Patrizio Bianchi è il nuovo Ministro dell’Istruzione. Dopo alcuni giorni di riserbo ha rilasciato un’intervista a Repubblica durante la quale si è espresso in merito al nodo maturità: ecco in quale direzione andrà la sua idea di ” nuova scuola”.
Patrizio Bianchi ha ricevuto l’incarico di Ministro della Pubblica Istruzione, sabato 13 Febbraio. Dopo alcuni giorni di silenzio, il professore ha spiegato la sua idea di scuola e i suoi programmi per la maturità.
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Il neo Ministro ha voluto ribadire di avere rispetto per il lavoro svolto da Lucia Azzolina e ai ragazzi ha fatto sapere di “stare tranquilli”.
Come prima cosa, Patrizio Bianchi ha espresso la necessità di lavorare in maniera celere per dare, nel più breve tempo possibile, certezze sia agli studenti che agli insegnanti. A tal proposito, infatti, si è detto un po’ preoccupato per la mole di lavoro che gli è stata affidata, soprattutto, a causa della sua età, 69 anni.
Durante la settimana, infatti, ha spiegato a La Repubblica che sarà costretto a restare lontano da casa e questo probabilmente lo sottoporrà a non poco stress.
La prima cosa da considerare secondo il professor Bianche è che al personale scolastico e a gli studenti, nell’anno appena passato, si è chiesto un grande sforzo.
L’emergenza sanitaria, peraltro, ha reso evidenti le disparità tra le regioni del sud rispetto a quelle del nord. In molti casi, infatti, ha detto il Ministro dell’Istruzione, i ragazzi che partivano da una situazione di disagio sociale si sono ritrovati a subire condizioni ancor più precarie.
È per questo che ha ricordato che qualsiasi tipo di intervento su larga scala riguarderà “le singole persone”. Di conseguenza, si dovrà intervenire in particolar modo sugli adolescenti del Sud.
Riguardo alla Maturità, il professor Patrizio Bianchi ha fatto sapere di essere a conoscenza dell’istruttoria iniziata dalla precedente Ministra Azzolina e di apprezzarne il lavoro. ” In settimana decidiamo, i ragazzi stiano tranquilli”, ha dichiarato il neo Ministro.
Patrizio Bianchi oltre ad essere professore universitario è un politico ed economista. Nel 2020 ha pubblicato un libro intitolato “Nello specchio della scuola” dove ha spiegato il suo concetto di scuola, affrontando un tema che ha particolarmente a cuore, ossia l’abbandono scolastico.
Il professore, infatti, ha voluto porre l’accento “sull’attuale tasso di dispersione scolastica” che si traduce nell’abbandono della scuola senza il raggiungimento di un titolo di studi o nel suo conseguimento ma senza le dovute competenze. Nel libro, infatti, sottolinea quanto, attualmente in Italia, “la dotazione di risorse umane” è inadeguata al processo digitale divenuto necessario “con l’inizio del nuovo secolo“.
A questo va aggiunto, poi, il fatto che ci sono tantissimi giovani che non studiano e che non hanno un lavoro e altri che, invece, si trasferiscono altrove per cercare una vita diversa. Tutto questo, insomma, da vita a una iniquità sociale.
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Secondo gli ultimi dati, infatti, sono circa 120 mila gli studenti che hanno deciso di abbandonare la scuola, dato che, peraltro, a causa del lockdown è destinato ad aumentare.
Per questo motivo, in una delle prime dichiarazioni, il Ministro dell’Istruzione ha voluto manifestare la volontà di riportare la scuola nel cuore di tutti, “soprattutto di chi non va a scuola”.
Secondo Bianchi, infatti, le persone devono essere messe davanti a tutto, di conseguenza, alla domanda su quale sarà il suo primo atto, senza dubbio, risponde: ” mettere la scuola in sicurezza“.
Il neo Ministro dell’Istruzione, infatti, ha sottolineato la necessità che gli studenti e il personale scolastico siano messi in sicurezza, partendo dalla pandemia fino agli edifici. “L’ho imparato la notte del terremoto in Emilia. Quell’esperienza sarà il mio riferimento“, ha spiegato Bianchi, ribadendo che questo aspetto sarà uno dei punti forti del suo mandato.
Per portare avanti la sua idea di ” una nuova scuola”, il professore ha chiesto l’aiuto di tutti.
Ma cosa intende per nuova scuola? Stando alle sue dichiarazioni, la scuola deve essere rivolta al futuro e all’Europa e in grado di “non perdere nessuno per strada“. Per questo, da buon economista ha ribadito, la necessità di effettuare investimenti importanti per rimettere la scuola al centro dello sviluppo economico del Paese.
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