Un’idea di una giovane donna che ha preso a cuocere un problema che hanno molti Paesi e riguarda le carceri, ecco come si possono svuotare.
Per cercare di risolvere un problema del suo Paese, ma che riguarda un poco tutti gli Stati, una giovane ingegnere ha messo a punto un programma che sta dando buoni frutti.
Si tratta di un software che serve per gestire al meglio le carceri per decidere quale detenuto può uscirne senza creare danno alla società. Un progetto ambizioso, ma molto utile. Ecco di cosa si tratta.
La giovane ingegnere si chiama Clementine Jacoby, ha studiato a Stanford e dopo aver preso al laurea in ingegneria ed è diventa manager a Google dove lavora quasi quattro anni. Ad un certo punto decide che sviluppare solo app non la soddisfa più e decide di impiegare le sue capacità per sviluppare qualcosa che possa essere più utile alla società.
Anche spinta da un episodio che è successo nella sua famiglia decide di studiare un software che sia in grado di ridurre il numero dei detenuti nelle carceri.
Negli Stati Uniti è stato stimato che circa 2 milioni di persone sono imprigionate, tra le quali ci sarebbero centinaia di migliaia che, secondo gli esperti, non rappresentano una minaccia per la sicurezza pubblica e potrebbero essere rilasciate.
Con il suo programma, Clementine, va ad analizzare i dati personali dei detenuti permettendo di poter rilasciare chi non ha un serio motivo per rimanere dietro le sbarre e che potrebbe stare fuori senza essere di pericolo per la sicurezza pubblica.
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Il software si chiama Recidiviz ed è stato adottato già da un paio di anni da 34 Stati americani con risultati eclatanti. Da quando viene usato sono stati rilasciati 44 mila detenuti e nel Nord Dakota, che ha avviato questa collaborazione fin da subito, c’è stata una riduzione della popolazione carceraria del 20%.
Tra l’altro ciò è stato accentuato soprattutto durante questo periodo di Covid dove le carceri diventano velocemente focolai.
Un vero successo che ha anche fatto si che l’ideatrice del programma fosse inserita tra i 30 giovani under 30 dell’anno.
E voi unimamme, che ne pensate di questa idea, considerato anche il problema del sovraffollamento delle carceri in Italia?
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