Impianto di embrioni dopo la separazione dei coniugi: la sentenza storica di un tribunale italiano.
Un tribunale italiano ha emesso una sentenza storica e destinata a suscitare molte discussioni sull’impianto di embrioni nel caso di una coppia separata. La sentenza è stata pronunciata dal Tribunale di Santa Maria Capua a Vetere, in provincia di Caserta. Ecco cosa hanno deciso i giudici.
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In Italia il ricorso alla procreazione medicalmente assistita è in continua crescita a causa del problema dell’infertilità delle coppie che è molto vasto e purtroppo trascurato. Allo stesso tempo crescono anche le separazioni e la pandemia, che sta mettendo in crisi molti matrimoni, è destinata a farle aumentare, come segnalano già le associazioni di avvocati.
Le coppie che hanno deciso di intraprendere il percorso della procreazione assistita ma poi si separano vanno incontro a un grande conflitto nel caso uno dei due coniugi, naturalmente la donna, decida comunque di avere il figlio tanto cercato.
È il caso di una coppia separata in cui la donna aveva deciso di continuare nel tentativo di avere un figlio con la procreazione assistita, utilizzando gli embrioni già fecondati con il seme del marito e nel frattempo congelati. Il marito si era opposto alla decisione della ex moglie ma la giustizia ha dato ragione alla donna.
Prima un ordinanza del giudice monocratico del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, poi la sentenza di un collegio di giudici hanno accolto la richiesta della donna di ricorrere alla procreazione assistita con gli embrioni crioconservati, fecondati con i gameti di entrambi i coniugi, nonostante l’opposizione dell’ex marito.
Si tratta di una decisione storica e che farà sicuramente discutere perché di fatto riconosce “il diritto assoluto della donna di utilizzare gli embrioni creati con il coniuge e poi congelati anche dopo la pronuncia della separazione e nonostante la contrarietà dell’ex marito“.
L’avvocato Gianni Baldini, legale della donna, ha spiegato che il Tribunale “ci ha dato ragione riconoscendo il diritto della signora a procedere anche contro la volontà dell’ex coniuge. È la prima sentenza in Italia di questo genere“, ha sottolineato. Come riporta l’edizione di Napoli di Repubblica.
Il caso, tuttavia, porta alla luce il problema della infertilità in Italia che riguarda oltre il 20% delle coppie. Come ha spiegato lo stesso avvocato. Un problema drammatico, in un’Italia in costante calo demografico, ma che sembra non interessare nessuno e di cui si parla pochissimo, anche a scopo di prevenzione.
Allo stesso tempo, crescono le separazioni, “con circa 4 coppie su 10 che si separano entro i primi 5 anni“, ha detto ancora l’avvocato Baldini. Si comprende dunque come la combinazione di ricorso alla procreazione medicalmente assistita, un percorso peraltro molto lungo e difficile, e nel frattempo l’intervenuta separazione tra i coniugi creino una miscela esplosiva.
Ora, i giudici hanno stabilito il diritto della donna di provare ugualmente ad avere un figlio con l’embrione fecondato insieme al marito, nonostante si siano successivamente separati e quest’ultimo s i sia opposto. Ma l’uomo potrà essere considerato il padre di quel figlio? Avrà obblighi nei suoi confronti? Il figlio biologico potrà considerarlo come padre, nonostante questi non lo abbia più voluto dopo la fecondazione? Si tratta di questioni molto complesse sulle quali, forse, dovrebbe intervenire il legislatore.
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Che ne pensate unimamme di questa sentenza? La ritenete giusta?
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