Covid, boom di contagi per la variante inglese: scuole chiuse. Le ultime notizie a livello locale preoccupano.
Se la curva dei contagi Covid-19 in Italia si era stabilizzata nell’ultimo mese a livello nazionale, purtroppo a livello locale già da qualche settimana si erano manifestate delle preoccupanti risalite dei casi.
La ripresa dell’epidemia è dovuta alla diffusione delle nuove varianti del virus, inglese, brasiliana, sudafricana e probabilmente anche altre. I contagi sono tornati a risalire, in modo preoccupante, nelle Regioni del Centro Italia e poi in alcune zone del Nord e del Sud. Una situazione che ha obbligato gli amministratori regionali a istituire delle zone rosse locali, come è accaduto con la provincia di Perugia in Umbria e poi con quelle di Chieti e Pescara in Abruzzo.
Anche alcuni Comuni della Lombardia, in varie province, sono stati chiusi a seguito di un’impennata dei contagi. Ed è proprio in questa Regione che si segnala un nuovo peggioramento dell’epidemia. Una situazione che sta interessando la provincia di Brescia, particolarmente colpita dalla variante inglese del Coronavirus. Ecco cosa è successo e i provvedimenti adottati.
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Mentre alcuni politici e presidenti di Regione premono per riaprire tutto, sotto le pressioni delle varie categorie commerciali, in Italia torna a risalire il tasso di positività. Se il numero assoluto dei contagi a livello nazionale non sembra particolarmente elevato, la preoccupazione è a livello locale. In alcune zone d’Italia, infatti, da qualche settimana è in corso una recrudescenza dell’epidemia che ha costretto a istituire zone rosse locali, con tutto chiuso, negozi e scuole.
La situazione che in questo momento preoccupa è in provincia di Brescia. Qui la variante inglese del virus ha fatto impennare i contagi e sta saturando gli ospedali. Nelle ultime 72 ore si sono registrati più di 700 contagi, mentre negli ospedali della provincia sono ricoverati circa 800 pazienti per il Covid.
La provincia di Brescia si trova ad avere un’incidenza doppia rispetto alle altre province lombarde. Lo ha comunicato Guido Bertolaso, consulente alla vaccinazione in Lombardia. “Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile rispetto all’autunno passato, in tutto il territorio regionale, tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia“, ha spiegato Bertolaso.
A Brescia i reparti di rianimazione sono “sotto stress”, tanto che i pazienti sono stati trasferiti negli ospedali di zone limitrofe. “Bisogna intervenire immediatamente“, ha avvertito Guido Bertolaso.
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La situazione epidemiologica della provincia di Brescia ha obbligato le autorità locali a prendere provvedimenti. A breve, il presidente emanerà un’ordinanza per l’istituzione di una zona arancione rafforzata, con la chiusura di scuole di ogni ordine e grado e anche di asili nido. Tra le misure adottate c’è anche il divieto di spostarsi nelle seconde case, come ha anticipato l’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti intervenendo in Consiglio regionale e riportato sul Corriere della Sera.
Oltre alla provincia di Brescia, i provvedimenti restrittivi riguardano anche il comune di Soncino in provincia di Cremona e alcuni comuni della provincia di Bergamo, confinanti con la prima:
La Regione Lombardia sta avviando anche una riprogrammazione della campagna vaccinale. Saranno vaccinati per primi gli abitanti dei 103 comuni bresciani con una incidenza del contagio superiore a uno ogni 250 abitanti. L’obiettivo è di vaccinare prioritariamente nei Comuni con focolai per evitare di intasare ulteriormente gli ospedali. Si partirà nei prossimi giorni nei territori di confine tra le province di Brescia e Bergamo. Comunque, le vaccinazioni saranno organizzate rispettando le linee guida del Ministero della Salute e mantenendo le vaccinazioni per gli over 80 e quelle per le categorie in fase 1 bis.
Nel frattempo, l’Ordine dei Medici della provincia di Brescia lancia l’allarme per l’adozione immediata di provvedimenti rigidi, anche se impopolari, come quelli della scorsa primavera. Il lockdown duro. Solo in questo modo, infatti, si potrà tenere sotto controllo la diffusione del virus nella variante inglese
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