Un aumento di episodi di violenza e reati online soprattutto a danno dei minori spaventano. L’allarme e i consigli della Polizia Postale.
Il fenomeno è in costante crescita. Si parla di adescamenti, sextortion, cyberbullismo e tutte quelle forme di violenza di cui possono essere vittime i nostri figli, anche inconsapevolmente.
Nell’ultimo anno, secondo i dati di un sondaggio fatto in occasione del Safer Internet Day, i numeri sono raddoppiati o cresciuti in modo esponenziale. A preoccupare è soprattutto l’abbassamento dell’età media delle vittime: si parla di bambini anche minori di 9 anni.
Ma il fenomeno del cybercrime è un fenomeno che non risparmia nessuno: dalle aziende ai lavoratori, dai ragazzi ai bambini. Ecco perché bisognerebbe educare all’uso consapevole del mezzo Internet, in qualsiasi fascia di età. Si sta facendo strada da un po’ di tempo anche l’idea del patentino per i social, che sembra trovare anche l’approvazione dei ragazzi.
Vediamo nel dettaglio cosa dice la dottoressa Ciardi, direttrice del servizio di Polizia Postale e delle comunicazioni, esperta del settore.
In un’intervista pubblicata su Repubblica, la dottoressa ha spiegato che i reati cibernetici colpiscono tutta la società indistintamente. I reati finanziari contro le banche e le imprese, i furti di dati cifrati e sensibili ad opera degli hackers. Ma anche blocchi dei sistemi operativi e danni di immagine.
Per quanto riguarda le persone, invece, oltre al reato di stalking, molto diffusi sono anche le minacce e la diffamazione. Ma l’aspetto più delicato è quello dei crimini nei confronti dei giovani e dei bambini.
La pedopornografia e i reati verso i minori sul web sono aumentati del 77% nell’ultimo anno: da 2379 si è passati a 4208 casi intercettati.
Le immagini di violenza sessuale su minori sono sempre più diffuse su chat e piattaforme: ben 3243 episodi rispetto ai 1396 del 2019.
Di sicuro la pandemia ha accentuato questo fenomeno, a causa di una accelerazione della digitalizzazione e un uso ancora più assiduo di internet e social network da parte dei giovani.
Si parla anche di
La sextortion è un fenomeno del quale si parla ancora troppo poco, ma che può creare seri danni. Si tratta di ricatti fatti a seguito dell’invio di foto sessualmente esplicite, strettamente connesso ai social e alle chat e che riguarda sempre più spesso i giovanissimi. Il web fa circolare dati e immagini molto rapidamente e non è neanche molto semplice eliminarle. Ecco perché le ritorsioni che vanno a ledere la dignità di una persona possono causare seri danni psicologici.
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Senza considerare che quelli denunciati da genitori o dai ragazzi stessi sono, forse, una piccola parte di quelli esistenti. Questo perché non si ha il coraggio di denunciare e di uscire allo scoperto, nel caso dei ragazzi, ma anche perché questo tipo di reato viene ancora sottovalutato o non preso in considerazione dagli adulti.
Le chat di gioco, le app e i social sono il mondo virtuale in cui trascorrono ore ed ore i nostri figli. Ecco perché, secondo la dottoressa Ciardi, gli adulti dovrebbero essere ben consapevoli dei pericoli a cui possono andare incontro i loro figli.
I pericoli vanno però differenziati: se ai bambini molto piccoli andrebbe vietato l’uso del cellulare o di altri mezzi tecnologici senza la supervisione di un adulto, per gli adolescenti è più importante instaurare un dialogo e cercare di ottenere la loro fiducia.
Un sondaggio fatto dal programma “Generazioni Connesse” nelle scuole secondarie, ha rilevato che oltre la metà del campione del sondaggio sarebbe favorevole al patentino per i social, il 40% addirittura sarebbe propenso a vietare i social ai minori di 14 anni.
Volendo quindi riassumere i consigli dell’esperta, potremmo dire che i genitori dovrebbero avere lo stesso livello di attenzione quando i propri figli si trovano da soli in strada e quando sono con il cellulare seduti sul divano:
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Ciò che emerge dalle riflessioni fatte proprio in occasione del Safer Internet Day è che internet è una grande risorsa e, se usato correttamente, può migliorare la vita di tantissime persone di tutte le fasce di età. Ma perché sia così è necessario che le persone vengano istruite sui possibili rischi e sui pericoli che corrono soprattutto i bambini.
Voi unimamme cosa ne pensate dei dati emersi dal sondaggio e dall’intervista con la dottoressa Ciardi? Se volete leggere l’intervista completa, vi lasciamo qui il link.
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