Il regista Woody Allen risponde alle nuove, pesanti accuse evocate nel documentario della HBO dalla figlia Dylan.
A seguito della messa in onda del documentario: Allen v. Farrow sul canale americano HBO, il regista statunitense Woody Allen deve fronteggiare, di nuovo, le accuse di molestie sessuali da parte della figlia Dylan.
Erano gli anni Novanta quando scoppiò il caso che fece rischiare il tracollo al regista.
Si trattava di uno degli scandali più chiacchierati degli ultimi decenni, la cui eco ritorna a farsi sentire ancora oggi con un documentario in 4 puntate.
Woody Allen contro Mia Farrow: le accuse del documentario e la risposta
Nella miniserie viene ricostruita la vicenda risalente al 1992 quando l’attrice Mia Farrow, mentre era in lotta con l’ex partner Woody Allen per l’affido dei figli, scoprì la relazione di quest’ultimo con la di lei figlia adottiva 19enne Soon – Yi Previn.
Successivamente Mia Farrow accusò il regista di molestie sessuali ai danni della figlia Dylan, che all’epoca aveva 7 anni.
Ora Allen risponde al contenuto del documentario definendolo “un attacco feroce infarcito di falsità“, richiamando che un rapporto della Child Sex Abuse Clinic dell’ospedale di Yale – New Haven, ha dimostrato la sua innocenza.
Nella prima puntata del suddetto documentario viene ribadita la versione secondo cui il regista avrebbe fatto pressione a Dylan per succhiargli il pollice. Ci sono anche moltissimi materiali d’epoca, poi rimontati abilmente.
Toccati dal clamore che sta suscitando quest’opera Woody Allen e sua moglie Soon – Yi hanno replicato su Hollywood Reporter: “I documentaristi non hanno alcun interesse nel dire la verità. Hanno passato anni collaborando furtivamente con i Farrow e i loro facilitatori”.
Da parte sua Dylan, ormai adulta, promette: “Non importa quello che pensate di sapere: questa è solo la punta dell’iceberg”.
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Ecco che cosa racconta su quanto sarebbe accaduto nella famosa soffitta della casa della madre: “mi sentii in trappola. Mi diceva cose come: ‘andremo a Parigi insieme’. ‘Sarai in tutti i miei film’. E poi mi aggredì sessualmente. Mi concentrai a guardare i trenini di mio fratello. E poi… si fermò. Aveva finito. E scendemmo di sotto”.
Woody Allen ha sempre negato con forza tutto ciò di cui viene, ancora oggi, accusato, sostenendo che Dylan, all’epoca bambina, fosse stata plagiata dalla madre.
A fianco di Woody Allen si è schierata la moglie Soon – Yi che ha parlato della madre adottiva come di una persona violenta. Anche Moses, un altro dei figli adottivi di Mia Farrow è dalla parte del regista e anche lui sostiene che la Farrow sia stata una pessima madre.
Infine pare che la HBO abbia contattato Woody Allen concedendogli solo pochi giorni per replicare e che quindi lui si sia rifiutato.
“Come è noto da decenni, queste accuse sono categoricamente false. In molti, inclusa la polizia, hanno indagato all’epoca, affermando che non si è mai verificato alcun abuso. A dispetto di quello che crede e afferma Dylan. Non sorprende che sia proprio la HBO a trasmettere il documentario. Visto che ha un contratto di produzione, e rapporti commerciali, con Ronan Farrow” ha dichiarato un portavoce della coppia.
Ronan è il fratello di Dylan, l’unico figlio naturale del regista e di Mia Farrow.
La questione, evidentemente, non è ancora chiusa.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questo nuovo sviluppo in questa travagliata storia?