Il mondo della pubblicità ha da sempre catturato la nostra attenzione attraverso immagini assurde: rasoi che depilano gambe perfettamente lisce, creme anti-cellulite spalmate su cosce magre e perfettamente sode. Per non parlare dei sieri-anti rughe sui visi di adolescenti appena terminata la loro pubertà. Ecco perché è giusto il divieto dell’utilizzo dei filtri per le campagne di pubblicità su Instagram.
La nostra visione del reale è distorta da un immaginario pubblicitario photoshoppato e tendente alla perfezione. I corpi vengono costruirti virtualmente privi di ogni forma di impurità. Idolatrando il fenomeno di una bellezza assoluta, impossibile da raggiungere.
Questo ci induce a sentirci costantemente non all’altezza, non in grado di soddisfare i canoni di bellezza imposti dalla società e quindi dall’immaginario comune. Se a questo si aggiunge l’utilizzo dei filtri di Instagram, che elimina qualunque forma di imperfezione, non se ne esce più.
I filtri permettono infatti di rendere la nostra pelle più luminosa con un semplice tocco sullo schermo, per non parlare di labbra più turgide o più grandi. Il naso che non c’è mai piaciuto, assume le sembianze di quello che abbiamo sempre desiderato, e per le nostra ciglia il colore del mascara che non abbiamo mai comprato, ma che cerchiamo da sempre.
Il fine? I filtri nascono per renderci esteticamente appetibili, conformi ai canoni di bellezza in “vigore” in quel momento.
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Sembra che la visione di una realtà virtuale costruita sulla perfezione fisica sia stata messa a freno nel Regno Unito dalla Advertising Standards Authority. Questa autorità ha infatti vietato l’utilizzo dei filtri nelle pubblicità social e questo è chiaramente un punto di partenza che potrà sfociare in cambiamento più grande.
Ma da dove è partita questa mini “rivoluzione” estetica? Da #Filterdrop
Tutto ha avuto inizio nel 2020, quando la makeup artist Sasha Pallari ha lanciato su instagram la campagna #Filterdrop. Il fine della campagna è di chiedere ai marchi di make up e delle influencer che li utilizzavano, di non usare filtri e di promuovere “una pelle più vera”, sensibilizzando il pubblico alla naturalezza del volto.
Partendo da questo, l’autorità inglese ha dichiarato che l’uso dei filtri potrebbe aumentare l’effetto del prodotto cosmetico, falsandone il risultato effettivo, ingannando così i consumatori circa l’efficienza del cosmetico.
Secondo la BBC, l’ASA – Adaptive Security Appliance – ha esaminato svariati video di influencers che promuovevano creme abbronzanti utilizzando dei filtri. Il risultato? L’effetto del cosmetico è stato parecchio amplificato.
Sempre secondo l’ASA, non basta solo menzionare il nome del filtro, ma è necessario evitare di inserirlo nei contenuti che pubblicizzano i cosmetici. In modo da non alternarne l’effetto finale, e renderlo semplice e lineare.
La stessa Sasha Pallari si è pronunciata in merito. Afferma infatti che:“Sento che l’effetto dannoso che tutto questo ha sugli utenti dei social media è stato finalmente preso sul serio“. In seguito aggiunge: “questo è un enorme passo nella giusta direzione per l’utilizzo dei filtri e il modo in cui i cosmetici vengono pubblicizzati online“.
Secondo la make up artist, il prodotto cosmetico non può eliminare e rendere così levigata la pelle, lo fa un filtro o l’utilizzo di Photoshop. Questo genera uno stereotipo di bellezza dai canoni irraggiungibili, rendendo le donne sempre più insicure del loro aspetto fisico. Alla lunga, questo, può portare alla non accettazione personale, e al preferire la versione virtualmente modificata di noi stessi.
Unimamma voi cosa ne pensate in merito? Siete d’accordo? Seguendo le varie donne e mamme vip su Instagram, quante volte usano filtri?
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