Vaccini Covid: reazioni allergiche, le linee guida degli esperti per gestirle.
Le agenzie di controllo hanno accertato la sicurezza dei vaccini Covid che in questo momento vengono somministrati agli operatosi sociosanitari e alla popolazione, altrimenti non li avrebbero approvati.
Ema per l’Unione Europea e poi Aifa per l’Italia hanno dato il via libera ai vaccini di Pfizer/Biontech e Moderna, entrambi a RNA messaggero, e più recentemente a quello di AstraZeneca, con vettore adenovirus.
La somministrazione in Italia è iniziata a fine dicembre con il vaccino Pfizer, poi a metà gennaio sono arrivate le prime dosi del vaccino Moderna. Mentre in questi giorni è partita la vaccinazione con AstraZeneca, per la popolazione più giovane e senza patologie pregresse.
Sebbene i vaccini siano sicuri, in alcuni soggetti possono scatenare delle reazioni allergiche. Gli esperti allergologi italiani hanno redatto delle linee guida per affrontare queste reazioni avverse e allo stesso tempo raccomandano di non escludere le persone allergiche dalla vaccinazione anti-Covid. Ecco cosa bisogna sapere.
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Gli allergologi dell’Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (Aaiito) e dalla Società Italiana di Allergologia Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) raccomandano di non escludere dalla vaccinazione anti-Covid le persone allergiche, anche affette da forme gravi di allergia. In questi casi dovranno essere predisposti degli ambienti idonei, dotati di tutti gli strumenti necessari per far fronte a una reazione allergica grave al vaccino, e con l’assistenza di personale specializzato.
“I pazienti con reazioni anafilattiche severe da sostanze e farmaci o con mastocitosi e asma bronchiale non controllato possono eseguire la vaccinazione anti Covid, ma hanno bisogno di una gestione più specifica ed individualizzata che comporta, ad esempio, l’osservazione prolungata, la premedicazione o la stabilizzazione della malattia di base“. Queste sono le raccomandazioni degli allergologi sulla vaccinazione delle persone allergiche, che non vanno private della immunizzazione dal Covid.
Quando viene somministrato il vaccino anti-Covid a persone che non presentano particolari problemi, le autorità sanitarie trattengono i pazienti almeno 15 minuti dopo la vaccinazione. È il tempo di osservazione necessario in cui si possono manifestare reazioni avverse, anche allergiche, al vaccino. Trascorso questo intervallo di tempo, i vaccinati possono lasciare il luogo di vaccinazione.
Per i pazienti che soffrono di allergie, invece, è richiesto un tempo di osservazione maggiore e serve un’assistenza specifica. In questi casi possono essere vaccinati anche in ospedale, nei casi di pazienti più gravi.
A questo proposito, le società scientifiche di allergologia Aaiito e Siaaic hanno redatto delle linee guida per la vaccinazione dei pazienti allergici.
Si tratta di un documento tecnico con le indicazioni per la prima somministrazione del vaccino Covid ai soggetti con storia di pregressa reazione allergica e per la seconda somministrazione a coloro che abbiano sviluppato una reazione allergica dopo la prima dose del vaccino.
Gli allergologi italiani hanno anche dato la loro disponibilità a collaborare con le istituzioni per la gestione degli eventi avversi al vaccino.
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In primo luogo gli allergologi ritengono che anche i pazienti con reazioni anafilattiche severe da farmaci o altre sostanze, con problemi respiratori e cardiocircolatori, o affetti da malattie gravi, come mastocitosi e asma bronchiale non controllato, possono essere vaccinati. In questi casi potrà essere necessaria la premedicazione o la stabilizzazione della malattia di base, in ogni caso l’osservazione dopo la vaccinazione dovrà essere prolungata, rispetto ai 15 minuti previsti per gli altri pazienti.
All’atto della vaccinazione dovrà essere presente un esperto allergologo, inoltre nel luogo di vaccinazione dovranno essere disponibili presidi per affrontare emergenze anafilattiche gravi.
Nell’ambiente di vaccinazione dovranno essere presenti autoiniettori di adrenalina e altri farmaci necessari per la gestione della reazione allergica. Si può consigliare anche ai pazienti di portare con sé il proprio autoiniettore di adrenalina.
Gli allergologi raccomandano anche la formazione del personale medico e infermieristico incaricato della vaccinazione per riconoscere tempestivamente la reazione allergica e lo shock anafilattico.
Prima della somministrazione del vaccino, i pazienti a rischio dovranno essere sottoposti a questionario allergologico e visita allergologica preventiva.
Gli esperti allergologi suggeriscono di sottoporre ai pazienti allergici un questionario allergologico più completo di quello proposto attualmente. In questo caso da proporre in anticipo rispetto alla seduta vaccinale.
Gli esperti raccomandano di verificare la presenza delle seguenti condizioni nei pazienti prima della vaccinazione:
I pazienti con una sola di queste condizioni, spiegano gli allergologi, dovrebbero essere preventivamente inviati a visita allergologica, possibilmente con un accesso preferenziale e programmabile, per effettuare una diagnostica specifica che permetta di stratificare il rischio.
Nei pazienti con asma grave trattati con biologici, la terapia non va sospesa e la vaccinazione deve essere posticipata di 48-72 ore. Inoltre, aggiungono gli esperti, in caso di asma grave non controllato la vaccinazione può essere eseguita, ma in ambiente protetto, con osservazione di 60 minuti.
Infine, è raccomandata la valutazione allergologica per quei pazienti che abbiano avuto reazioni allergiche alla prima dose del vaccino Covid. L’allergologo darà le indicazioni sulle procedure a cui attenersi per la vaccinazione, sull’eventuale scelta di un vaccino alternativo o sull’esclusione della vaccinazione stessa.
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Solitamente, le reazioni anafilattiche ai vaccini sono rare, spiegano gli allergologi. Generalmente sono 1,31 casi per milione di dosi.
Per quanto riguarda le reazioni anafilattiche ai vaccini contro Covid-19, al momento quelli di Pfizer/BionTech e Moderna, negli Stati Uniti sono state 21 su un totale di 1,9 milioni di dosi somministrate. Il tasso di reazioni anafilattiche quindi è di 11,1 casi di per un milione di dosi somministrate. È più alto di quello registrato con il vaccino antinfluenzale, ma rimane un’evenienza rara, come spiegano i CDC – Centers for Disease Control and Prevention americani.
In Italia, l’ultimo rapporto Aifa sulla sorveglianza dei vaccini Covid-19, uscito da poco, segnala 13 casi di anafilassi/shock anafilattico al vaccino Pfizer/BionTech in un mese. Si tratta di 12 casi tra le donne e 1 caso in un uomo, con un’età media di circa 45 anni. Tutti sono stati rapidamente assistiti e trattati presso il centro vaccinale dove è avvenuta la vaccinazione o immediatamente trasferiti in pronto soccorso. Di questi 3 casi avevano una storia clinica di allergia, prevalentemente a pollini e alimenti, un caso aveva già avuto una pregressa reazione allergica ad un altro vaccino.
Ulteriori informazioni sulle linee guida degli allergologi su Aaiito, Associazione Allergologi Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri.
Che ne pensate unimamme di queste indicazioni? Voi vi vaccinerete?
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