Un marito è stato costretto a risarcire la moglie per il lavori domestici svolti durante il loro matrimonio. Quella emessa è una sentenza storica nell’ambito del diritto matrimoniale che giunge in seguito alla regolazione di una causa di divorzio. Ecco la decisione del tribunale
In una causa di divorzio, un uomo si è visto imposto il risarcimento dei lavori domestici svolti dalla moglie nel corso della loro convivenza. Si tratta di una sentenza storica nell’ambito del diritto matrimonialista che giunge come una gran bella notizia per tutte le donne.
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Il Tribunale di Pechino è intervenuto per regolare la causa di divorzio tra la signora Wang e l’ex marito Chen. Questa sentenza si basa sul nuovo Codice civile approvato da poco dal parlamento della Repubblica popolare cinese.
Proprio sulla base di questa nuova disciplina, nelle cause di separazione, non vengono più divisi solo i beni cosiddetti tangibili alla moglie e al marito. Mentre prima le donne cinesi potevano contare solo sugli alimenti in presenza di un accordo preso prima del matrimonio, stavolta, il Tribunale di Pechino ha disposto che l’ex marito Chen risarcisca la signora Wang. La quota va stabilità in base all’entità della cura che ha la donna ha dedicato alla casa, durante la loro convivenza.
La donna cinese, infatti, è riuscita a provare che il marito durante la loro convivenza ha mostrato un totale disinteresse per la vita comune, addossando qualsiasi lavoro domestico su di lei.
Secondo il magistrato, Feng Miao, dunque, “questo impegno domestico è catalogabile tra i beni intangibili” e perciò ha assegnato alla signora Wang una liquidazione di 50mila yuan per i cinque anni in cui ha svolto le faccende domestiche. A questa vanno ad aggiungersi 250 euro al mese dal momento che alla donna è stato affidato anche il loro figlio.
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Precisato che 50 mila yuan valgano meno di 7 mila euro, ovviamente, la notizia ha dato vita ad un acceso dibattito sui social cinesi, dal primo momento che la sentenza è stata pubblicata all’inizio del mese di febbraio.
L’opinione pubblica si è divisa. C’è chi, infatti, ha espresso soddisfazione riguardo al fatto che, per la prima volta, è stato riconosciuto che le mogli, in Cina, devono fronteggiare da sole il peso della vita domestica. Dall’altro, invece, c’è chi considera l’entità del compenso inferiore rispetto alle energie profuse. Secondo questi, tra l’atro, in una città come Pechino, non si può considerare giusto uno stipendio annuale di 50 mila yuan per una domestica.
Diverse cittadine hanno commentato che “è meglio non sposarsi“. Non è un caso, quindi, che in Cina negli ultimi 5 anni i matrimoni hanno subito un crollo del 41%, contro l’aumento di ben 5 volte dei divorzi.
Ad ogni modo, il magistrato Feng Miao ha fatto sapere: “E’ stata la prima volta e naturalmente abbiamo bisogno di fare esperienza”.
Stando a quanto emerge dai dati pubblicati dall’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, comunque, le faccende domestiche impegnano le donne cinesi in media quattro ore al giorno. Gli uomini, invece, dedicano poco più di un’ora alla pulizia di casa.
Unimamme cosa ne pensate di questa decisione del Tribunale di Pechino? Siete anche voi d’accordo con il diritto delle donne di vedersi riconosciuto l’impegno svolto nelle faccende domestiche?
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