Con l’arrivo delle nuovi varianti anche nel nostro Paese, gli esperti hanno ricalcolato la distanza di sicurezza. Ecco quanto dovrebbe essere per evitare il contagio.
E’ ormai un anno che stiamo affrontando questa terribile pandemia che ha colpito il Mondo intero durante il quale abbiamo avuto, da parte degli organi competenti, le indicazioni su come proteggerci. Abbiamo imparato, anche se qualcuno non lo ha ancora capito bene, ad usare le mascherine ed a rispettare la distanza di sicurezza.
Da quando però si sono diffuse le varianti del coronavirus SARS-CoV-2, la distanza interpersonale di un metro sembrerebbe essere insufficiente per poterci proteggere e ci sarebbero anche nuove misure da rispettare. E’ quanto emerso da un recente studio del CNR che ha calcolato la giusta distanza grazie ad un complesso algoritmo.
Nuove varianti SARS-Cov-2: il nuovo studio tutto italiano
A dare notizia che la distanza tra due o più individui deve essere maggiorata è il dottor Corrado Spinella, direttore del Dipartimento di Scienze fisiche e Tecnologie della materia (Cnr-Dsftm). Sappiamo bene che il coronavirus si trasmette principalmente attraverso le goccioline che si producono quando un soggetto tossisce, parla, canta urla e soprattutto quando starnutisce. Per questo oltre ad indossare le mascherine è sempre bene mantenere la distanza di un metro.
Distanza che come detto non va più bene con le varianti; secondo gli scienziati per proteggersi servirebbe una distanza minima di 1.40 metri, quindi 40 centimetri in più: “Le varianti del virus SARS-Cov-2 sono caratterizzate da un aumento della distanza di trasmissibilità del 40%. Prima, in media, dovevi essere lontano un metro dal positivo. Ora, se non vuoi essere contagiato, bisogna tenersi distanti 1,4 metri. È aumentata la distanza di trasmissibilità entro cui il virus rischia di infettare la persona sana. Un metro non è più sufficiente”.
E’ stato il direttore del Dipartimento che ha spiegato, in un’intervista a Giampiero valenza, il modello che è stato sviluppato al CNR per lo studio della pandemia che prende in considerazione diversi parametri:
- medico,
- sociale,
- economico,
- matematico.
Il modello sviluppato si basa su algoritmi che tengono conto di fattori quali:
- la mobilità delle persone,
- la densità abitativa,
- le conoscenze acquisite dalla prima ondata di contagi,
- le varianti individuate
- l’impatto della campagna vaccinale in corso.
Purtroppo sono ancora pochi i vaccini che sono stati somministrati e per questo è difficile dare dei numeri precisi, ma “il modello permette di dare conto di un’aderenza perfetta tra quello che è il modeling e il dato sperimentale. Una volta acquisita questa robusta attendibilità tra categorie e modello su quello che fino ad ora è accaduto, diventa semplice manovrare le manopole che abbiamo a disposizione per visualizzare lo scenario futuro”.
Voi unimamme indossate la mascherina e mantenete la distanza di siscurezza?