola sul sito della Sip, “da mamma e da pediatra”, è “di non abbassare le misure precauzionali che ci hanno aiutato nei confronti del coronavirus e che ci stanno aiutando contro tante altre infezioni“.
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