Leggere in gravidanza aiuta lo sviluppo del bambino: il feto sente e riconosce la voce della mamma. Lo studio effettuato con donne nel terzo trimestre di gravidanza lo dimostra.
Durante la gravidanza molte future mamme amano ascoltare musica rilassante, con la consapevolezza che una stimolazione uditiva prima della nascita può produrre risultati per lo sviluppo cognitivo del feto. Spesso vengono citati musicisti come Mozart o Beethoven, ma recenti studi dimostrano che la voce della madre è più che sufficiente.
Nel terzo trimestre di gravidanza, dove lo sviluppo fisico ha un ruolo primario e più importante, anche i suoni possono essere un modo più efficace per entrare in contatto con il feto.
I ricercatori dell’Università della Florida hanno aggiunto un nuovo tassello a questo campo di studio, dimostrando gli effetti della voce della madre sarebbero apprezzabili già leggendo una poesia al proprio bambino.
Lo studio ha tenuto sotto osservazione un gruppo di 32 donne in gravidanza alla 28esima settimana, che fino alla 34esima hanno recitato ad alta voce una poesia al proprio bambino 2 volte al giorno, questo per 6 settimane.
Dopo questo periodo è stato chiesto alle donne di smettere di far sentire al feto quelle parole ed è stato verificato 2 e 4 settimane dopo se il feto riuscisse a ricordare il loro suono.
Per farlo si è verificato, tramite il monitoraggio del battito cardiaco del bambino, che al momento dell’ascolto della poesia il feto presentava una leggera diminuzione della frequenza, a indicare che la situazione era per lui conosciuta e familiare.
Il gruppo di controllo dell’esperimento è stato sottoposto alla lettura di una differente poesia recitata da una voce di uno sconosciuto ed ha avuto un’accelerazione cardiaca.
I risultati hanno confermato che il bambino impara già dalla pancia della mamma a riconoscere gli stimoli uditivi e reagisce di conseguenza.
Ulteriori studi sono necessari per comprendere come queste stimolazioni influenzino lo sviluppo del linguaggio e della memoria.
In ogni caso è importante ricordare quanto il bambino sia già presente dopo il terzo trimestre di gestazione e quanto riesca a percepire l’ambiente intorno a lui.
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